Star mistiche
Nel nome del Dio pop
Non c’è confine. Da Gesù a Maometto, passando per Buddha, i più grandi divi della musica leggera riscoprono la spiritualità. E persino un ex diavolo come Mick Jagger adesso canta la gloria del Signore

di Alberto Dentice

Povero Diavolo, non fa più scandalo. Specie nel suo ambiente, quello del rock e della musica pop, per chi è in odore di zolfo, sono tempi duri. Oggi fa più notizia un Mick Jagger che canta di Dio e spiritualità che un Marilyn Manson con tutti i suoi rituali satanici. Annoia il secondo.
Mentre il primo ci spiazza. Proprio perché il voltafaccia arriva da uno come Mick Jagger, il leader dei Rolling Stones, ex icona della trasgressione. Uno che ne ha fatte e cantate di tutti i colori, basti pensare a Simpathy for the Devil”. Invece, sentite adesso: «Dio mi ha dato tutto: l’ho visto nel sole di mezzanotte, l’ho sentito nella corsa che ho vinto, lo sento nella tempesta, nell’alba gelida, nel vino che assaggio, nel viso di mio padre…», canta in “God Gave me Everything”, scritta con Lenny Kravitz, inserita nel suo nuovo disco solista (il quarto), “Goddes in
the Doorway”, pieno di riferimenti religiosi. Mentre in un’altra canzone, “Joy”, canta assieme a Bono: «Stavo cercando Buddha, ho visto Gesù…».

E ancora: «La mia anima è come un rubino ed io l’ho gettata in terra… Ma adesso guardo il cielo e una luce mi illumina il volto, non credevo che avrei trovato lo stato di grazia».

D’accordo, non sono le confessioni di Sant’Agostino, quasi certamente manca quel radicale ripensamento morale che è frutto di ogni autentic conversione. Perché questa svolta? Solo un abile espediente per acquistare nuova visibilità? O è il risultato di un travagliato percorso artistico e intellettuale? «Raggiungo lo stato di grazia solo quando lo spirito divino si manifesta nella creazione», ha confessato Jagger nell’intervista rilasciata a “Hobo”, programma di Massimo Cotto su Radiouno (in onda il 16 novembre): «Quando la tua mente e le rivelazioni del creato si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, allora riaffermi la tua esistenza in Dio».

Hai voglia a dire “Dio è morto”, come cantavano quei nietschiani dei Nomadi negli anni ’60. Il Dio del pop è più vivo che mai e ha conquistato alla sua causa anche l’ex diavolo Mick Jagger. È vero che gli anni passano. E che il risveglio spirituale che ha investito il cantante degli Stones, come altri
big sopravvissuti alla stagione d’oro del rock anni ’70 (quello che coniugò sesso, droga e dissipatezze di ogni tipo), sembra dettato più dal nuovo verbo della fitness (inclusa quella spirituale) che non dalla Bibbia. Del resto l’idea di un Mick Jagger folgorato dalla dieta forzata piuttosto che dalla fede ci sembrerebbe in linea con il personaggio. E poi il rock è un
signore di mezza età che lungo la strada ha incrociato Dio innumerevoli volte. E i suoi angeli ribelli e convertiti sono stati e sono tuttora testimonial preziosi. Specie di questi tempi segnati dall’incertezza del futuro e da un bisogno diffuso di spiritualità.

La musica pop è una grande chiesa, come diceva Jovanotti, in cui c’è posto per tutti: Gesù, Buddha, Krishna, Maometto. E anche Madre Teresa. A patto di stare al gioco. E non confondere i cantanti con i santi. Scambiando per fervore religioso l’anelito verso la libertà, il soprannaturale, l’amore universale da parte di artisti spesso geniali e sempre contraddittori.


Restò famosa la battuta di Little Richard, il primo re del R&R, quando giunto in ritardo in sala di incisione si scusò con il produttore dicendo: «Oggi Dio non vuole che registri». Il Dio del pop riappare negli anni ’60, e sono i Beatles, freschi di un pellegrinaggio in India, a trasferire per primi nelle canzoni le mistiche sonorità del sitar e l’idea di espansione
di coscienza attraverso droghe e meditazione. Sono gli anni in cui George Harrison canta “My Sweet Lord”. Più tardi gli risponderà John Lennon, ateo a oltranza, con “God!” («Dio è solo un concetto…»).

