Don Cesare, parroco di Canebola aveva 52 anni ed era da tempo malato.
(Dal Messaggero del 2O settembre)
La malattia che lo minava da tempo non gli aveva fatto mai perdere l’entusiasmo per una missione pastorale che negli ultimi 7 anni lo aveva portato a guidare la piccola comunità di Canebola.� La morte lo ha colto a soli 52 anni.
Don Cesare Scarbolo si è, infatti spento� all’ospedale di Udine dove era ricoverato per una forma di leucemia. Dal ’94 guidava la parrocchia di Canebola e dal ’97 era parroco in solidum di Faedis.
A Canebola� la notizia della morte del sacerdote è giunta improvvisa, anche se tutti sapevano dei gravi problemi di salute di don Scarbolo. «Per noi niente sarà più come prima – spiega il direttore del consiglio pastorale Rino Petrigh – anche perché già nei momenti di assenza del parroco si sentiva la sua mancanza».
Eppure don Cesare quei 15 chilometri che da Bottenicco, paese natale dove risiedeva, portano a Canebola amava percorrerli ogni giorno. Troppo importante quella minuscola comunità di sole 60 anime dalla quale si domina l’intera pianura friulana.
Un impegno pastorale, quello di Canebola che per don Cesare Scarbolo era iniziato, come detto, nel ’94. Prima don Cesare,nato a Bottenicco il 15 gennaio ’49, dopo essere stato ordinato sacerdote il 29 settembre ’85, aveva operato a Tricesimo come vicario parrocchiale fino al ’90.
Dallo stesso anno al ’94 fu vicario parrocchiale a Codroipo e per qualche tempo anche cappellano a Cividale. Poi Faedis e Canebola, a pochi chilometri dal paese natale e subito nel cuore della gente.
«Aveva da subito manifestato una grande disponibilità e una grande dedizione per gli ammalati – spiega ancora Petrigh – rivolgendo una particolare attenzione ai lavori di ristrutturazione della chiesa. Era una figura fondamentale per la comunità. Ci aveva detto subito che non stava bene, ma tutti speravamo che la malattia potesse almeno stabilizzarsi. Don Cesare saliva ogni giorno a Canebola per la messa e ci teneva molto che tutte le funzioni venissero celebrate. E’ stato un sacerdote sempre presente». «Un sacerdote buono, ricolmo di una grande fede, generoso con la gente: così vuole ricordare don Cesare il parroco di Faedis, don Gianni Molinari.
Poi, il repentino peggioramento delle condizioni di salute e la morte che ha colto molti di sorpresa. «Nonostante la grande sofferenza – conclude don Gianni – infondeva grande serenità a chi lo andava a trovare in ospedale. Lui stesso aveva chiesto l’unzione degli infermi e con molta dignità e forza d’animo aveva mandato a dire ai suoi parrocchiani che non sarebbe ritornato più nella chiesa di San Giovanni Battista».
I funerali del sacerdote si sono svolti nel duomo di Cividale alla presenza dell’arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo.
Antonio Simeoli
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