dal Messaggero Veneto del 31/01/2002

La lettera inviata anche a Touring, Legambiente, Italia nostra, Wwf dopo l’annuncio della ristrutturazione

Lignano: la denuncia del Comitato Riviera. Cemento in un’area verde dedicata ai bambini


La chiesa che potrebbe sorgere nei pressi del parco Unicef di Lignano Riviera, di cui ieri sono state consegnate le opere all’impresa Cividin Spa, che si è aggiudicata la ristrutturazione dell’intera area, è al centro di una polemica. «Un parco verde dedicato ai bambini dell’Unicef non ha certo bisogno di essere stravolto dall’ennesima cementificazione, sottraendo il già esiguo spazio verde ormai rimasto a Lignano» scive Daniele Passoni, del Comitato Riviera, in una lettera inviata al sindaco Sandro Virgilio e al presidente della giunta regionale Renzo Tondo, nonché al vescovo Brollo, al comitato provinciale dell’Unicef, al Touring club italiano, a Italia nostra, al Wwf e a Legambiente.

«Non per la Chiesa in sé e per il ruolo che la stessa può avere» spiega Passoni, ma «non si riesce a capire il perché di un simile e impegnativo dispendio di risorse per un’opera del genere vista la scarsità di presenze nei luoghi di culto».
Dopo aver quindi ricordato che l’attuale chiesa di Lignano Riviera, da qualche anno precariamente inserita in un locale commerciale nelle vicinanze del parco, nella maggior parte dell’anno è chiusa in quanto la zona, residenziale a carattere stagionale non è abitata d’inverno, e quando è aperta non è frequentata se non in alcuni rari giorni festivi soltanto in piena stagione turistica, il rappresentante del Comitato Riviera scrive che «è utile ricordare che lo spazio fisico è limitato». Spiega quindi che «la presenza di verde pubblico contribuisce a rendere più gradevole ed equilibrata la vivibilità della zona». Bisogna quindi «sapere evitare inutili forzature, almeno nelle zone dove certi errori non sono stati devastanti».

«Lignano ha ormai quasi esaurito lo spazio libero» è sostenuto nella lettera e ora «si sta tentando di rosicchiare anche le ultime pinete rimaste. Non rimane altro che sfruttare anche gli interstizi e le aree verdi attrezzate ancora presenti».
«Sono ben altri gli impieghi di risorse cui la Chiesa dovrebbe destinare le proprie attenzioni» afferma Passoni. In quanto all’ultima iniziativa «non può essere considerata pubblica, né può avere interesse collettivo o sociale».
«Invitiamo, pertanto – sottolinea il rappresentante del Comitato Riviera –, a una repentina riflessione delle parti interessate e a un deciso cambio d’indirizzo delle proposte e dell’utilizzo delle risorse».

La lettera si conclude con un invito a «negare la possibilità di tale progetto, che rimane incomprensibile anche a quei cittadini convinti dell’importanza della presenza dell’istituzione religiosa sul territorio».
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