In quegli anni, è nella black music che si incarna con straordinaria forza espressiva il Verbo del Nuovo Testamento, coniugando la spiritualità del gospel e del soul con le rivendicazioni per i diritti civili. Basti pensare al capolavoro di Marvin Gaye, “What’s Going on”, lanciata in pieno ’68, in
un paese dilaniato dalla guerra del Vietnam. La musica soul è stata sempre pervasa da un forte anelito religioso. Sorprende invece quando è una star dell’ hip hop come Mary J. Blidge, la “Madonna nera” famosa per le sue trasgressioni, a parlare di fede e di Dio, come ha fatto nel suo ultimo album, “No More Drama”, dedicato «a Colui che finalmente mi ha donato
quell’autoconsapevolezza, quell’amore incondizionato per tutti gli aspetti della mia personalità che cercavo da sempre». È il caso anche del redivivo Terence Trent d’Arby, che a 13 anni da “Introducing the Hardline…”, un album giudicato a suo tempo un capolavoro dallo stesso Miles Davis, torna con “Wild Card”, un nuovo disco di morbido, ispiratissimo funk, firmandosi
Sananda Maitreya, nome dalle mistiche risonanze orientali. «Non sono diventato Sananda», ha spiegato l’artista newyorkese: «Semplicemente mi sono ricordato che lo ero. Oggi sono una persona libera, che vive nella grazia di ogni istante. Il nocciolo della questione è che bisogna seguire
il proprio cuore e le proprie passioni più profonde».


Autenticità, onestà, autonomia: lo stesso credo professato da Tina Turner, l’inossidabile tigre del rhythm’n’blues, da anni convinta buddista. Oppure da Sting, un altro attratto dal soprannaturale fin dai tempi dei Police (“Synchronicity”), come del resto molte altre pop star, prima fra tutte
Madonna, abituate a frequentare i salotti New Age. Ma a fare scandalo, anche nel rock, sono le vere conversioni. Famoso il caso di Yusuf Islam, meglio conosciuto al popolo del rock come Cat Stevens, prima che si convertisse alla religione di Maometto, 23 anni fa, abbandonando le scene musicali. Le sue canzoni (“Wild World”, “Father’s Son”) riascoltate con il
senno di poi danno la sensazione che in qualche mondo anticipassero il percorso spirituale intrapreso in seguito. Analogo scalpore suscitò Bob Dylan, ebreo di nascita, profeta della cultura alternativa, quando nel ’79 annunciò la sua conversione al cristianesimo. Folgorazione a cui seguirono
tre album, “Slow Train Coming”, “Saved” e “Shot of Love”, intrisi di gospel e zeppi di riferimenti biblici.

Ma se conversione ci fu, da parte di Dylan fu soprattutto a livello di linguaggio. Lo stesso discorso andrebbe fatto per Jagger: «La canzone intitolata “Joy” descrive chi parte per cercare la religione e trova invece qualcos’altro. Ho cercato di essere divertente. Se fossi stato troppo serio, la gente avrebbe spento l’attenzione. Così ho mescolato leggerezza e rivelazione».


È la grande lezione di Bono, che infatti canta assieme a Jagger la canzone. «Anche noi siamo stati duri e puri», raccontava il leader degli U2, «ma non puoi essere così per sempre. Il rock non è sacro. Per respirare devi essere libero. Per questo siamo dovuti venir fuori dal rigore degli anni ’80 eimparare a prenderci gioco, con ironia, del nostro mito». A quanto pare anche Sinéad O’ Connor, la sacerdotessa del pop irlandese che nel ’92
stracciò in diretta tv una foto del papa, ha imparato la lezione. Nel suo ultimo album, “Faith and Courage”, l’ex suora della Chiesa Latina Tridentina e lesbica dichiarata, ha unito tradizione musicale irlandese con il reggae: «Dopo aver vissuto e cantato per anni cose serie volevo fare finalmente un disco pop».

