dal Messaggero Veneto del 5 maggio 2002
Origini remotissime per il sogno di Europa unita, radici che ricondurrebbero all’età di Carlo Magno, del suo ambizioso progetto imperiale e di quei grandi ingegni che a esso parteciparono: il documentario Tra Paolo e Paolino: l’idea di Europa unita, prodotto dal Comitato promotore Paulinus Patriarcha 802-2002 e presentato in anteprima venerdì sera, al Ristori di Cividale, si impernia su questa particolare, suggestiva teoria, e traccia un ponte virtuale fra la fine dell’VIII secolo dopo Cristo e i giorni nostri.
Accosta immagini dell’Europa odierna a scenari che richiamano alla mente la lontana epoca medievale, spazia fra vedute del Parlamento europeo e reperti del tempo dei Patriarchi, propone scene della guerra nei Balcani mentre la voce narrante racconta di feroci battaglie per l’estensione o la tutela dei domini all’era dei Longobardi e dei Franchi… Tutto questo per dire che l’Europa di oggi non è nata per caso, ma che – al contrario – rappresentava una sorta di miraggio per i protagonisti della storia ormai remota. E fra questi ultimi, un ruolo di primo piano spetta proprio a due menti cividalesi, che vissero negli stessi anni, recarono un apporto notevolissimo alla cultura del tempo e contribuirono, appunto, a definire un embrionale, ma significativo, concetto di unità europea: Paolo Warnefrido, detto il Diacono, e San Paolino d’Aquileia.
Tra Paolo e Paolino, dunque, come recita il titolo del video, alla ricerca dei primi appelli alla coesione fra i popoli, al di là dei confini, nel segno di una medesima matrice, quella cristiana. Il filmato – frutto di un’idea dello scrittore Franco Fornasaro, sceneggiato da Bruno Cesca, diretto da Rosanna Giuricin e Stefano De Franceschi, con la voce di Elsa Fonda – ricostruisce la storia incrociata dei due insigni personaggi, inserita nel ben più ampio quadro delle vicende che contrassegnarono il loro periodo. L’introduzione ripercorre le tappe che condussero re Carlo a porre fine alla dominazione longobarda in Italia, tassello essenziale nel suo disegno di unificazione dell’Europa continentale di allora sotto un unico scettro. Si racconta di come i Longobardi sconfitti vennero assorbiti nel regno franco, e di come il nuovo sovrano seppe e volle rispettare la cultura di un popolo che, nei secoli, aveva saputo fondere la tradizione latina e quella altogermanica, nel nome della croce. Una simile esperienza coinvolse, alla pari di Pavia e di Milano, anche Cividale (primo ducato longobardo in Italia), crocevia di rotte e di incontri nel quale si posero, all’epoca, le basi per l’ingresso dei popoli slavi nella cristianità.
Paolo Diacono, che morì nel 799 d.C., storico e storiografo sia dei Romani sia dei Longobardi, e Paolino d’Aquileia (scomparso nell’802), letterato, musico e teologo, nonché mediatore per eccellenza della politica del tempo, furono scelti da Carlo Magno, insieme ad altri cinque sapienti, per dare vita all’Accademia e alla Schola Palatina di Aquisgrana, straordinarie istituzioni destinate a elaborare le linee politiche, culturali e religiose del nuovo ordine continentale, per un sistema statale in cui ogni popolo avrebbe mantenuto le proprie identità, le sue tradizioni. In tale contesto Paolo Diacono, un laico, e Paolino, che fu patriarca di Aquileia, arrecarono un contributo fondamentale: scopo del video, di conseguenza, è proprio quello di valorizzare simili straordinari apporti, richiamando l’attenzione, nel contempo, sulla loro altrettanto straordinaria attualità.
Oltre che alla figura e all’opera dei due personaggi, grande risalto è dato alla loro terra natale.
Collocata all’estremo Est d’Italia, la regione friulo-giuliana rappresenta un punto di contatto storico-geografico pressoché unico: vide – e vede ancora, per altro – incontrarsi i tre principali ceppi linguistico-culturali europei, il latino, il germanico e lo slavo. Proprio per questo assume una valenza di estremo rilievo, capace di farne il fulcro dell’Europa antica come di quella moderna. Il Friuli-Venezia Giulia, e nella fattispecie Cividale, insomma – ecco uno dei messaggi essenziali del filmato –, avrebbero giocato, e continuerebbero a rivestire, un ruolo fondamentale nella concretizzazione dell’idea di Europa integrata, dal Baltico al Mediterraneo, dall’oceano Atlantico alle pianure orientali; un’Europa imperniata ieri su Aquisgrana, oggi su Strasburgo e Bruxelles. Sarebbero stati, e sarebbero ancora, al centro di questa realtà europea, in virtù di una collocazione strategica che ne ha fatto, giocoforza, un crocevia plurietnico, un punto di necessaria aggregazione, una specie di laboratorio per l’idea di Europa dei popoli.
Ecco quanto si asserisce, con convinzione, nel documentario Tra Paolo e Paolino, che ripercorre molti dei luoghi sia toccati direttamente dai due grandi vanti cividalesi, sia interessati più in generale dalle vicende dell’epoca. Si vedono scorci della città ducale e delle sue ricchezze – il Tempietto longobardo, i reperti del Museo cristiano, quelli conservati nel Museo archeologico –, ma si spazia, non di meno, in altri contesti, dall’abbazia di Sesto al Reghena ad Aquileia, a Sacile, a Trieste, a Venezia…
L’iniziativa è stata realizzata per il milleduecentesimo anniversario della morte di San Paolino, che si celebra quest’anno. Nato prima del 750 – a Premariacco, secondo quanto vuole la tradizione –, Paolino esordì come maestro di grammatica. Per i suoi meriti e le sue doti indiscusse Carlo Magno lo portò ad Aquisgrana, subito dopo aver espugnato Cividale. Era il 776. Alla corte del re, Paolino strinse amicizia con Alcuino (uno fra i maggiori eruditi del tempo), con Angilberto (di cui lo stesso Paolino fu maestro) e con l’autore della celeberrima Historia Langoardorum, Paolo Diacono.
Nel 787 subentrò, come patriarca di Aquileia, a Sigualdo, ma confermò la propria sede a Cividale, centro che – essendo stato fino a un decennio prima la capitale del ducato longobardo in Friuli – risultava più ricco e adeguato. Nel 796 il Santo, pietra miliare nella storia della chiesa (impose, fra l’altro, l’insegnamento del Credo e del Padre Nostro al popolo), fu protagonista dell’importantissimo Concilio di Cividale. Fra le sue azioni più notevoli va segnalata l’opera di contrasto – intrapresa sempre d’intesa con Carlo Magno – dell’eresia denominata adozianismo, nata in area iberica. San Paolino d’Aquileia morì l’11 gennaio 802: l’epitaffio in suo onore fu composto dal grande Alcuino di York.
L.A.
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