Restauro e storia

Testo di Tarcisio Venuti

UN’ AULA PER… CRESCERE!

Già all’ epoca dei Longobardi probabilmente in questo luogo si pregava, si imparava, si cresceva. Le aumentate possibilità ci hanno portato in spazi più grandi e organizzati e, momentaneamente, ci hanno fatto dimenticare questo piccolo santuario di storia locale, posto in mezzo al vecchio borgo di Premariacco. Ora lo vogliamo riproporre alla nostra gente nel solco della sua antica storia, intrisa di Fede e di valori, affinché in esso possa rimettersi in ascolto del passato e ricollegarsi alla sua matrice culturale.

Per questo lo chiamiamo ancora Aula di S. Silvestro “.
Quest’ Aula però vuole essere aperta al futuro nella dinamica della ricerca. E così
allora che si viene a delineare la corretta destinazione culturale dell ‘ Aula la quale “esclude del tutto ogni uso che non sia afferente al carattere pastorale cui la medesima deve essere destinata, e il cui fine principale è quello connesso alla promozione della vita e della crescita umano-cristiana della Comunità parrocchiale”.

Gli incontri parrocchiali di vario genere… i Convegni di studio inerenti a tematiche ecclesiali, attuali o storiche, proprie anche dell’ambito socio-politico, ma sempre in sintonia con la dottrina magisteriale della Chiesa, le attività culturali umanistiche ed artistiche, che non siano contrarie allo spirito cristiano, come concerti di musica sacra, mostre d’ arte sacra, rappresentazioni religiose…” coronano il fine principale e danno all ‘Aula il compito nella Parrocchia e nella Zona pastorale.

Ringrazio quanti l ‘hanno voluta, quanti l ‘hanno riabilitata e quanti l ‘hanno aiutata.
Quest’ “Aula di ricerca culturale S. Silvestro” diventi per la Comunità richiamo, stimolo, aiuto!

Don Gino Fasso parroco di Premariacco

Forse sarebbe sembrato arduo accingersi ad illustrare la storia di una realtà delle dimensioni di Premariacco, ma nulla è scontato in partenza e, quando si incomincia non si sa mai a priori a quali risultati si può arrivare.
La bibliografia conosciuta inerente alla nostra Comunità si arricchisce del libretto di T . Venuti edito ne11993.
Altri, fra cui nostri cittadini, hanno fatto ricerche e pubblicazioni di dimensioni minori.
Fino ad arrivare al volume “Premariacco ed il suo territorio”, curato dal prof. Amelio Tagliaferri che ricomprende le opere precedenti con una diversa impostazione, inserendo Premariacco nella storia e nelle vicende del Friuli, e dando spazio a vicende e realt locali.

Ed è con viva soddisfazione che salutiamo questa nuova opera che tratta specificatamente della storia della chiesa di San Silvestro, della sua architettura e dei suoi affreschi.
Edificio che, grazie al recupero statico e di restauro effettuato dalla Soprintendenza ai Monumenti e Beni Ambientali, per volontà della Parrocchia e con il contributo determinante della sempre presente Cassa Rurale ed Artigiana di Manzano viene restituito contribuendo così ad arricchire il patrirnonio degli edifici pubblici.

Dunque un beneficio dal punto di vista della conservazione di un monumento storico di Premariacco e anche per la disponibilità di un nuovo edificio per diverse iniziative che ivi potranno trovare ospitalità.
Grazie a nome dell’ Amministrazione comunale a tutti quanti hanno collaborato nell’interesse di tutta la popolazione e l’ augurio che questo locale possa essere anche un motivo di crescita anche sociale e culturale per la nostra comunità.

Franco Delle Vedove , sindaco di Premariacco

AMBIENTE E RELIGIOSITA’

La diffusione del Cristianesimo esplose dopo l’ editto di Costantino.
La cosa sembra naturale in quanto non si poteva non contrapporre “titoli” cristiani ai pagani.
Ed il fenomeno divenne senza dubbio più vasto dopo l’ editto di distruzione dei templi pagani di Valentiniano del 365.

