Tre vescovi presenti a sottolineare l’importanza di San Paolino d’Aquileia anche nell’attuale momento ecclesiale, storico e geo-politico.


Tre giornate intense di preghiera, incontri, riflessioni ed iniziative di vario genere hanno caratterizzato la partenza dell’anno paoliniano fortemente voluto, proposto e già ampiamente delineato dal Comitato Promotore, al tavolo di progettazione ed elaborazione già da due anni, sotto la presidenza di mons Guido Genero.

La prima serie di manifestazioni si è appena conclusa, sollevando entusiasmi, speranze e consensi e facendo già capire
il senso complessivo del progetto: mantenere la memoria del Santo, riconsiderando la sua figura e la sua influenza,
attualizzando però il lascito dei suoi insegnamenti, delle intuizioni profetiche e di una fede genuina e profonda, fermento
pastorale di un cammino comune ancora presente e sicuramente percorribile per le genti di un’area geografica
vasta e composita, un laboratorio europeo sì ristretto, ma paradigma di una crescita più generale del nuovo
assetto del continente.
Ecco nel dettaglio i momenti in cui sono stati presenti i vescovi Alfredo Battisti, Pietro Brollo e Franc Rodé.

Venerdì 11 gennaio 2002 -Teatro comunale “A. Ristori”. Intervento dell’arcivescovo mons. Alfredo Battisti

Dopo l’introduzione di mons Guido Genero che ha ricordato in particolare le associazioni e gli enti che sono parte attiva
del progetto “Paulinus Patriarcha-802- 2002: un uomo per l’Europa di ieri e di oggi”e la presentazione dei grandi
appuntamenti per l’anno in corso e la coda del 2003 con l’importante mostra interattiva, commovente e ricca di spunti
di riflessione è stata la conferenza, anzi la testimonianza di pastore, del vescovo emerito Alfredo Battisti, tutta incentrata sulle consonanze e sulle varianti delle due esperienze di vescovi, quella di san Paolino appunto e dopo dodici secoli la sua. Il presule ha detto fra l’altro: “ Dopo la mia nomina episcopale a Udine mi sono scoperto vescovo di una Chiesa ricca di fede e di tradizioni antiche, erede della gloriosa madre Aquileia e di cui nel secolo VIII rifulge la meravigliosa figura di san Paolino, che una volta nominato patriarca affrontò con tanto zelo e coraggio la sua missione pastorale” e ha continuato la relazione, esponendo le linee di azione pastorale di san Paolino, in particolare quelle scelte per l’evangelizzazione dei nuovi popoli appena sottomessi al potere franco, secondo le quali la fede non doveva essere imposta ma proposta con persuasione e dolcezza, nello stile dell’Ubi caritas, un inno cantato oggi in tutto il mondo, per contrastare con rigore l’adozianismo, l’eresia del tempo, per richiamare con forza il popolo al rispetto di alcune discipline morali, come il rispetto del matrimonio e della famiglia, o dell’appartenenza ecclesiale.

Grande è stato san Paolino in questo operare, come teologo e riformatore liturgista, senza confusioni, ancorando difficili
aspetti cristologici (la stessa natura del Cristo) a sicuri riferimenti di prassi e vita cristiana, come la santificazione della domenica e delle altre feste di precetto, le modalità necessarie per arrivare degnamente al sacramento battesimale, le norme per la celebrazione del matrimonio, l’introduzione delle preghiere del Credo e del Pater noster.

L’arcivescovo Battisti, operando lungo un tracciato ispirato a quello di san Paolino, ha cercato di dare pure delle risposte
simili, per esempio nella lettera pastorale del 1991: Par un popul che no’ devi sparì, o in quella del 1994: Famiglia friulana vivi la tua appartenenza ecclesiale dove ha puntualizzato alcuni mali ancora ben presenti e radicati nella società
odierna: l’ignoranza religiosa dei cristiani adulti, per cui la Cresima non deve essere il sacramento dell’addio, ma della testimonianza, o la crisi del matrimonio e della famiglia, stigmatizzando la ricerca di fuochi fatui “fuori casa”.

Per coinvolgere tutta la Chiesa in un cammino di rinnovamento ha indetto il V sinodo diocesano (1983-1988), col tema Cristiani e Comunità cristiane, adulti e testimoni, anche contro, più che un ateismo teorico, un ateismo pratico e contro alcune sfide della storia (nei versanti dell’ecologia, della tecnologia e della
genetica), per cui richiamandosi a Paolino, sarà sempre più necessario un “soprassalto” di missionarietà nelle
comunità locali.
In campo geopolitico Paolino -ha continuato il vescovo Battisti – s’inserì esercitando un’influenza notevole sull’Europa,
ponendo le basi spirituali per quella pacifica convivenza tra latini, slavi e germanici che ha retto per quasi dieci secoli, prima che venisse frantumata dai nazionalismi; per lui, in controtendenza con l’imperatore, dovevano essere il rispetto e la persuasione la strada evangelizzatrice.