Del resto anche la Chiesa è ormai pronta a glorificare le diverse anime pop. Basta ricordare gli artisti che hanno cantato per il papa: da Lucio
Dalla all’eretico Bob Dylan, da Franco Battiato, da sempre attratto dall’Islam, al super cattolico Adriano Celentano. «Non chiediamo la conversione di nessuno», disse monsignor Ernesto Vecchi in occasione del
meeting eucaristico di Bologna in cui cantò Bob Dylan: «Siamo pronti ad accogliere tutta la musica che dà voce a un bisogno di spiritualità universale». E chissà che la prossima mossa non sia quella di invitare un diavolo pentito come Mick Jagger al concerto di Natale in Vaticano.

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Il Giornale di Sicilia
07/05/02 Ragusa
“Madonna delle Grazie” Al via i festeggiamenti per la Patrona della città

MODICA. (sac) Al via la settimana dei festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie, co-patrona della città insieme a San Pietro. Domani, festa di Maria Madre della Chiesa, alle 11,30, Santo Rosario e Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei. Giovedì nel piazzale del Santuario, alle 20, concerto della cantautrice suor Cristina Damonte. Domenica, poi,
sono previste celebrazioni eucaristiche alle 6, 7,30, 9, 10,30, 12, 17 e 18,30. Per le 20 è stata fissata la processione con il simulacro della Madonna che percorrerà Via Mercè, Corso Umberto, Via Vittorio Veneto, Viale Medaglie D’Oro, per rientrare ancora attraverso Via Mercè. Le iniziative in programma proseguiranno anche la prossima settimana. Giovedì 16 maggio è, infatti, previsto un incontro-dibattito su “Diritti universali: diritto, morale, religione”. Interverranno il dottore in Giurisprudenza, Emanuele Guerrieri, l’avvocato Luca Licitra, studioso di etica, don Umberto Bonincontro, docente di Storia delle Religioni. Moderatrice sarà Marisa
Scivoletto. Sa. C.

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Il Giornale di Pavia 7 Maggio 2002
Broni, i progetti dell’oratorio per i mesi estivi

(l.z.).

BRONI. Un oratorio caratterizzato da un notevole attivismo, con in cantiere importanti progetti per il futuro. Così, la struttura parrocchiale per i giovani di Broni, guidata dal vice-parroco don Gabriele Semino in perfetta sinergia con il parroco don Mario Bonati, vuole diventare sempre più un punto di riferimento per la gioventù bronese e luogo di amicizia e formazione cristiana.
Dopo lo straordinario successo della commedia dialettale «Al malà dal pugnatei» messa in scena dalla Compagnia Dialettale dell’Oratorio lo scorso aprile, si pensa già alla stagione estiva.
Due i grandi ed attesissimi appuntamenti: il torneo di calcetto (tradizione più che decennale dell’oratorio bronese) partirà lunedì 27 maggio e vedrà la partecipazione di bambini, ragazzi e della categoria under 21. Un torneo dunque riservato alle categorie giovanili, nello spirito più proprio dell’oratorio. Per la serata finale si sta pensando di invitare alla premiazione un personaggio famoso.
L’altro importante appuntamento è il Grest, l’attività di animazione estiva riservata ai ragazzi della parrocchia: dal mattino al tardo pomeriggio ci saranno giochi, momenti di preghiera e formazione, gite. Per l’allestimento
di questa attività, che avrà una durata di tre settimane e decollerà alla fine dell’anno scolastico, saranno impegnati don Gabriele in prima persona ed il gruppo dei giovani animatori.
Il 19 maggio alle ore 21, nel teatro dell’oratorio, i ragazzi della
parrocchia di Castelnuovo Scrivia presenteranno un recital musicale e venerdì 24 maggio, sempre alle 21 e sempre nel teatro dell’oratorio De Tommasi, si terrà la semifinale del concorso «Canta la vita», organizzato da don Matteo Zambuto. Un appuntamento certamente importante, che
l’oratorio è orgoglioso di ospitare. Il 26 maggio avrà luogo la festa per le mamme e per i papà. Sono inoltre in previsione per l’estate alcuni soggiorni estivi per i ragazzi e per i giovani. Intanto, continua la catechesi per ogni fascia di età e per i giovani, organizzata a livello di Vicariato di Broni, che ha visto quest’anno come relatori due figure impegnate nella formazione dei giovani della diocesi di Milano: don Massimiliano Sabbadini (direttore della Fondazione Oratori Milanesi e responsabile della Pastorale giovanile per la Diocesi di Milano) e don
Ivano Valagussa (assistente del Settore Giovani di Azione Cattolica per la Diocesi di Milano). In settembre, poi, si vorrebbe replicare la commedia «Al malà dal pugnatei» in piazza Garibaldi a Broni. Tra i progetti futuri vi è inoltre la costruzione di una nuova cappella e la riqualificazione delle aree esterne, importanti punti di aggregazione per i giovani, che ivi
svolgono le proprie attività ludiche e sportive.