Si è detto giustamente che, qualora si potesse scavare profondamente di sotto alle nostre chiese attuali, non poche tra esse rileverebbero la presenza di una aedes pagana (1 ), come sotto la chiesetta campestre di S. Giusto nella campagna di Premariacco.

A seguito di codesta dilatazione i luoghi di culto presero un Titolo.
Dal secolo IV in poi, si estese dovunque l’uso di chiamare col nome di un santo, prima la titolarità era riservata ai “martiri”, il luogo dell’adunanza cristiana (2).
In ogni secolo, dei paesi nacquero e dei paesi morirono, per distruzioni belliche, per terremoti o slavine od alluvioni o per altre cause.
Noi stessi assistiamo allo sviluppo od al tramonto di paesi od addirittura al loro sorgere dal nulla.

Tuttavia, c’ è una certa vischiosità in genere nella storia paesana, per la quale molti borghi attuali coincidono con località abitate in tempi assai remoti, persino in tempi preromani, non ostante tutte le invasioni e devastazioni, dai Goti agli Unni, ai Longobardi, agli Ungheri, per parlare solo di avanti il Mille, che hanno flagellato il nostro Friuli.

In complesso, però, si può affermare che il Friuli era largamente abitato ancor prima dell’ occupazione romana e che molti dei nostri paesi esistevano sin d’ allora.
E se esistevano i paesi, esistevano in essi i luoghi cultuali, per quanto miseri, sia per il culto pagano prima, che poi per il culto cristiano.
C’ è insomma una ragionevole presunzione di altissima antichità per le nostre chiese anche di campagna, non naturalmente nella forma attuale. Ed appunto il nome del Santo titolare di tale remota antichità è sovente indice e documento, non di rado l ‘unico che ci rimanga.

Nel territorio di Premariacco storia e tradizioni s’intrecciano vicendevolmente.
La penetrazione celtica è documentata, fra l’altro dal toponimo prediale in “acu”, quindi un suffisso ascrivibile ai Carni.
Si tratta di un innesto aggiunto alla parte terminale del nome del proprietario terriero romano “Primarius” (3).

Barlumi storici più concreti si avvertono con la fondazione di Forum Julii (Cividale ), accreditata al 52 a.C. Il circondario, di cui Premariacco faceva parte, rientrava nel comprensorio centuriato del Municipio cividalese. Tracce di centuriazione appaiono ben visibili nella campagna circostante il paese.
Altre testimonianze romane vennero poste in luce durante gli scavi eseguiti al principio del secolo passato, per cui con sufficiente certezza si può affermare la presenza di ville patrizie romane in questa contrada. A ciò si aggiunga il ponte sul Natisone che si vuole romano in origine (4).
Ma Premariacco vanta ben altra gloria secondo la tradizione popolare, quella di aver dato i natali a uomini illustri quali Cornelio Gallo, poeta e amico di Virgilio, S. Paolino patriarca di Aquileia, Gerardo patriarca di Aquileia, Cristallo di Premariacco, Fiore dei Liberi, grande schermidore, ed altri (5).

AlIa fine del secolo IV, la Chiesa aquileiese si dedicò alIa evangelizzazione delle masse popolari, tra le quali la mentalità pagana e le superstizioni sopravvissero largamente. Fu in questo tempo che le comunità cristiane si svilupparono nei centri più importanti della regione, fino a formare le “plebes” o comunità cristiane rurali.

La presenza cristiana a Cividale viene accreditata al V secolo. Nel 452 d.C. Attila distrusse Aquileia, la capitale della X Regio italica, ed il panico s’impadronisce delle popolazioni non più sicure nelle loro centuriazioni.
“La distruzione di Aquileia si situa in un’ epoca di massiccio abbandono degli insedi, rurali: si frantuma il vecchio sistema agricolo-commerciale, si riduce fortemente la popolazione residente nella campagna che in parte si raccoglie entro ville rustiche fortificate, denominate curtes o aziende tendenti all ‘ autosufficienza e prime strutture di un modo di produzione detto appunto curtense, che poi non è altro che il primo impianto del sistema feudale incentrato sulla valorizzazione prevalente dell ‘ economia agricola e sui rapporti che ne derivano a livello istituzionale e giuridico” (6).