Anche oggi emerge una consonanza del genere, l’ideale dell’unità europea non è solo un motivo politico ed economico, ma anche cristiano ed ecclesiale; l’incontro dei tre popoli è una risposta, che parte dalla Chiesa locale, convinta che alla chiesa di san Benedetto sia aggiunta anche quella di san Cirillo e san Metodio, un’Europa dai due polmoni altrettanto indispensabili, un’Europa dalle porte aperte ad ogni ricchezza, per tutti i suoi figli così diversi, ma così uguali di fronte all’unico Dio, nel segno della stessa dignità cristiana.

Le generazioni del III millennio si potranno incamminare solo in questo modo lungo i sentieri della pace, superando tre formidabili sfide: un’Europa oltre Maastricht, oltre l’euro e “oltre l’Europa”, cioè un’Europa capace di riaffermare i
propri valori cristiani, dall’est all’ovest, ma anche pronta a dare delle risposte concrete ai bisognosi e ai poveri che si affacciano ai confini in cerca di una possibilità di sopravvivenza, inseriti però secondo i valori e gli obiettivi previsti proposti dalla nuova carta costituzionale europea, ma senza marginalizzazione, però, dei valori religiosi tipici
della storia europea.-

La regione di Paolino, ieri come oggi è una regione ponte, con una vocazione che non può e che non deve perdere, nemmeno a favore di una regione più ampia che potrebbe fagocitarla; ecco dunque l’appello finale ai governanti regionali: occorre
far tesoro di questa specificità.

Sabato 12 gennaio 2002 -Duomo di Cividale. Ricognizione delle reliquie del Santo e S. Messa presieduta dal vescovo mons. Pietro Brollo

Momento emozionante all’atto dell’apertura del reliquario di san Paolino presieduta, davanti all’altare maggiore del duomo, dall’arcivescovo Pietro Brollo, assieme al cancelliere- procuratore di giustizia e al vice cancelliere-notaio della diocesi e curata dal prof. Francesco Mallegni, palentologo antropico dell’Università di Pisa, coadiuvato dalla d.ssa
Licia Usai dello stesso ateneo e dallo studioso Lorenzo Favia, membro fra l’altro della commissione culturale della Parrocchia di santa Maria Assunta di Cividale.

Attimi di religioso silenzio, scanditi dalla voce del cattedratico che elencava con dovizia di particolari i resti ossei del santo, andando a precisare ulteriormente rispetto all’ultima ricognizione del 1988 le caratteristiche anatomo-patologiche dei reperti osservati.

Alcuni curiosi, altrettanto attoniti e silenti, hanno potuto osservare le operazioni grazie ad una videocamera allestita a circuito chiuso per l’occasione.
Poi, durante l’omelia l’arcivescovo Brollo ha richiamato la figura di san Paolino come uno degli anelli che lega la diocesi di Udine alla Chiesa madre delle origini, quindi ad una Chiesa apostolica; la stessa figura dei vescovi succedutisi nel corso
dei secoli è un legame e segno tangibile (per la cronaca Brollo è il 111° successore, così come è stato rilevato nella lettura iniziale fatta durante la recente Messa dello Spadone).

Queste origini sono e devono essere ritenute anche dei segni precisinella storia della fede della comunità friulana legata da sempre alle proprie tradizioni e alle proprie radici.
Il presule ha quindi rivolto un caloroso saluto ai giovani che, come ogni sabato, animavano con canti e musiche la celebrazione eucaristica ed ha concluso con un pressante appello: “non rinunciate a capire chi siete, se non si capisce la storia da cui si viene, non si può sapere dove andare… occorre nel nome di Paolino richiamarsi alle radici della fede”.

Cividale 12 gennaio 2002: analisi anatomica delle reliquie.
Cividale 12 gennaio 2002: omelia del Vescovo Pietro Brollo.
Cividale 12 gennaio 2002: mons. Guido Genero porta le reliquie sull’altar maggiore.

Domenica 13 gennaio 2002 – Duomo di Cividale – Messa presieduta da mons. Franc Rodé, metropolita sloveno e vescovo di Lubiana

Altro piccolo-grande evento per la Chiesa friulana e cividalese in particolare: mai, infatti, in precedenza un primate sloveno aveva presieduto una celebrazione eucaristica nella città ducale (evento raro se non unico, però, per l’intera diocesi).
Il vescovo Rodé, nel suo intervento durante la messa, ha affermato che i legami degli sloveni con san Paolino sono molto forti ed importanti (fra l’altro il calendariosloveno dei santi prevede come primo nominativo dell’11 gennaio proprio
il richiamo a Paolino), perché nascono prima della missione di Cirillo e di Metodio e quindi configurano in chiave di appartenenza e d’identità religiosa questa parte del mondo dell’est in maniera significativamente diversa dal resto della storia cristiana degli altri slavi. Un’omelia, la sua, tutta improntata sui pericoli che corre il mondo sgretolato dai valori etici, dove non c’è solo da evidenziare la crisi della famiglia, ma molte altre. Quali risposte occorre dare? Il richiamo ad una fede forte, lucida, libera giovane e testimoniale.

