Da Raggi di Vita

Dopo due anni di ministero nella nostra comunità, prima come diacono e poi come presbitero, Don Pier Angelo Venturini ci ha lasciato. In una lettera, letta durante le Messe della Prima Domenica di Quaresima (16-17 febbraio scorso), egli ci ha spiegato il motivo di questo doloroso abbandono: legato da un affetto, deve assumersi ora altre responsabilità, tra cui quella di padre. La notizia ha provocato grande amarezza e delusione in tutti i fedeli, ma ha suscitato anche un sentimento
di comprensione e riconoscenza per la dedizione offerta soprattutto fra gli adolescenti e i giovani.
La comunità nel suo complesso ha reagito con serietà e dignità, anche perché la rivelazione è stata accolta nel clima della preghiera ed è stata collocata nel solco della storia cristiana di una parrocchia che vuole continuare fedelmente il proprio cammino religioso e morale.
Proponiamo qui di seguito il testo della lettera di Don Pier Angelo e la risposta della comunità.

LETTERA APERTA AI FEDELI DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CIVIDALE DEL FRIULI 16/02/2002
Fratelli e sorelle carissimi, scegliendomi per il ministero presbiterale, la Santa Chiesa si curò di formarmi e farmi crescere perché, grazie al mio servizio, la Parola del Signore potesse diffondersi e la Chiesa potesse nutrirsi ai Sacramenti che ero chiamato a celebrare.
Data l’importanza di questo ministero per la vita dei Cristiani, la Chiesa chiede, ai figli che sceglie, di donarsi completamente e di promettere di servire fedelmente il Signore nell’obbedienza, nella preghiera costante e con una vita celibe. Ma per la miseria della mia condizione umana ho mancato nella fedeltà a queste promesse che davantia voi e per voi ho pronunciato, ed è per questo motivo che a Dio chiedo perdono e domando scusa per il dispiacere che so di provocare a voi che mi volete bene e a cui voglio bene.
Dopo matura riflessione e in piena intesa con l’Arcivescovo, devo annunciarvi che non sono più nella condizione che la Chiesa richiede a un suo figlio perché gli possa essere affidato il ministero presbiterale, e quindi, oltre al perdono, vi chiedo anche la preghiera perché, qualsiasi strada prenda ora la mia vita, possa essere sempre, nonostante tutto, un testimone di Gesù Cristo, anche con le nuove responsabilità che devo affrontare, tra cui quella di padre.
Ringrazio tutti voi per la preghiera che per me non ho mai sentitomancare, vi ringrazio per la vicinanza, la pazienza e l’esempio che in questi anni mi hanno sostenuto, e nella speranza che il Signore abbia contribuito, anche attraverso la mia povera persona, a farvi camminare verso la santità, vi saluto Don Pier Angelo Venturini

LETTERA DEL PARROCO
Caro don Pier Angelo, quindici giorni fa tu ci hai indirizzato una lettera aperta che è stata letta in Duomo durante le Messe
domenicali, provocando in tutti sorpresa e disagio.
Tu puoi ben immaginare il nostro dispiacere per quanto ci hai comunicato, soprattutto perché non abbiamo potuto aiutarti e perchè non potrai continuare il ministero sacerdotale, per il quale ti eri preparato durante tutta la vita.
Don Pier Angelo ci lascia Tuttavia, come nei momenti più significativi della tua missione fra noi, così anche ora ti siamo vicini in forza della medesima fede e, con fraterna amicizia, vogliamo esprimerti la riconoscenza per il tempo e le
energie che hai dedicato alla nostra comunità.
Mentre ti raccomandiamo nella preghiera al Signore, Dio misericordioso, e insieme con te tutti i tuoi
cari, ti auguriamo di poter trovare, illuminato dallo Spirito Santo e assistito dalla protezione della Madonna, la migliore soluzione per la tua vita.
Mandi, Pieri.
Don Guido con tutta la parrocchia di S. Maria Assunta di Cividale

Prossimo appuntamento con gli incontri di spiritualità proposti dal Comitato Paulinus Patriarcha in collaborazione con il circolo ACLI e la parrocchia di Santa Maria Assunta: venerdì 19 aprile 2002 ore 20.30 Centro S. Francesco Sala degli Archi Relatore: dr. Roberto Tirelli LA PACE DI CORMONS: 1202 – 2002
ingresso libero


dal Messaggero Veneto del 18/02/2002
Apprezzate le sue doti umane e di educatore religioso. Si è rifugiato in un luogo segreto, non sarà sostituito

La partenza di don Pier Angelo Venturini, diventato papà, ha lasciato il vuoto nella parrocchia

Ha lasciato per sempre Cividale sabato mattina, dopo aver meditato sulla decisione già da qualche giorno. Pier Angelo Venturini, ex cappellano di una delle parrocchie più importanti del Friuli, diventato papà da qualche mese, è partito per un luogo che non ha voluto rivelare a nessuno.

