dal Messaggero Veneto del 18/07/2002
Sabato un convegno presenta le realtà carniche, carinziane e slovene
L’archeologia cristiana a Ovaro
Ovaro in questi giorni ospiterà due appuntamenti di rilievo nell’ambito dell’archeologia; sabato, infatti, ci sarà il convegno internazionale Archeologia cristiana nelle alpi orientali – Ovaro, Globasnitz, Kobarid, tre siti a confronto, un convegno Interreg per tre Paesi e verrà successivamente inaugurata, nella sala consiliare del palazzo municipale, la mostra San Martino, Hemmerberg, Tonovcov Grad: scoperte archeologiche senza confini, preceduta dall’esibizione del corpo bandistico Val di Gorto.
Il convegno comincerà al centro socio-culturale di Ovaro, alle 17, e, dopo il saluto del sindaco di Ovaro, Lino Not, e la presentazione di Maria Gloria Vannacci, della sezione carnica della Società friulana di archeologia, vedrà la partecipazione di Aurora Cagnana della sopritendenza archeologica del Friuli-Venezia Giulia, di Franz Glaser proveniente dal museo del lander di Klagenfurt, di Slavko Cilenecki per l’accademia di Lubiana e di Andrea Ballanza, direttore servizio beni culturali della direzione regionale cultura. Le conclusioni saranno tratte da Lino Not.
Gli scavi di San Martino di Ovaro hanno portato al rinvenimento di un complesso tardoantico e di un cimitero altomedievale. Quindi l’insediamento costituisce un utile termine di confronto con altri siti come quello di Invillino, o della necropoli di Liariis. Anche su questo versante cronologico, quindi, la Carnia si rivela un’area archeologica di grande interesse, dopo le scoperte sul periodo preromano e romano.
Tonovcov Grad è un colle che si trova nella parte superiore della valle dell’Isonzo, vicino a Caporetto, ed è stato oggetto di ricerche che hanno mostrato un abitato a più strati che, durante la sua storia durata quasi un paio di millenni, ha reagito sensibilimente alle oscillazioni delle migrazioni. Il colle, colonizzato in più periodi, raggiunse il suo apice durante la migrazione nel V e VI secolo, periodo durante il quale furono costruite numerose abitazioni, quattro chiese e una muraglia.
Da Hemmaberg, infine, sono arrivate importanti testimonianze su quella che è stata l’Austria romana, e sul periodo immediatamente successivo collocabile tra il V e il VI secolo dopo Cristo. Le testimonianze si riferiscono a splendidi mosaici, alla ricostruzione di insediamenti e di chiese, nonché al ritrovamento di cimiteri e sepolcri isolati.
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