dal Messaggero Veneto del 27/02/2002

Già avviati i lavori per consentire la messa in sicurezza della chiesa. La chiusura potrebbe essere lunga
Terremoto, gravi i danni all’abbazia
Moggio: vistose crepe e infiltrazioni d’acqua minano l’edificio


Sono molto vistose le crepe che si sono aperte in diversi punti della struttura dell’abbazia di San Gallo a Moggio. E’ l’amara sorpresa emersa in seguito a un secondo sopralluogo nella chiesa, che ha evidenziato come i danni causati dal terremoto di pochi giorni fa siano stati davvero ingenti. Per ora nessuno parla di possibili crolli, ma sarà da valutare attentamente la tenuta della struttura. La parte più antica dell’Abbazia di Moggio è il battistero che si trova racchiuso in una nicchia di pochi metri quadrati e contiene affreschi risalenti, secondo gli esperti, al XIV secolo.

Da qualche tempo in questo locale si stanno realizzando dei lavori di restauro sia per le opere murarie sia per gli affreschi. Per salvaguardare dal degrado le opere più antiche del complesso religioso è stata adottata una tecnica particolare. Dopo aver consolidato l’intonaco che sostiene gli affreschi, si è provveduto, con pazienza certosina, a “ridare vita” alle pitture. Probabilmente è proprio grazie a quest’intervento di consolidamento degli intonaci che gli affreschi non sono finiti a terra a causa delle scosse di terremoto che si sono susseguiti dal 14 febbraio scorso, giorno della scossa di 4,9 gradi Richter che fece tremare mezzo Friuli.

Nella giornata di ieri lo hanno potuto constatare anche l’abate di Moggio, monsignor Lorenzo Caucig e il sindaco Ezio De Toni durante un sopralluogo, il secondo dopo quello nel quale fu constatata la distruzione della statua in gesso del Redentore, che si era salvata dalla furia distruttrice del sisma del ’76, ma che non ha retto alla scossa di San Valentino. Il motivo dell’incontro è stato l’inizio dei lavori per la costruzione dell’impalcatura che permetterà, ai tecnici, di portarsi a una decina di metri dal suolo per verificare la stabilità degli intonaci. In mattinata sono arrivati parte delle impalcature ed altri attrezzi che verranno utilizzati per questo importante accertamento garantendo agli operatori la sicurezza necessaria.
Le impalcature serviranno anche per proteggere l’organo e tutto il presbiterio da eventuali distacchi d’intonaco.

Ma c’è un altro pericolo incombente e al quale si deve porre subito rimedio: se dovesse piovere a lungo, questo lavoro servirà a proteggere tutto anche da eventuali infiltrazioni d’acqua causate dallo spostamento dei coppi. Se il controllo dei soffitti della navata darà un buon esito, è ipotizzabile la riapertura dell’edificio di culto in tempi relativamente brevi. Il presbiterio rimarrà comunque protetto dalle impalcature perché, almeno guardando dal basso, le crepe formatesi a causa del terremoto non fanno presagire nulla di buono.
L’abate di Moggio sottolinea l’importanza di interventi radicali per proteggere l’antico edificio di culto da ulteriori danneggiamenti causati sia dal terremoto che dalle infiltrazioni d’acqua. Finché questi interventi non saranno realizzati la situazione, soprattutto per quanto riguarda le infiltrazioni, rimarrà sempre una spina nel fianco.
Stefano Treu
————————————————————————