Si prenderà un periodo di riposo, forse in famiglia a Buia, in attesa di intraprendere la sua nuova vita da laico e soprattutto da genitore.
Intanto ieri a Cividale, tra i fedeli, ma anche tra coloro che la chiesa non la frequentano, non si parlava d’altro, della rinuncia alla tonaca del giovane sacerdote. In chiesa, prima dell’omelia della messa, don Genero, il parroco del duomo, ha letto la lettera che il cappellano aveva già diffuso sabato, al momento della sua partenza. «Dopo matura riflessione – si legge – e in piena intesa con l’arcivescovo, devo annunciarvi che non sono nella condizione che la Chiesa richiede a un suo figlio perchè gli possa essere affidato il ministero pastorale».

Il direttore del consiglio pastorale, Antonio Bocchi, il laico cividalese più vicino ai religiosi, ammette che questo è un momento «difficile e pesante per la parrocchia, anche se non se ne deve fare un dramma, o uno scandalo». «Spero che lui sia felice – aggiunge Bocchi –. Sono sicuro che per la sua intelligenza, per la sua cultura, la sua serietà sarà un uomo positivo anche nella vita da laico che sta per intraprendere».

Ottimo il ricordo che i fedeli della città ducale hanno di don Venturini: «E’ stato un sacerdote entusiasta – spiega ancora il direttore del consiglio pastorale –, lavorava molto bene, conosceva i testi. Le sue omelie erano profonde e ai giovani sa parlare come pochi. Avrei voluto parlargli, ma non è stato possibile raggiungerlo, neanche per telefono. Sentivo il bisogno di stargli vicino, in questo momento delicato della sua vita».

Attestati di stima per don Pier Angelo arrivano anche dalla gente comune. Un genitore di un’adolescente che partecipa alle attività dei gruppi giovanili della parrocchia di Santa Maria Assunta, ha inviato un fax al nostro giornale: «Vorrei esprimere la mia gratitudine al cappellano al di là delle sue vicende personali. In particolare mi riferisco all’ottimo lavoro di socializzazione che ha saputo compiere in questi due anni con i nostri ragazzi, riuscendo a coinvolgere anche noi genitori. Vorrei potesse continuare, pur in altra veste, il percorso molto positivo già intrapreso, magari rimanendo nella parrocchia come animatore. I fatti di questi giorni non scalfiscono assolutamente la sua credibilità dal punto di vista umano e come portatore di valori cristiani».

Intanto la parrocchia di Cividale, adesso, deve fare i conti con la carenza di sacerdoti. Don Pier Angelo Venturini non sarà infatti sostituito: le vocazioni scarseggiano e i giovani disposti ad indossare l’abito talare sono sempre di meno.

dal Messaggero Veneto del 20/02/2002

CIVIDALE
Appello dell’arciprete monsignor Genero alla cittadinanza: «Non ergiamoci a giudici»

Solidarietà e riconoscenza a don Pier
La comunità non condanna la scelta di don Venturini di abbandonare il ministero per formare una famiglia

I pettegolezzi, inevitabilmente, ci sono stati. C’è stato sconcerto per una rivelazione inattesa, caduta come una doccia fredda sulla comunità dei fedeli, e dispiacere per la perdita di un sacerdote benvoluto dalla gente, ma specialmente dai giovani della parrocchia. E alla fine, ad appena pochi giorni dalla confessione choc di don Pier Angelo Venturini, a prevalere, nei cividalesi, è stato un senso di rispetto per una vicenda umana senza dubbio dolorosa e sofferta.

«Cerchiamo di non ergerci a giudici» aveva ammonito domenica mattina, durante l’omelia in chiesa, l’arciprete, monsignor Guido Genero, subito dopo aver diffuso la notizia della scelta “obbligata” del suo collaboratore: divenuto padre da alcuni mesi, don Pier Angelo ha infatti annunciato in una lettera aperta indirizzata alla cittadinanza (letta subito dopo il vangelo dal direttore del Consiglio pastorale, Antonio Bocchi) il proprio abbandono del ministero.