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on Luigi, lo spartito di Dio

PATRIZIA VALDUGA


Lei è sacerdote, compositore, organizzatore di concerti e committente.
Come si diventa tutto questo contemporaneamente?
Sono entrato in seminario a 14 anni. Immagini un quattordicenne con pochi amici, chiuso, molto emotivo, amante della musica, che la domenica pomeriggio il padre portava a suonare gli organi nelle chiese del Varesotto. E’ la mia educazione. Poi ci si evolve, anche nella vocazione,
grazie alla fiducia accordatami da persone e istituzioni.
Suo padre è musicista?
E’ un musicista che è finito a lavorare in ospedale. E… mi inibisce un po’ questo registratore, e il pensiero di apparire su un giornale. Lei è fra i pochissimi che fanno qualcosa per la musica contemporanea.
Perché è così poco seguita?

Forse è dagli anni ’70 che musica contemporanea è diventato sinonimo di musica inascoltabile. La politica culturale poi è più per il recupero che per la promozione del contemporaneo. Ed è cambiato anche il tipo di fruizione, non si è più abituati ad andare a un concerto considerando la
musica come un movimento di conoscenza. Oggi la musica o è rassicurante o corrisponde soltanto a degli stereotipi dei sentimenti.
Ma c’è anche una difficoltà oggettiva.
Forse la colpa è anche di personaggi come Luigi Nono, che hanno strumentalizzato la musica contemporanea, quando la definivano per esempio “opposizione alla struttura”, applicando i concetti marxiani. Penso che oggi ci si debba chiedere a chi ci si rivolge. La musica scritta per se stessa, autoreferenziale, è difficile che possa trovare un pubblico.
Anche quella che non è autoreferenziale non ha un gran pubblico.
Non è un fenomeno di massa, per fortuna.
Disprezza forse le masse?
Non mi appartiene il disprezzo. San Tommaso dice “Quidquid recipitur ad modum recipientis”. La forma di conoscenza di ciascuno, e quindi la sua forma di ascolto, sono determinate dalla sua storia, dalla sua educazione e formazione.
Mi sembrano sempre più imprecisi i confini tra musica leggera e musica “pesante”. Non capisco più niente.
E’ sulla buona strada. La contaminazione dei generi fa parte della tradizione. Anche Gershwin usa qualcosa di molto leggero per costruire una musica colta. Però non approvo che nelle categorie del mercato discografico, tra i compositori contemporanei, ci sia finito anche Franco Battiato, per esempio.
E’ contento della sua attività di organizzatore?

Spero di aver mostrato con il mio Laboratorio che all’interno del rito la musica contemporanea può aiutare a sviluppare i registri essenziali della nostra vita: la spiritualità, il mondo degli affetti è espresso meglio e più compiutamente.
Credo di essere uscita dalle chiese quando sono entrate le chitarre.Quell’aspetto poetico, quella ricerca del sacro legati alla forma latina del testo, a un certo modo di scandire i suoni, sono stati polverizzati dal
Concilio Vaticano II in nome della funzionalità, che è un concetto del design. Non c’è niente di più antifunzionale della vita cristiana e il design in chiesa non ce lo vedo. Lì ci sono le panche che hanno una loro simbologia sacrale. In casa di un miliardario le sentirei fuori luogo.
Wagner diceva: “Credo in Dio, in Mozart, in Beethoven. E lei?
Citerei Mauricio Kagel: “Forse non tutti i compositori credono in Dio, ma tutti credono in Bach”. Vuole altri due nomi? Monteverdi e Brahms.

