Io sostengo che chi soffre certe crisi di panico ha un momento di auto-consapevolezza particolare non supportata dalla fragile situazione psico-fisica.
E’ una forma di estremo disagio, ma la psiche in quel momento è estremamente sincera…

Il mondo può essere visto da diverse prospettive.

Ma la più efficace è quella che parte dalla propria intimità più profonda, dove si annidano i grandi interrogativi esistenziali che in genere noi non desideriamo far emergere per diversi motivi e per non esserne turbati.

Sicché viviamo quasi continuamente alla superficie di noi stessi.

Reiteriamo gesti, rituali, azioni, pensieri ripetitivi e ci immaginiamo una realtà vivibile, senza prendere coscienza delle numerose illusioni che ci costruiamo giorno dopo giorno. Puntiamo alle amicizie che ci avvantaggiano, cerchiamo di tener saldi i rapporti famigliari, compriamo, vendiamo, valutiamo, desideriamo, colloquiamo, ci aggiorniamo, socializziamo, frequentiamo determinati gruppi…

E i giorni passano spesso grigi, monotoni, piatti…

In alcuni momenti della nostra vita avvengono degli sprazzi di lucidità: dalla nostra interiorità affiora qualche lume di verità. In un momento ci accorgiamo della nostra ipocrisia con gli altri e con noi stessi, mentre emergono alcuni interrogativi esistenziali che soffocavamo.

In pochi attimi cominciamo a penetrare il senso della materia organizzata in modo così complesso, misterioso e contemporaneamente fragile.
Complessità e fragilità contemporaneamente compenetrate ci sgomentano.

Intravediamo una realtà tremenda e spaventosa senza  individuare una finalità superiore.
Colui che è colto dalla crisi di panico ha l’angosciante impressione di un eccesso di consapevolezza non ben definito, spesso ha quasi l’impressione di soffocare perché la realtà senza senso che intravede è opprimente.
La tachicardia è uno sforzo per tentare di mantenere una forma di controllo sul proprio corpo che sente troppo materiale e complesso, e per questo teme una sua disgregazione.

La mente cerca di razionalizzare ciò che percepisce sfuggevole, ma teme di non farcela e di perdere ogni forma di auto-controllo.
Queste crisi hanno una causa ben precisa, anche se non subito individuabile.
Esse richiedono un reframing della propria visione della vita.
Costituiscono un concentrato spazio-temporale di interrogativi irrisolti che richiedono un’elaborazione spalmata nel tempo.

Si diradano quando il contenuto della mente viene affrontato giorno dopo giorno, coraggiosamente, consapevoli che siamo avvolti dal mistero e che non potremo mai darci tutte le risposte in questa vita terrena.

Chi è credente in Gesù Cristo, se ha fede, riposa in lui, perché il Vangelo rivela il volto misericordioso del Padre, ma anche l’uomo nella sua integralità.
Gesù ci ha mostrato la vera vocazione dell’uomo, che è quella di divinizzarsi in Lui, amando se stessi, il prossimo e Dio.
 
Pier Angelo Piai