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Prende corpo il progetto del presidente del policlinico Ambesi: creeremo un centro di ricerca avanzata
A Palmanova un laboratorio sulla vecchiaia


Nei prossimi mesi nascerà a Palmanova un centro di valore internazionale per lo studio dell’invecchiamento. Il progetto cammina spedito e porta la firma del professor Francesco Saverio Ambesi Impiombato, presidente del Policlinico universitario di Udine. «Un gruppo di tecnici – conferma Ambesi – sta lavorando all’attuazione di queso progetto, considerando anche che la nostra regione ha un primato sull’invecchiamento».

Spiega Ambesi: «A Palmanova vogliamo realizzare un centro allo scopo di promuovere e condurre ricerche scientifiche e collaborazioni nel campo delle malattie degenerative e dell’invecchiamento. La filosofia che sta alla base di queste iniziative è quella di porre la scienza e la tecnologia a servizio della crescita civile della società, sia attraverso il contributo scientifico alla soluzione di problematiche di origine territoriale e sociale, sia con una valorizzazione della specificità e delle potenzialità locali».

Perché l’invecchiamento e perché Palmanova? «La diminuzione della fertilità – risponde Ambesi – è evidente in particolare nel Friuli Venezia Giulia, che mostra 0,89 nati per donna a fronte di un dato nazionale di 1,19 che è comunque il dato più basso a livello mondiale, ben al di sotto di 2,00 che corrisponderebbe ad un tasso di crescita “zero”. Poi l’aumento della longevità (che in Italia e in Regione ha ormai superato i 75 anni per l’uomo e gli 81 per la donna) pone problemi nuovi e di grossa portata nella gestione socio-sanitaria della popolazione».

«La scelta – aggiunge il professor Ambesi – di Palmanova nasce dalla sua collocazione geografica strategica e per il potenziale storico-urbanistico di cui dispone; la fortezza costituisce il centro ideale per una iniziativa che può travalicare i confini regionali ed avere un respiro nazionale ed internazionale. Si tratta di un progetto che intende convogliare sinergie di ricerca teorica ed applicata da realtà diverse quali Università, ospedali, industrie, Comuni, Province e Regione, creando un terreno comune di confronto e collaborazione.

E’ necessario – conclude Ambesi – che la comunità comprenda che bisogna impegnarsi in uno sforzo sia organizzativo sia scientifico indirizzato ad assistere una consistente fascia della società e possibilmente a fornire indicazioni preventive ed un sostegno immediato e continuato, idonei ad ostacolare il progredire di malattie cronico-degenerative socialmente rilevanti. Si cercherà insomma di portare il meglio della ricerca operante, a livello regionale, in settori quali (tanto per fare alcuni esempi) il cancro, l’infiammazione, l’obesità e il diabete, le malattie cardiovascolari, la riabilitazione a diretto contatto con la pratica clinica ed assistenziale giornaliera».