In questo periodo di degrado, Cividale emerge sia come capoluogo dell ‘ omonimo Municipio, sia come capitale della X Regio, in sostituzione di Aquileia ormai devastata e abbandonata.
Con l’avvento dei Longobardi, nel 568 d.C., Cividale diventa capitale del primo ducato longobardo in terra italica, ed inizia un nuovo capitolo storico per la Chiesa di Aquileia. Il Metropolita della Venetia et Histria, il vescovo di Aquileia Paolo, obbedendo ai Bizantini, si rifugia nell ‘ isola di Grado, portando con sè il tesoro della chiesa e le reliquie dei martiri aquileiesi (7).

LA PRESENZA LONGOBARDA

Dopo il primo impatto con le popolazioni autoctone e romane, i Longobardi si accostarono alla Chiesa di Roma col passaggio dall ‘ arianesimo al cattolicesimo, anche se questo passaggio fu molto sofferto dalle fare friulane.
In questo tempo nel comprensorio cividalese fiorirono dei cenobi e monasterioli: S. Pantaleone in Rualis, S. Giovanni d’ Antro nelle Valli del Natisone, la “Cella S. Martini” situata in Cividale sul luogo ove nel secolo XIll sorse il monastero benedettino della Cella, S. Giovanni Battista di Firmano, S. Maria di Zuccola a Cividale (8).

Nella città ducale si trasferirono alla fine del Vll secolo o al principio del Vlll i vescovi di Zuglio (Camia), dopo la distruzione della loro sede. Nel 735 d.C., il patriarca Callisto trasporta la propria sede patriarcale da Cormons a Cividale, non disdegnando la violenza.
A codesto travagliato trasferimento viene collegata la chiesa maggiore di Cividale (S. Maria) e il Capitolo dei canonici della medesima per il decoro delle funzioni religiose.
Questo avvenimento fa della città di Cividale il centro del Patriarcato.

In seguito il Capitolo, divenuto pievano abituale, incluse nella sua giurisdizione plebanale i centri abitati alla sinistra del Torre, fino alle Va1li del Natisone, all’ Alta Valle dell’Isonzo e a quella dell’Idria (9). Accanto ai Longobardi vivevano le umili classi degli autoctoni che da sempre avevano atteso ai lavori dei campi.
Molte famiglie di questi servi della gleba abitavano nelle ville (paesi) o negli agglomerati più protetti. L’ organizzazione religiosa territoriale, fin dai tempi del patriarca Callisto, fu intrapresa dai canonici regolari della Prepositura di S. Stefano, in modo che il comprensorio dipendente dalla pieve di Cividale fosse esemplato sui titoli molto cari alla religiosità dei dominatori.

Questi titoli specifici, attinenti ai culti devozionali propri dei Longobardi, oltre il riscontro urbano, si sono diffusi nel circondario determinando sacelli dedicati a s. Michele Arcangelo, S. Giovanni Battista, alla Madonna, S. Martino, S. Giorgio, S. Maria Maddalena e più tardi a s. Silvestro papa.

Tutte queste titolarità rientrano nel periodo longobardo, per cui l’ aggregazione al Capitolo, e prima l’ istituzione, possono benissimo essere fatte risalire alla metà del secolo VIII fino alla metà del successivo, cioè all’850 d.C. ritenuto, secondo alcune annotazioni, l’anno costitutivo delle vicarie curate. (10).

Si può pensare, quindi, ad una capillare organizzazione territoriale operata dalla chiesa cividina, proprio con la costruzione di chiese e cappelle nei punti di maggior confluenza abitativa.
A ben guardare, gli assetti giuridico ed ecclesiastico del vastissimo plebanato di Cividale erano fiorenti e consolidati molto prima della fine del secolo XI.