Perché Gesù ha scelto una morte così cruenta? Un evento così terribile è  inconcepibile: fino dove si è spinto l’amore per noi? Un Dio che ci ma così tanto?

A pensarci bene il suo incredibile amore è già dimostrato nell’averci donato l’esistenza: “che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”(Salmo 8)
Donare l’esistenza ad esseri così ingrati non è già un gesto d’amore inimmaginabile?
Uomini che protestano per la loro esistenza, che si tolgono la vita, che annegano nei loro vizi, che rifiutano persino l’esistenza di un Dio creatore…

La sua morte in Croce trasmette a tutti gli uomini una grande speranza: noi tutti possiamo in ogni momento morire al peccato e, dimentichi del passato, possiamo guardare coraggiosamente verso il futuro. Dio sa infinitamente meglio di noi che possiamo sempre iniziare da capo: la nostra vita terrena ha questa caratteristica. Nessuno è candidato a perdersi, fino all’ultimo respiro si può sempre cambiare rotta, convertirci lasciando orgoglio e vizi e sperando con amore nel Salvatore. La morte di Gesù Cristo è davvero un grande dono che l’umanità non ha ancora scoperto in profondità.

Se davvero i più grandi peccatori accettassero questa realtà divina, le loro vite cambierebbero completamente e proverebbero la vera gioia interiore. Gesù è morto per me, per te, per tutti. Ci ha voluto indicare che la via della salvezza passa attraverso la sua morte: è da lì che potremo risorgere a vita nuova.

Intuire ed accettare che i nostri peccati sono stati annullati dal suo sacrificio è l’inizio di una nuova creazione, ancora più sbalorditiva della prima. “La gioia del divino è di perdonare il peccato, come è onnipotente nel creare dal nulla, Dio lo è anche nel trasformare nel nulla le nostre colpe; perché dimenticare, dimenticare da onnipotente, non è forse trasformare in nulla? (Kierkegaard p. 235)