dal Messaggero Veneto dell’11/10/02
Un convegno internazionale in corso a Cividale
Grammatica, terminologia filologica, trasmissioni dei codici e sviluppo architettonico nell’epoca carolingia. È stato ampio il campo d’azione lungo il quale sono fluiti gli interventi dei relatori al convegno internazionale di studi su Paolino di Aquileia nel pomeriggio di ieri, a Cividale, un’analisi condotta in una continua ricerca dei contributi che realtà periferiche dell’impero, come l’Italia longobarda, seppero dare fra VIII e IX secolo alla fioritura culturale che investì la corte di Carlo Magno.
Un contributo, quello fornito dall’Italia alla riforma culturale carolingia, identificato nelle figure di Pietro da Pisa e Paolo Diacono, due dotti longobardi in cui si identificò la grammatica alla corte di Carlo. Insieme al teologo Paolino di Aquileia seppero rappresentare una straordinaria di ampiezza di interessi ed incarnarono il valore di custodi della tradizione, dell’antiquitas e della latinitas. Provenendo da un contesto di sostanziale plurilinguismo, come doveva essere quello dell’Italia longobarda, essi rappresentarono l’incontro fra eredità antica ed innovazione per Francesco Lo Monaco, docente dell’Università di Bergamo.
Un’altra questione affrontata dal convegno è stata la terminologia filologica negli epistolari carolingi, una ricerca lessicale che Marina Passalacqua dell’Università La Sapienza di Roma ha proposto attraverso l’analisi dei testi, da un lato il codice e la scrittura, dall’altro il testo ed i problemi ad esso correlati. Un esame approfondito sul linguaggio, la confezione del codice, la ricerca della correttezza formale e sostanziale.
Il problema della trasmissione delle sillogi epigrafiche dall’Italia all’area franco tedesca ha caratterizzato l’intervento di Flavia De Rubeis docente dell’università di Venezia, che ha analizzato “le vie della pietra in età carolingia” dimostrando come anche le epigrafi costituiscono materia di approfondimento come importanti fonti per i modelli scrittori in età carolingia ai fini della trasmissione dei codici.
Testimonianze architettoniche ed itinerari paoliniani hanno costituito il fulcro dell’intervento di Werner Jacobson, docente di Storia dell’arte all’università di Münster. Un itinerario architettonico suddiviso in tre diversi momenti lungo un circuito che secondo le fonti storiche avrebbe percorso il Patriarca: quello legato all’attività del santo in un’Italia al tramonto dell’impero longobardo, la successiva chiamata alla corte di Carlo Magno ed il successivo ritorno in patria in veste di Patriarca
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