«Proviamo a non guardare solo allo scandalo», aveva aggiunto il monsignore, facendo notare come significativa sia stata, in un caso tanto delicato, la scelta di una linea di chiarezza e trasparenza. Un appello, quello lanciato dall’arciprete, che in fondo è stato accolto: la storia di don Pier – così il giovane prete veniva chiamato dai suoi ragazzi – è stata sì sulla bocca di tutti, ma è anche vero che la stima di cui il ventottenne sacerdote godeva in città e l’affetto che era riuscito a stimolare in tanti hanno evitato una morbosità eccessiva verso l’episodio o un drastico accanimento nei confronti della persona. Cividale non giustifica semplicisticamente, insomma, banalizzando quanto accaduto, ma nel contempo evita anche di accusare, di criticare con asprezza.

E di don Pier Angelo, fra i frequentatori della chiesa e fra chi, in primo luogo i giovani, aveva avuto modo di conoscerlo meglio, rimane un ricordo positivo. Parecchi, anzi, tengono a ribadire la considerazione che avevano, e che mantengono, per un figura capace di aggregare i ragazzi, di farli socializzare e di parlare con loro, facendosi volere un gran bene. Il lavoro svolto in questi anni da don Venturini, assicurano, è stato notevole, ha lasciato un segno.

La comunità dei fedeli, dunque, vuole palesare la propria solidarietà verso il suo (ormai ex) giovanissimo sacerdote; desidera fargli sapere che non lo condanna per quanto è capitato e che, al contrario, gli è riconoscente per ciò che è stato in grado di fare nel periodo trascorso nella cittadina ducale.

L.A.

Dal Messaggero Veneto del 22/02/2002

A proposito di Pier Angelo…

Non so se gli farà piacere che io vi scriva questa lettera o se, al contrario, gli darà fastidio vedere ancora una volta il suo nome sul giornale. Ma sento di doverlo fare e mi scuso in anticipo se gli darò un dispiacere. Ho conosciuto Pier Angelo Venturini cinque anni fa o giù di lì, quando “lavorava” con i ragazzi della parrocchia San Marco di Udine e, come molti altri genitori, ho apprezzato le sue doti, la sua capacità di parlare con i giovani, di coinvolgerli in temi che non sempre gli adulti sono in grado di trattare con loro. L’ho considerato una “persona” degna della massima stima.

Adesso vedo che ha lasciato la veste perché è diventato papà: conoscendo per quello che era e che credo sia ancora non riesco neppure a immaginare quanto abbia riflettuto e sofferto per prendere questa decisione.
Ma, proprio perché l’ha presa, non posso che rinnovargli tutta la mia stima. Sei una “persona” vera, Pierangelo; hai tutta la mia solidarietà e sono convinta che, in qualsiasi altro modo continuerai la tua vita, la continuerai sempre con la serietà che ti contraddistingue.
Lettera firmata
Udine
————————————————————————

Dai Ragazzi di Cividale

Ra . . . ragazzi, animatori, giovani che lasciano la loro traccia anche su queste pagine
ta . . . tantissime storie, emozioni, esperienze vissute con il cuore e con la semplicità e la voglia di crescere
Tu . . . si, tu! Ma non solo tu, anche lui, lei, voigrazie perché in ogni giorno della vostra vita contribuite alla riuscita di questo inserto
Jè . . . piccole (ma grandi) cose
RATATUJE’ un nome, tante parole, tante persone e altrettante storie, mille emozioni vive su queste pagine e tutto questo è qui per voi! GRAZIE
G R A Z I E P I E R I

viva la gente la trovi ovunque vai,viva la gente simpaticapiù che mai! se più gente guardasse alla gente con favor, avremmo meno gente difficile e più gente di cuore (Canzone-inno del campeggio superiori dell’estate 2001).

“Non preoccuparti sai, qua va bene, ti comprendiamo e ti siamo vicini, qualunque siano le tue scelte, qualunque cosa tu faccia” (Erica)

Grazie pieri. grazie per essere stato uno di noi, grazie per averci insegnato ad amare Gesù con semplicità. (Gli animatori dei ragazzi)

Rimarrai sempre un grande amico. ti vogliamo bene. (Gli animatori del gruppo giovani)

Nulla è piccolo se fatto con amore.
Abbiamo camminato insieme

Campeggio Avausa 2001 con i ragazzi delle medie.