Sanità mentale : ma in realta cosa significa? Chi è veramente sano mentalmente ?

Prima del 1900 nessuno parlava di sanità mentale o maturità psichica, dopo il 1945 era un discorso isolato ed oggi sono in molti a discuterne e ad interessarsene.

Ma siccome l’apertura per ciò che è attuale e popolare non sempre va di pari passo con una comprensione chiara, è necessario riflettere continuamente su ciò che ci attendiamo propriamente da una sanità mentale o maturità psichica che sia.

Sono innumerevoli le posizioni della psicologia su questo concetto.
Freud pensava che essere sani mentalmente significasse due cose: amare e lavorare.
Adler invece aggiungeva all’amore e al lavoro anche la capacità di socializzare con i propri simili.
Un altro grande della psicologia come V. Frankl, invece, al posto della socializzazione vedeva la sofferenza, cioè, oltre ad amare e lavorare, concepiva la capacità di saper soffrire da parte dell’uomo.

Dopo anni di pratica psicoterapica posso dire di aver costatato che la salute mentale consiste contemporaneamente nell’essere capaci di amare, soffrire e socializzare.

Può sembrare una costatazione di compromesso tra le posizioni precedentemente menzionate, ma, ripeto, quanto ho costatato non è una definizione teorica, è conseguente al tipo di cambiamenti benefici che ho osservato svilupparsi nei pazienti come risultato di una psicoterapia adeguata.

Li riunirò insieme sotto tre titoli e rispettivamente:

1. Fiducia in se stessi.
2. Crescente capacità di opporsi all’angoscia.
3. Sviluppo del sentimento comunitario.

Nel primo abbiamo la libertà di usare i nostri poteri senza l’impedimento interno frutto delle angosce che hanno la loro orgine nell’infanzia: insomma l’accettazione positiva dei propri limiti.

Nel secondo abbiamo la capacità di reagire e di vincere gli episodi che producono angoscia e di non essere presi dal panico, spinti in un deleterio distacco morale dai contatti sani col proprio ambiente.

Nel terzo infine abbiamo l’atteggiamento progressivo di affidarsi di tutto cuore ad autentici rapporti umani e al lavoro costruttivo, cioè una diminuzione di quelle paure di essere legato, dominato, soffocato o schiacciato nei rapporti con gli altri, che spingono tanti a lottare per raggiungere una falsa indipendenza, isolandosi in un modo di vita indefinito, non rifiutando né accettando rapporti stretti con i propri simili.

Quanto detto sinora implica che enormi quantità di persone vivono soltanto una mezza vita, ben al di sotto della loro reale capacità di creazione, soddisfazione e realizzazione.

La salute mentale intesa come capacità di amare, soffrire e socializzare, è la capacità di vivere pienamente in modi che ci consentono di realizzare le nostre potenzialità naturali e che ci uniscono invece di dividerci da tutti gli altri esseri umani che costituiscono il nostro mondo.

Ma quali sono queste potenzialità naturali?
Innanzitutto una percezione corretta della realtà, nel senso di vedere la natura umana così com’è, e non come si preferirebbe che fosse: questo perché le persone sane mentalmente hanno occhi che non si limitano a guardare ma a vedere: vedere ciò che è davanti ad essi senza deformazioni dovute ad occhiali di vario genere che alterano la forma o il colore della realtà; e quindi a percepire le cose come stanno anziché percepire i propri pensieri, desideri, speranze, aspettative, ansie, idee, ecc.
Herbert Reed molto efficacemente ha qui usato il termine di «occhio innocente».

Per farla breve, oltre ad una percezione corretta della realtà, le altre potenzialità della persona matura sono: amplificazione del buon senso, spontaneità, semplicità, naturalezza relazionale, autonomia e indipendenza dalle influenze negative della cultura e dell’ambiente, capacità di fare valutazioni sempre nuove, capacità di cogliere i problemi degli altri (nella terminologia psicologica in uso si tratta di una persona “problemacentrica” e non “egocentrica”, capacità di fare esperienze mistiche, ovvero le esperienze cuIminanti descritte mirabilmente dallo psicologo
Maslow (peak-experience), capacità di stringere relazioni interpersonali più profonde della media, struttura del carattere docile e aperto, umorismo filosofico, naturale tensione ai valori e chiarezza sul senso della vita.

Per finire, nelle persone mature la vecchia opposizione fra cuore e mente, fra ragione e istinto, scompare, nel senso che questi dualismi invece di essere antagonisti, diventano sinergici e i conflitti scompaiono.
Insomma in queste persone sane mentalmente i loro desideri sono in eccellente accordo con la ragione.

La formula di sant’Agostino: «Ama e fa’ ciò che vuoi» può essere così tradotta a livello psicologico: «Sii sano e potrai fidarti dei tuoi impulsi.

(di Pasquale Ionata)