E di Milano, dove vive da 8 anni, cosa dice?
Forse l’avevo idealizzata: la Mondadori degli anni ’50 e 60, Vittorio Sereni, le idee e la passione letteraria che permeavano la città. Oggi non le vedo. E le opportunità che mi immaginavo sono poco realistiche. E’ un luogo di merce e di scambio. E via Spiga, quando diffonde l’ Aida tra le boutiques, ne è l’emblema. Perfino la musica, qui, può diventare retorica funzionale al mercato.

Ama Sereni?
Il lago, i boschi, le strade del confine, quei luoghi mi sono familiari.
C’è una nostalgia che fa parte del mio temperamento.
Qual è la strada di Milano che le piace di più?
Via Ampère, l’unica che mi sembra europea. Sa cosa vorrei a Milano, in centro, in un bel palazzo storico? Un posto per i barboni, tipo il Million
Dollar Hotel di Los Angeles. E un bosco in piazza della Scala: il
reticolato fitto degli alberi permetterebbe finalmente alle persone di incontrarsi e di vedersi in faccia.
Il sacerdozio non è privazione di molti piaceri, di una pienezza della vita?
Posso dirle che la cosa fondamentale per me è l’incontro con le persone.
Che mi piace leggere. In confessionale ho gli interventi di Pasolini sul cinema, quel Meridiano che assomiglia a un breviario, così sembra che stia pregando. Sto cercando di essere vero e sincero con me stesso. E’ come se
cercassi spazio per me nella lettura, per riflettere sull’agire.
Non le sembra che, per la giustizia nel mondo, sia più utile la politica del sacerdozio?
Vorrei nella società civile la costruzione di una giustizia che non dovesse mutuare la propria dignità dal cattolicesimo, che avesse una sua vera identità laica. Il peso economico, e anche quello politico, gravitano ancora troppo sull’organizzazione cui appartengo, che rischia di smarrire il suo rapporto alternativo con tutti quei valori che dice di negare.
Questo mi crea dei problemi.
Con che cosa ci sorprenderà la sua passione musicale adesso?
Il 25 maggio al Dal Verme faccio la “Messa elettronica”. E’ il mio progetto più ambizioso e più bello: tre anni di laboratorio con quattro compositori Tadini, BaboniSchilingi, Giuliano e Melchiorre che risucchieranno le parole della messa e le rielaboreranno in suoni attraverso il live elettronico.
Bene. Non ho più domande.
Per fortuna. Guardi questi occhiali: sono dei vecchi Persol. Vede la cerniera sulla stanghetta? Ce n’è che ne hanno anche tre, di cerniere. Non riesco a trovarli. Mi piacerebbe saper scrivere un romanzo, sugli occhiali. Sono importanti, ti cambiano la faccia.

Don Luigi Garbini (1967) è stato ordinato sacerdote a Milano nel 1994 dal cardinale Martini. E’ incaricato diocesano per i concerti nelle chiese e dal 1999 dirige il LmcsL (laboratorio di musica contemporanea al servizio della liturgia), che ha coinvolto più di venti compositori, tra cui Petrassi, Donatoni, Pennisi e Pablo.
La casa discografica “Stradivarius” ha prodotto un disco del LmcsL nel 2000 e ne ha in preparazione un secondo per il settembre prossimo.