Occorre credere con ancora più gioia nel Signore Gesù, capace di farsi uomo tra gli uomini e di dare speranza e ragioni alla dignità umana. Quindi ha esortato i numerosi fedeli presenti, alcuni venuti anche dalle vicine Valli del Natisone e ai quali ha rivolto pure un saluto in sloveno, a continuare a considerare la fede e l’identità cristiana proprio come un dono del Signore stesso e a coltivare la carità nel solco dell’insegnamento dell’Ubi caritas di san Paolino.

Venerdì 11 gennaio Teatro “A. Ristori”

Perfette esecuzioni eseguite dai cori “Albino Perosa” di Mortegliano e “G. Tomat” di Spilimbergo; in particolare
quando hanno eseguito dei brani a cori riuniti. Il pubblico ha apprezzato sia l’esecuzione di antiche melodie, tra le
quali la celebre Ubi caritas proposta nell’armonizzazione di Albino Perosa e sia delle rivisitazioni moderne
di musiche provenienti dalla tradizione friulana.
Promo del video “Tra Paolo e Paoino. L’idea dell’Europa unita”. Nato da un’idea di Franco Fornasaro, a presentarlo è stata la regista istriana Rosanna Giuricin T. (l’altro co-regista è il carnico Stefano De Franceschi, gli autori dei testi Bruno Cesca, che cura anche la sceneggiatura, Lorenzo Favia e Franco Fornasaro) che ha raccontato come l’idea della sua realizzazione parta da un’analisi delle vicende umane e dall’incredibile storia che accomuna le origini cividalesi di due personaggi fondamentali per la storia dell’Europa di Carlo Magno: Paolo Diacono e san Paolino. Un viaggio nell’idea e un idea-viaggio per la prima storia di un’Europa comune.
Il video, che ha sollevato grande consenso, sarà pronto all’inizio della prossima primavera e verrà presentato
ufficialmente sia a Cividale, probabilmente nel Centro culturale san Francesco e sia Udine presso il Centro
culturale diocesano.

Sabato 12 gennaio Centro culturale “S. Francesco”

Un’incredibile conferenza-concerto quella proposta dalla d.ssa Giovanna Motta di Milano e dal suo gruppo dell’Ensemble Adelchis (le voci soliste: Stefano Torelli, Gilberto Jime-nez e Andrea Locati, gli strumentisti. Simone Erre, Marcello Rosa e la stessa Giovanna Motta): partendo da Mecum Timavi Saxa, un lamento scritto e musicato dallo stesso san Paolino nel 799 in occasione della morte dell’amico duca Herico, è stato costruito un percorso musicale che abbraccia i secoli IX, X e XI, facendo capire con chiarezza tutte le sfumature e le sottigliezze che caratterizzano le melodie di un’epoca così sconosciuta e lontana. Più in generale un itinerario ricco di atmosfere altomedioevali, magistralmente eseguito e giocato tutto su controcanti e sull’uso appropriato, frutto di un’attenta ricerca fatto dalla paleografa musicale leader del complesso, di alcuni strumenti molto antichi

Da gennaio, poi, nell’ambito dell’anno paoliniano, è partito un itinerario di conferenze articolate per tutto il 2002, tenute da vari relatori presso il Centro san Francesco della parrocchia di santa Maria Assunta di Cividale, inserite nel calendario predisposto dal Comitato promotore e organizzate dal circolo delle Acli “ San Paolino d’Aquileia-Friuli Orientale”.

CALENDAIO DELLE PROSSIME INIZITIVE DELL’ANNO PAOLINIANO


Venerdì 3 maggio 2002 – ore 20.30 Teatro Comunale “A. Ristori”

Presentazione in 1 nazionale del video:

TRA PAOLO E PAOLINO. L’IDEA DELL’EUROPA UNITA,

con testi e sceneggiatura di Bruno Cesca e con la collaborazione di Franco Fornasaro e Lorenzo Favia.
Regia di Rosanna Giuricin T. e di Stefano De Franceschi.
Nel corso della serata interventi di mons. Guido Genero e dell’avv. Oliviano Spadotto del Consorzio delle Università di Pordenone.

Sabato 1° giugno 2002 dalle ore 9.30 – Centro S. Francesco

SEMINARIO DI INTERCULTURALITÀ CRISTIANA

Partecipano:

Maximilian Aichern – Arcivescovo di Linz e presidente della conferenza epicopale austriaca

Emanuele Tabocov – Metropolita bulgaro di Stava Zagora

David Farmen – Cattedratico emerito dell’Università di Reading e curatore della “Storia dei Santi dell’Europa” (edizioni Paoline)

prof. Carlo Scarcia – Università Cà Foscari di Venezia, cattedratico di Storie orientali e islamiche

prof.ssa Dorova Gil – Università di Cracovia, cattedratico di serbo-croato e di tematiche balcaniche

prof. Rainer Weissen Gruber – Filologo e Direttore del Centrum Latinitatis Europae di Aquleia

Moderatore: prof. Gianfranco Giraudo – cattedratico di slovistica presso l’Università Cà Foscari di Venezia