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Il progetto per l’istituzione del “Parco fluviale transfrontaliero del Natisone” nasce dal desiderio di riunire, in un unico ambito di tutela, i Siti di Interesse Comunitario presenti sull’asta del fiume Natisone inseriti nel progetto europeo “Natura 2000”, Taipana e Gran Monte, Monte Matajur, Magredi di Firmano, Confluenza Natisone Torre, nonché i territori che tra questi si frappongono.

Il progetto interessa tutti i Comuni attraversati dal corso d’acqua: Taipana, Caporetto, Pulfero, San Pietro al Natisone, Cividale del Friuli, Premariacco, Manzano, San Giovanni al Natisone, Trivignano Udinese e Chiopris-Viscone, essendo questo Comune inserito nel S.I.C. della confluenza Torre/Natisone.
La volontà di preservare l’aspetto naturalistico del territorio si coniuga con la necessità di valorizzare in termini economici la componente ambientale, storica e culturale delle comunità che si dispiegano lungo le rive del Natisone.

Molti interventi sono stati compiuti dai singoli Comuni per mettere in sicurezza di argini del fiume, nonché per trarne un vantaggio economico, ma è maturata la consapevolezza che solo una proposta organica, di ampio respiro, può rappresentare un volano per lo sviluppo sociale ed economico dell’intero territorio.

Costruire un futuro aperto alle nuove opportunità è possibile a patto che si riscopra il passato: l’evoluzione antropologica, il dispiegarsi della storia, il manifestarsi e permanere delle componenti linguistico-culturali tradizionali, l’arte, l’ambiente e l’enogastronomia.

In questo territorio la storia, in particolare, ha lasciato segni profondi e importanti testimonianze. Avere mantenuto per secoli lo status di terra di confine ne ha fatto un crocevia fondamentale del Nord Est. L’Impero Romano, i popoli nordici migranti, primi tra tutti i Longobardi, l’Impero Franco-Carolingio, il Patriarcato d’Aquileia, la Repubblica di Venezia, l’Impero Asburgico e due conflitti mondiali, che devastarono l’intero Friuli, hanno lasciato segni indelebili che pure il tempo tende a cancellare.

«Nessuna terra italiana andò forse soggetta, attraverso i millenni della civiltà, a vicende tanto svariate e a prove tanto atroci»
(monsignor Pio Paschini)

Sulle sponde del Natisone si sono succedute civiltà che hanno forgiato un popolo forte, tenacemente ancorato alla terra ed alle proprie tradizioni, che racchiude in sé le mille sfumature lasciate dal trascorrere dei secoli e degli eventi.

Questa è la ricchezza sulla quale costruire il futuro; di questo futuro il fiume Natisone è, ed il Parco fluviale transfrontaliero può essere, la spina dorsale.

Pertanto, questo documento chiede l’istituzione del “Parco fluviale transfrontaliero del Natisone” e vuole richiamare le istituzioni, locali, regionali, nazionali, finanche europee, ad un’assunzione di responsabilità verso una terra che tanto ha dato e poco a ha ricevuto in termini di sviluppo sociale ed economico.

E’ un’iniziativa degli Amministratori di centro-sinistra dei Comuni solcati dal Natisone che in questo progetto hanno riversata la passione civile e l’amore per la propria terra e la propria comunità.
Perché un Parco
Ripensare il proprio territorio con un’ottica globale che coniughi la salvaguardia paesistica e ambientale con lo sviluppo economico e sociale sostenibile; questo è l’obiettivo che si pone la proposta di istituzione del Parco fluviale transfrontaliero del Natisone.

Disporre di uno strumento unitario, in grado di affrontare, con una visione generale, tutte le problematiche che investono l’assetto del territorio, gli sviluppi urbanistici, la tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale, storico, artistico, agroalimentare.

E’ un disegno ambizioso perché unisce, sotto un’unica progettualità, territorio ed istituzioni che fino ad oggi si sono mosse in ordine sparso ed in direzioni diverse, seppure con il comune obiettivo di valorizzare il proprio patrimonio ed offrire alle rispettive comunità ulteriori occasioni di sviluppo sociale ed economico.

La novità è rappresentata dall’interpretare il fiume come soggetto unificatore di una porzione più ampia di territorio che, nella sua dimensione più estesa, diventa protagonista di una progettualità innovativa, dispiegando la sua azione dall’area montana fino a raggiungere quasi la pianura del litorale adriatico.

L’eccezionale patrimonio storico e archeologico, la ricchezza faunistica e floristica e il forte radicamento territoriale delle tradizioni e delle culture locali, fanno dei territori del Natisone un unicum inconfondibile.
Obiettivi dichiarati sono la valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale e culturale, la riqualificazione e diversificazione dell’offerta turistica, la ricerca della “qualità” nella produzione agricola, artigianale e nell’organizzazione dei servizi.

Claudia Chiabai

per approfondimenti:


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