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IL GIORNALE DEL POPOLO
7 Maggio 2002


Bellinzonese e Tre Valli

Da domani al cinema-teatro di Acquarossa – Serata GdP con il vescovo Torti

Meeting di musica e fede
E’ ormai quasi tutto pronto al cinema-teatro Blenio di Acquarossa dove domani sera prenderà il via la terza edizione del meeting di musica cristiana contemporanea. Quale introduzione sarà proposta una serata del
«Giornale che parla», con un cambiamento di programma ma non del tema di fondo: la riflessione sulla malattia. Anziché la dottoressa e scrittrice italiana Milena Massari, il direttore del GdP intervisterà infatti il vescovo Giuseppe Torti. Ad Acquarossa si proseguirà fino a sabato con tanta
musica e altri spunti di riflessione rivolti a giovani, genitori, educatori.
L’incontro del pubblico ticinese con Milena Massari, medico al Policlinico di Milano e autrice del libro «Vite a termine» (edito da Rizzoli) è solo rinviato di qualche mese, al prossimo autunno. La Massari ha dovuto rinunciare in seguito a gravi motivi famigliari; alla serata inaugurale del terzo meeting di musica cristiana prenderà comunque parte un ospite eccezionale, da tutti conosciuto e amato.

Si tratta del vescovo di Lugano
Giuseppe Torti, che affronterà il tema «Paure, domande e risposte nel tempo della malattia», intervistato dal direttore del Giornale del Popolo Giuseppe Zois (inizio alle 20.15, entrata libera). Il meeting organizzato dal gruppo «Insieme per un mondo d’amore» proseguirà giovedì con la prima
serata-concerto (gratuita e organizzata in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana), ospiti: Marcello Bedeschi, i «Ragazzi per un mondo d’amore», Elisa Maiorano, Roberto Bignoli (ore 20.15). Venerdì concerto con Don Matteo Zambuto, Roberto Bignoli, Sara, Elisa Maiorano, «O.P.O.», Donna
Lee, i «Ragazzi per un mondo d’amore». Sabato ci saranno i Celebration, Patrizio Trampetti, Annalisa Cantando, Barbara Eramo, Paolo Migani, i «Ragazzi per un mondo d’amore». Per queste due serate (dalle 20.15),
prevendita biglietti a 15/10 franchi in corso all’Ente turistico
(Acquarossa e Biasca), alla Coop di Dongio e all’Edicola di Motto.

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8-9-10-11 maggio 2002 Meeting dei Giovani – Acquarossa Ticino (Svizzera)


Gesù in Concerto “INSIEME PER UN MONDO D’AMORE”, questo lo slogan del Meeting di Musica Cristiana di Acquarossa, un evento che si ripete in val di Belnio dopo il grande successo delle passate edizioni. Quest’anno si svolgerà nell’arco di tre giorni, dal 9 al 11 maggio, partecipareanno ad
esso cantautori e gruppi che mirano a diffondere un messaggio cristiano nel mondo, ma anche artisti presenti sul palinsesto televisivo e Sanremese della vicina Italia.

Il tutto é rivolto principalmente a un pubblico giovanile, sono caldamente invitati anche genitori, educatori, insegnanti e soprattutto famiglie che vogliano trascorrere dell ore liete in buona compagnia.

Insieme per un Mondo d’Amore é una manifestazione artistico culturale, che invita ed aiuta a guardare con ottimismo al nostro futuro. È uno spazio aperto alla fede e ai valori cristiani, in un mondo che tende a dissociare
la cultura dalla fede. È inoltre un importante riferimento per i giovani che saranno i componenti della società del domani.

ARTISTI
– Roberto Bignoli
– Patrizio Trampetti
– Donna Lee
– Piergiorgio Bussani
– Annalisa Cantando
– Don Matteo Zambuto
– Sara
– Paolo Migani
– Celebration
– Barbara Eramo
– O.P.O.
– Elisa Maiorano
– I ragazzi

Informazioni
P.Angelico Creco
casa parrocchiale
6715 Dongio – Ticino
svizzera
e-mail:meeting_acquarossa@libero.it
T.0041-91-871 11 80
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Corriere del Ticino – edizione 06.05.2002

ACQUAROSSA – Al Cinema Teatro Blenio sono attesi 35 artisti
Torna la musica cristiana
Da giovedí nuovo appuntamento con il Meeting


