PROSSIMAMENTE/ LA MONDIALE DEI GIOVANI DI TORINO
Di: Matteo Spicuglia
Il futuro sei tu è lo slogan che animerà il 1° appuntamento mondiale dei giovani della pace, organizzato dal Sermig di Torino. La splendida realtà costruita da Ernesto Olivero farà da cornice ad un momento molto significativo in cui i giovani del mondo consegneranno ai rappresentanti della società adulta, la carta dei giovani, un documento elaborato da più
di 400 gruppi per un futuro più giusto all’insegna della pace.
Il 5 ottobre a Torino saranno presenti sindaci del mondo, statisti, imprenditori, scienziati, economisti, uomini di cultura, esponenti religiosi, tutti chiamati a partecipare a quello che Olivero definisce un G8 al contrario.
Per una volta i potenti non saranno invitati a parlare, ma ad ascoltare. Davanti a loro ci saranno i problemi e i disagi di tanti giovani che ancora oggi sono vittime di una vera e propria guerra che li priva del lavoro, che li delude e li rende vittime di violenze e sfruttamenti.
Vorrei che il mondo degli adulti aprisse gli occhi sul problema dei giovani e facesse un esame di coscienza per chiedere loro scusa; dice Ernesto Olivero a http://www.papaboys.it – una nuova strada può essere aperta solo se c’è riconciliazione tra padri e figli. La Mondiale dei Giovani vuole essere quindi per prima cosa, un’occasione di riconciliazione, ma anche un luogo da cui possano nascere proposte concrete. Nel documento di presentazione si fa riferimento alla richiesta di realizzare un fondo sostenuto da enti, fondazioni e imprese (bancarie, assicurative, industriali, commerciali, ecc.) con lo scopo di istituire mille borse di studio per i giovani e i bambini del Terzo Mondo, oltre a creare una nuova agenzia ONU dedicata alle problematiche giovanili.
La giornata sarà articolata in diversi momenti in cui troveranno spazio la preghiera, la fraternità e le testimonianze dei giovani. Per avere maggiori informazioni o per iscriversi all’appuntamento, visitare il sito http://www.giovanipace.org
Ernesto Olivero e il Sermig: un’esperienza di servizio
Di: Matteo Spicuglia
Ernesto Olivero è il fondatore del Sermig, il Servizio Missionario
Giovani, presente a Torino dal 1964, quando un giovane di 24 anni, insieme ad altri amici diede vita ad una realtà famosa oggi in tutto il mondo peril suo incessante impegno a favore degli ultimi e per la sua instancabile ricerca della giustizia, della solidarietà, del bene comune e soprattuttodella pace.
Dal 1983 il Sermig ha trovato casa negli spazi del vecchio Arsenale militare di Torino, ora diventato Arsenale della Pace, una struttura aperta all‚accoglienza e all‚assistenza degli ultimi. Al centro di tutto ci sono i giovani. Ernesto li ha nel cuore perché dice che oggi sono i più poveri. Da un’inchiesta condotta dal Sermig su 300000 giovani italiani risulta che l‚85% di loro ha paura del futuro, mentre il 98% non ha fiducia nelle istituzioni e tutto questo nell‚indifferenza del mondo degli adulti.
Io voglio bene ai giovani, ma se hanno un problema, oggi
dove vanno? ^ dice Olivero a http://www.papaboys.it – Il mondo deve aprire gli occhi sul problema dei giovani che spesso sono vittime di violenze e sfruttamento, vivono senza speranza, sono delusi. La Mondiale dei Giovani nasce fondamentalmente per loro.
* Ernesto Olivero, nel documento introduttivo della Mondiale dei Giovani si dice che se i giovani falliscono, abbiamo fallito tutti quanti e che se vogliono, possono cambiare il mondo. In questa visione dove finisce l’utopia e comincia la realtà? Quali possono essere gli spazi dove ciò può realizzarsi?
„Io spero che si riesca a creare una realtà concreta, perché il problema dei giovani è come quello di una pianta che ha le radici marce. I giovani del mondo sono marci nella loro quasi totalità, ma non per colpa loro perché, per esempio, se è vero che centinaia di migliaia di loro oggi sono nel giro della droga, è la droga che li fa marcire.
Se il mondo degli adulti riuscisse a capire quanti giovani, in una città tipo, sono morti per sbagli vari negli ultimi dieci anni, si spaventerebbe perché ciò vuol dire che qualcuno ha dichiarato una terza guerra mondialecontro i giovani. Noi vorremmo non allarmare, ma fare aprire gli occhi.
Credo che la stragrande maggioranza della gente, se apre gli occhi, vede e se vede, poi, modifica qualche comportamento.
* Il Sermig è una realtà bellissima che coinvolge tante persone nel servizio, nella preghiera, nel volontariato. In base anche alla sua esperienza, cosa si sente di dire a tutti i giovani, specie a quelli più lontani e distanti?
Voglio dire di non perdere l‚appuntamento con una donna, un uomo, un avvenimento che ci può aiutare a cambiare vita ed a vedere il mondo in un modo diverso. Se questa notte nelle nostre due case a San Paolo (Brasile) e a Torino hanno dormito in pace 1500 persone, non posso dimenticare che tutto è partito dall’incontro con un immigrato che un giorno, guardandomi
in faccia mi chiese: Ma lei stasera dove dorme?. Io avrei potuto dirgli:
Ma perché non vai in Parrocchia o in Comune?. Eppure guardava me. Quella sera io non andai a dormire a casa. Ho capito in diretta un problema che non mi riguardava perché noi dovevamo fare altro nella vita. Tuttavia quello sguardo che è entrato dentro di me e nella mente e nel cuore di tanti miei amici ci ha permesso di aprire un accoglienza prima per tre, poi
per quattro, fino ad arrivare a 1500 persone. E il merito di questo è solo di quello sguardo e di quella domanda:
Ma lei stasera dove dorme?
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