Nel corso degli ultimi anni il gioco d’azzardo è diventato, anche in Italia, un’attività di massa d’enormi proporzioni economiche e sociali.
Le indagini più recenti, condotte nel nostro paese, evidenziano che oltre l’80% degli italiani presta attenzione al gioco d’azzardo e che le quote di denaro affidate al gioco sono in costante aumento; nel 2002, s’ipotizza, tra gioco legale ed illegale, si spenderanno, complessivamente, in Italia quasi cinquantamila miliardi di vecchie lire.

Se facciamo un confronto con la popolazione complessiva, il popolo italiano è il primo al mondo per versamento di denaro nell’azzardo.
Non esiste più un luogo ed un tempo definiti per il gioco d’azzardo, ma una presenza costante nella vita quotidiana e un radicamento nell’ambiente e nella comunità.
Si può impegnare denaro nel gioco d’azzardo ogni giorno e ad ogni ora; si è indotti a cercare altri sportelli di vendita, oltre a quelli presenti nel quartiere dove si risiede e nell’ambiente dove si lavora.

Lotto, Superenalotto, Gratta e vinci, Bingo, videopoker, casinò (anche attraverso le connessioni ad internet dal proprio personal computer) scommesse in genere. fanno sì che il gioco d’azzardo diventi un consumo collettivo, promosso come occasione d’incontro e di comunicazione sociale con regole semplici e vincite facili ed elevate.
Il rapporto drammatico e distruttivo tra l’uomo e il gioco d’azzardo è stato raccontato da vari scrittori ed in particolare da Balzac, Dostoievskj, Landolfi, Puskin, Schnitzler, Zweig e gli studi scientifici sulle motivazioni hanno coinvolto psicologi, psichiatri e psicanalisti, tra cui, lo stesso Sigmund Freud.

I giochi d’azzardo sono per la maggior parte di”fortuna” dove il risultato è determinati esclusivamente dalla sorte.
Giochi che non sono né utili né produttivi anzi si manifestano come un’attività inseparabile dal rischio e dalla pura perdita;
Giochi d’azzardo che non sviluppano alcun’abilità fisica od intellettuale e distolgono le persone dal lavoro facendo balenare la speranza di guadagni immediati ed elevati.

Il gioco d’azzardo patologico è considerato un disturbo del controllo degli impulsi e allo stesso tempo una chiara forma di dipendenza (tossicomania legale senza sostanze stupefacenti), in quanto chi gioca:

ï Non riesce a controllarsi,
ï Aumenta le somme di denaro e il tempo dedicato al gioco d’azzardo
ï Nasconde la gravità del problema, in particolare modo, ai suoi familiari.

Il gioco d’azzardo, che potremmo definire come un piacere che supera tutti gli altri piaceri e, paradossalmente, tutti i dispiaceri della vita, è costituito anche dalla ricerca di sensazioni forti che, portate al limite, contribuiscono all’abbattimento dello stato ansioso del giocatore stesso.

In effetti, il gioco d’azzardo è un’azione rischiosa, che può indurre una persona vulnerabile a sviluppare un comportamento di gioco patologico, in cui le emozioni che si provano quando si vince e si perde si combinano rinforzando e mantenendo il comportamento stesso.

Si crea così una sorta di dipendenza psicofisiologica simile a quella indotta da sostanze stupefacenti.
Sappiamo bene che il problema non può essere ricondotto al singolo giocatore, ma va esteso, quantomeno, al nucleo familiare d’appartenenza, fatto che determina una lievitazione delle persone coinvolte, nel nostro Paese, tale da costituire una vera e propria emergenza sociale.

Il fenomeno risulta, come abbiamo visto, non essere in decremento ma, considerate le offerte di gioco sempre più aggressive ed elevate (non ultima l’apertura di centinaia di sale per il gioco del bingo su tutto il territorio nazionale) diventa ogni giorno più preoccupante.

La mia esperienza mi porta a concludere che, oramai, in Italia non c’è uno strato sociale indenne o poco interessato al gioco d’azzardo.
Come per le altre forme di dipendenza legale(tabacco e alcool) è auspicabile l’urgente attuazione di misure in materia di prevenzione e riduzione dei danni.In Italia,attualmente,gli interventi sono quasi inesistenti.Tra le poche iniziative va citata quella di Campoformido dove,dal 1995,sono operanti dei gruppi di terapia per giocatori d’azzardo e loro familiari.
Parallelamente all’attivazione dei gruppi di terapia è nata l’Associazione degli ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie(AGITA) che ha portato avanti in questi anni molte iniziative.

Non ultimi i diversi convegni nazionali organizzati con la Caritas Diocesana di Udine e i vari comunicati nazionali con le Fondazioni Antiusura d’Italia di cui è Presidente Padre Massimo Rastrelli.

Si tratta comunque di iniziative modeste a cui dovranno seguire misure indispensabili come la riduzione dell’offerta di azzardo,l’eliminazione della pubblicità,l’informazione sui pericoli della dipendenza e l’attivazione di servizi che aiutino a mettere di giocare.

Altre formule che prevedano impegni marginali sarebbero solo funzionali al mantenimento dello stato di fatto,tacitando le coscienze e l’opinione pubblica come in genere accade in Italia.

Il Responsabile del Centro di Campoformido
per ex Giocatori d’azzardo e le loro famiglie (Ud)

Rolando de Luca

Sito internet http://www.sosazzardo.it