Torna anche quest‚anno ad Acquarossa, per la terza volta consecutiva, il «Meeting di Musica Cristiana contemporanea», organizzato dal comitato «Insieme per un Mondo d‚Amore» e dalla Comunità dei Piccoli Apostoli di Maria (PAM) di Dongio. Quest‚anno l‚appuntamento è fissato da giovedí 8 a domenica 11 maggio prossimi al Cinema-Teatro Blenio (tutte le serate inizieranno alle 20.15). Gli organizzatori hanno quindi posticipato la manifestazione di una settimana allo scopo di evitare spiacevoli concomitanze con altre rassegne, ad esempio «Biasca Live». Tra le novità, innanzitutto la durata: dalle tre alle quattro serate. Ma vediamo i vari appuntamenti nell‚ordine: giovedí 8 maggio si inizierà con una conferenza (aperta a tutti, entrata libera) intitolata «Viaggio verso la luce» tenuta da Milena Massari, medico al Policlinico di Milano che parlerà della sua riscoperta della fede attraverso l‚esperienza del dolore e della malattia. La serata di venerdí 9 maggio sarà invece in particolare dedicata ai cresimandi della regione, in collaborazione con l‚Azione Cattolica diocesana.

Si tratterà di un appuntamento musicale con la partecipazione dei «Ragazzi per un Mondo d‚Amore» e di Roberto Bignoli che «si racconterà» di fronte al pubblico. Sabato e domenica, «clou» del Meeting, avranno luogo i concerti musicali con ospiti internazionali.

Gli artisti che si alterneranno sul palco saranno ben 35, molti dei quali di fama internazionale. Ecco alcuni dei loro nomi: Donna Lee (USA), Barbara Eramo (I), Patrizio Trampetti (I), Sara (I), Annalisa Cantando (I), Roberto Bignoli (pure dall‚Italia, già noto al pubblico bleniese), Don Matteo Zambuto (I) e Paolo Migani (I). Tra le presenze ticinesi, citiamo gli O.P.O (odio per l‚orgoglio), Elisa Maiorano (alla sua terza partecipazione al Meeting) e i «Ragazzi per un Mondo d‚Amore» (una sessantina di ragazzi e ragazze bleniesi e di Lodrino) che canteranno ed animeranno le serate. Le due serate saranno presentate da Annalisa Cantando e Piergiorgio Bussani.

La prevendita dei biglietti è in corso presso gli Enti Turistici di Acquarossa e Biasca, la Coop di Dongio e l‚Edicola di Motto. Informazioni sono ottenibili pure al sito http://meeting.shorturl.com o scrivendo a meeting_acquarossa@libero.it.

Giornale del Popolo (Svizzera)
maggio 2002
Bellinzonese e Tre Valli

Di nuovo insieme sul palco di Acquarossa
Torna il meeting di musica cristiana: concerti, incontri e appuntamento con «Il Giornale che parla»

Torna dall’8 all’11 maggio ad Acquarossa, per il terzo anno consecutivo, il meeting di musica cristiana contemporanea. L’appuntamento, rivolto a giovani, educatori, genitori, si aprirà con un incontro del «Giornale che parla» organizzato dal Giornale del Popolo. Seguiranno i concerti con ospiti internazionali e altre proposte di discussione e confronto.

La Valle di Blenio si appresta dunque ad ospitare una nuova edizione di «Gesù in concerto», il meeting di musica cristiana organizzato per la terza volta dal gruppo «Insieme per un mondo d’amore». Diversi giovani delle Tre Valli a cui non mancano le idee, le motivazioni e la fede per riproporre questo appuntamento ormai tradizionale nel cartellone del cinema-teatro Blenio di Acquarossa. Quest’anno non mancano le novità: intanto il meeting è stato «allungato» e le serate sono diventate quattro. Si partirà già mercoledì 8 maggio per finire sabato 11. Il gruppo organizzatore ha quale obiettivo la promozione della fede cristiana, favorendo il dialogo con le altre denominazioni cristiane, coinvolgendo i giovani e offrendo loro uno spazio per la riflessione e il sano divertimento. «Finora siamo sempre riusciti a divertire e divertirci – spiegano i giovani nel loro sito internet – portando sul palcoscenico di Acquarossa artisti di ottima qualità e personaggi di importanza nazionale e internazionale. La nostra associazione non ha alcuno scopo di lucro: eventuali utili della manifestazione saranno infatti devoluti in beneficenza e ognuno di noi mette a disposizione gratuitamente le proprie capacità per portare a termine l’organizzazione delle varie attività».

