Lo scandalo è l’atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere il male.

Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello nella morte spirituale. Lo scandalo costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce deliberatamente altri in una grave mancanza.

Lo scandalo assume una gravità particolare a motivo dell’autorità di coloro che lo causano o della debolezza di coloro che lo subiscono.

Ha ispirato a nostro Signore questa maledizione: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli…, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare » (Mt 18,6).56

Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri. Gesù lo rimprovera agli scribi e ai farisei: li paragona a lupi rapaci in veste di pecore.

Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle istituzioni, dalla moda o dall’opinione pubblica.
Così, si rendono colpevoli di scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa, o a «condizioni sociali che, volontariamente o no, rendono difficile e praticamente impossibile un comportamento cristiano conforme ai comandamenti.

Analogamente avviene per i capi di imprese i quali danno regolamenti che inducono alla frode, per i maestri che «esasperano» i loro allievi o per coloro che, manipolando l’opinione pubblica, la sviano dai valori morali.

Chi usa i poteri di cui dispone in modo tale da spingere ad agire male, si rende colpevole di scandalo e responsabile del male che, direttamente o indirettamente, ha favorito.
«E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono» (Lc 17,1).

DIVISIONE –

Lo scandalo si divide in attivo e passivo:
il primo si dice pure scandalo dato; il passivo, o ricevuto, sarebbe propriamente il peccato del prossimo.

L’uomo può dare scandalo o subire lo scandalo. Quello passivo soltanto impropriamente si chiama scandalo; costituisce piuttosto l’effetto dell’attivo.

Lo scandalo attivo si divide In diretto e indirelto.
Il primo consiste in un fatto o in un detto che per propria natura provoca il peccato altrui. Questo può avvenire in due modi diversi, Si può agire proprio per causare il peccato di altri, per provocare la sua rovina spirituale.
In tal caso si ha la forma piu’ grave di scandalo, che porta il nome di diabolico, perché così facendo l’uomo imita il modo di agire proprio dello spirito cattivo, nemico di Dio e dell’uomo.

L’altro modo di scandalo diretto si ha quando l’uomo cerca di compiere un atto cattivo che implica la collaborazione altrui (es. la fornicazione), non per far peccare il prossimo, ma per
il raggiungimento di uno scopo proibito.

Lo scandalo indiretto si ha, invece, quando si commette un atto cattivo, che di per sé non richiede e non implica il peccato altrui, ma viene compiuto in circostanze tali che, nel caso concreto, con certezza o molto probabilmente, causerà il peccato altrui.

Lo scandalo passivo si divide in
– reale, che deriva dalla natura stessa dell’atto scandaloso compiuto da altri;
– dei deboli , che deriva dalla condizione di fragilità del soggetto sul quale l’atto esercita la sua influenza;
– farisaico, che deriva unicamente dalla malizia del soggetto, senza che vi sia stato vero incentivo da parte di nessuno.

Lo scandalo attivo e quello passivo spesso sono collegati tra di loro, ma non sempre: può esistere lo scandalo attivo senza quello passivo, come può darsi lo scandalo passivo senza quello attivo.

La vasta diffusione dello scandalo manifesta il fatto che esso si abbina sempre a tutti gli altri peccati di qualsiasi specie, quando sono cornmessi in pubblico o in compagnia.

La gravità del peccato di scandalo dipende dalla natura dello stimolo incluso in esso, dalla persona che lo esercita e dalla persona su cui cade. Cioè è tanto più grave quanto maggiore è la spinta al peccato per la natura stessa dell ‘atto posto o per la qualità della persona che lo pone o per la persona che viene scandalizzata.

Lo scandalo diretto costituisce violazione di due virtù: la carità e quella contro la quale s’induce altri a peccare; se è diabolico riveste una particolare malizia contro la carità. Lo scandalo indiretto, invece, costituisce violazione soltanto della virtù della carità.

La malizia specifica dello scandalo è data dalla violazione del dovere di carità che hanno tutti di non indurre altri al peccato, dovere per sé grave. Chi dà scandalo non tiene alcun conto dell’effetto nefasto the la sua azione può esercitare sul prossimo, proprio perché in lui manca il rispetto che nasce dall’amore soprannaturale del fratello.

La parvità di materia si può avere nello scandalo diretto e in quello indiretto, quando la causa o l’occasione è lieve in se stessa o influisce lievemente sul peccato altrui.
Quindi peccano leggermente di scandalo non solo coloro che inducono altri a commettere solo peccati veniali, ma anche quelli che, con peccato leggero, sono occasione per altri a commettere colpa grave, giacché la gravità di tale peccato non è causata dall’azione dello scandaloso, ma dalla malizia o dalla debolezza dello scandalizzato.

Lo scandalo attivo e diretto esiste sempre nella seduzione, che comporta doppio peccato: contro la carità e contro la virtù che si vuole indurre a violare; Io scandalo attivo e passivo esiste ogni volta che viene commesso un peccato a due (per es. nella fornicazione) o a più persone (per es. nel furto, in un incendio, ecc.); lo scandalo indiretto può essere indotto con azioni e discorsi cattivi fatti in pubblico, specialmente alla presenza di persone psichicamente deboli.

Lo scandalo può avvenire in tutta la vasta gamma dell’attività umana.
Però i settori nei quali si verifica più frequentemente sono: la moda, anche oggi, l’arte corrotta, che non può essere vera arte, la pornografia e la letteratura da strapazzo, il campo dell’economia, il campo dei rapporti sociali, l’egoismo e la mediocrità dei cristiani, la disunione delle Chiese cristiane, ecc.