dal Messagero veneto del18/01/2002
La parrocchia di via Aquileia non può intervenire perché il restauro costa troppo
Gli storici dipinti rovinati dall’umidità necessitano di un urgente restauro
di PAOLO MOSANGHINI
Gli affreschi della chiesa della Beata Vergine del Carmine di via Aquileia rischiano di essere rovinati se non si interverrà con un restauro entro tempi brevi.
Sono messi a rischio i dipinti alle pareti, che sono già stati rovinati da sali che filtrano dal muro. Nel luogo di culto sono stati eseguiti lavori alcuni anni fa. Il tetto è stato rifatto e, secondo gli esperti, i danni che si sono riscontrati negli ultimi tempi non sarebbero addebitabili direttamente ai lavori eseguiti.
Ci sono problemi agli affreschi delle pareti. Il muro si è asciugato e questo ha provocato l’uscita di sali dalle pareti», spiega l’architetto Carla Rigo della Soprintendenza ai beni architettonici. Ma a questo punto dovrebbe intervenire, secondo la Soprintendenza, il Centro di catalogazione di villa Manin di Passariano. Sempre secondo il funzionario, in alcuni punti della chiesa dovrebbe essere fatta manutenzione ordinaria. Per esempio, dicono, le grondaie devono essere pulite per evitare che l’acqua fuoriesca e finisca per bagnare le pareti. A questo punto però gli affreschi necessitano di un restauro. Devono essere puliti e i sali vanno eliminati – afferma l’architetto Rigo –. Ma questo è un intervento ordinario, e la manutenzione di questo tipo è compito del proprietario dell’edificio.
Bisogna porre mano al restauro degli affreschi, per questo ci auguriamo che si intervenga al più presto, prima che il degrado si faccia più evidente: il parroco del Carmine monsignor Luciano Quarino non nasconde quella che risulta una necessità ben chiara agli occhi di chi entra nella chiesa per ammirarne le opere d’arte, a cominciare proprio da quel soffitto dell’aula in cui figura la Vergine del Carmelo che dona lo scapolare al Beato Simone Stock, primo generale dell’ordine dei carmelitani.
Proprio ai carmelitani, che prima avevano sede in località Gervasutta, dove sorgeva la chiesetta di San Pietro in Tavella, si deve la nascita, all’inizio del XVI secolo, del sacro edificio entro le mura cittadine.
Dalla chiesetta di San Pietro fu così trasferita anche l’immagine della Madonna tuttora al centro dell’altar maggiore, altro esempio di barocco in Friuli. La chiesa della Beata Vergine del Carmine assunse funzioni parrocchiali nel 1808; dal 1595-96 (anno di fondazione della parrocchia) e fino ad allora infatti queste erano assolte dalla vicina chiesa dei santi Pietro e Paolo in piazzetta del Pozzo.
Per il parroco i lavori non possono essere messi in preventivo dalla parrocchia perché si tratta di somme ingenti e perché dovrebbero intervenire al più presto gli esperti», spiega don Quarino. Al momento noi non possiamo mettere in cantiere questi lavori», conclude il parroco, secondo il quale anche il riscaldamento all’interno della chiesa potrebbe essere la causa dei danni ai dipinti.