«Insieme per un mondo d’amore» è dunque una manifestazione artistico-culturale che invita ed aiuta a guardare con ottimismo al futuro. E’ uno spazio aperto alla fede e ai valori cristiani, in un mondo che sempre più tende a dissociare la cultura dalla fede. Inoltre l’intento è di promuovere la canzone cristiana d’autore nella realtà ticinese; un importante punto di riferimento per i giovani in alternativa alle proposte già offerte dalla società.
Veniamo ora al programma del meeting di Acquarossa. Come detto mercoledì 8 maggio si inizierà con la conferenza-dibattito organizzata con il Giornale del Popolo e moderata dal direttore Giuseppe Zois. Dopo don Antonio Mazzi e Maria Rita Parsi, quest’anno sarà in Val di Blenio Milena Massari, autrice di «Vite a termine» (ed. Rizzoli, 1990), toccante e profondo racconto della sua lotta contro il cancro e della ritrovata speranza. Milena Massari è medico alla clinica chirurgica del Policlinico di Milano. Una testimonianza da non perdere dunque (inizio alle 20.15, entrata libera). Giovedì 9 maggio si partirà con la musica vera e propria grazie al concerto organizzato in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana.

Ospiti della serata (entrata gratuita, inizio alle 20.15) saranno Marcello Bedeschi, Roberto Bignoli e i «Ragazzi per un mondo d’amore». Venerdì 10 maggio la musica varcherà i confini dell’Europa. Si esibiranno infatti Donna Lee (Stati Uniti), oltre agli italiani Sara Aggi, Paolo Migani e don Matteo Zambuto. Ci saranno anche giovani ticinesi, come il gruppo «O.P.O.» (genere hip-hop) ed Elisa Maiorano di Dongio, oltre ai «Ragazzi» che partecipano all’organizzazione. Infine sabato 11 maggio (sempre con inizio alle 20.15) canteranno Barbara Eramo, Patrizio Trampetti, i Celebration, ancora Roberto Bignoli, Annalisa Cantando e i «Ragazzi per un mondo d’amore». Per queste ultime due serate è previsto un biglietto d’entrata da 15 franchi (10 franchi fino a 16 anni); la prevendita è già in corso all’Ente turistico (Acquarossa e Biasca), alla Coop di Dongio e all’Edicola di Motto. Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet: http://meeting.shorturl.com.

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Bellinzonese e Tre Valli

Stasera ad Acquarossa il vescovo ospite del «Giornale che parla»

Domande sul tempo del dolore
«Paure, domande e risposte nel tempo della malattia» sarà il tema dell’incontro – proposto nell’ambito del ciclo del «Giornale che parla» – che il vescovo di Lugano mons. Giuseppe Torti terrà questa sera al cinema-teatro Blenio di Acquarossa, intervistato dal direttore del GdP Giuseppe Zois. Le riflessioni del vescovo saranno l’occasione per introdurre nel migliore dei modi la terza edizione del meeting di musica cristiana contemporanea, al via sempre oggi nella località bleniese (ore 20.15, entrata gratuita).

L’appuntamento con la dottoressa e scrittrice
italiana Milena Massari invece – come anticipato nell’edizione di ieri – ha dovuto essere rinviato al prossimo autunno.
Ad Acquarossa il meeting organizzato dal gruppo «Insieme per un mondo d’amore» proseguirà fino a sabato; domani ci sarà la prima serata di concerti con Roberto Bignoli(ancora gratuita, sempre dalle 20.15) organizzata in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana. Venerdì e sabato ancora tanta musica secondo il programma già pubblicato ieri.
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