dal Messaggero Veneto del 2/12/02

Ieri si è insediato come parroco di Tarcento, sarà vicario foraneo. Accolto da una numerosa folla
Don Corgnali apre agli sloveni
«La ricchezza della loro fede ha il sapore della nostra terra»


TARCENTO. La folla della occasioni speciali, ieri, per il solenne ingresso di monsignor Duilio Corgnali a pievano e vicario foraneo di Tarcento. Gran parata di autorità, rappresentate tutte le espressioni del territorio: religiose, civili e dell’associazionismo. Trenta i sacerdoti sull’altare e il coro parrocchiale che produce quel tocco in più a una cerimonia suggestiva. Tutti paiono consapevoli di partecipare a un momento storico. E il parroco non li manda delusi, celebrando in latino, italiano, friulano e sloveno, insistendo su quest’ultimo aspetto, quasi a voler ripercorrere i trascorsi del Vicariatus sclaborum.

Il sacerdote ha preso fisicamente possesso della chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo, pertanto della pieve di Tarcento, ma spiritualmente ha inteso abbracciare l’intero territorio della forania (che comprende anche Magnano e Lusevera), con una particolare, delicata attenzione alle aree marginali confinarie. «Il mio cuore – ha detto Corgnali prima in sloveno, traducendo quindi in italiano – è con i fratelli che vivono tra i monti del Torre e del Cornappo. La ricchezza della loro fede, della cultura, della lingua ha il sapore della nostra terra. La bontà di Dio splenda nelle loro case, portando salute, bellezza e santità».

Persona di grande notorietà, monsignor Corgnali è stato comunque presentato alla gente di Tarcento da Bepi D’Agosto, direttore del consiglio pastorale di Sedilis, dove il sacerdote è parroco (e continuerà ad esserlo) dal 1980. «Con lui – ha detto – abbiamo sognato, progettato, costruito. Ci ha fatto riscoprire il gusto di essere comunità. Gli auguriamo di raggiungere gli stessi traguardi anche a Tarcento». Un dono, insomma, da poter ricevere a scatola chiusa. «Noi lo abbiamo già sperimentato», ha concluso D’Agosto.

Richiamandosi alle origini del cristianesimo di Aquileia, il pievano ha ricordato che «qui non siamo a celebrare un avvenimento mondano, ma a certificare la nostra collocazione evangelica, tra memoria e profezia, tra memoria e speranza, eredi di una meravigliosa storia di fede cominciata duemila anni fa sulle sponde della Natissa».

Pievano di Tarcento, ma soprattutto pastore dell’intero territorio della forania. «Mi adopererò – ha precisato monsignor Corgnali – per una Chiesa apostolica, disponibile a tutti, desiderosa della cordialità verso tutti, impegnata a seminare parole e gesti di speranza per tutti, pronta alla collaborazione per il bene di tutti». Anche se in queste puntualizzazioni «non esiste volontà alcuna di omologare a Tarcento le varie comunità del territorio».
In un clima di festa, monsignor Corgnali è stato, infine, salutato dal sindaco di Tarcento, Lucio Tollis, da quello di Magnano, Mauro Steccati, e dal vicesindaco di Lusevera, Giuseppina Scubla. Tra le autorità, l’onorevole Fontanini, i consiglieri regionali Tesini e Cruder, il presidente della Provincia, Strassoldo, con i consiglieri Gasparutti e Macorig, il sindaco di Udine, Cecotti.
Gianpietro Carniato
————————————————————————

«Lavorerò per i giovani e la famiglia»


TARCENTO. La cerimonia è cominciata, sul sagrato del duomo di Tarcento, con l’abbraccio tra monsignor Duilio Corgnali e il sindaco Lucio Tollis.

Si è conclusa sull’altare con la conferma che i punti fondamentali del programma del nuovo pievano sono in sintonia con quelli già all’attenzione dell’amministrazione comunale.
I giovani, la famiglia, la cultura: tre aspetti che viaggeranno su due distinti binari, quello religioso e quello sociale, verso un’unica destinazione, la crescita della comunità tarcentina, proiettata verso orizzonti di solidarietà e di collaborazione, in un’ottica allargata alle diverse entità del territorio, per promuovere Tarcento come centro di interesse europeo per la pace.

Monsignor Corgnali aveva detto di non essere approdato a Tarcento con la valigia dei programmi da attuare. «Li stabiliremo assieme – aveva precisato – sulla base della esigenze e delle aspirazioni. Ma una cosa è certa: intendo lavorare in modo specifico per i giovani, le famiglie e la cultura». Aspetti non propriamente approfonditi, ma chiaramente enunciati e per i quali «servirà immettere energie nuove».

Gli ha replicato Tollis, dichiarandosi «in piena sintonia» con i punti fondamentali enunciati dal pievano.
«Apprezzo – ha detto il primo cittadino – la volontà di operare per i giovani, per la famiglia, per la crescita culturale, aspetti ai quali l’amministrazione comunale sta dedicando grande attenzione.

Apprezzo l’apertura alle realtà culturali, etniche, linguistiche del nostro territorio. Concordo nell’affermazione che la gente di queste valli è legata alla nostra storia, alla nostra civiltà».
————————————————————————