Le profezie che si avverano da sé
Esistono delle realtà psichiche che condizionano la vita personale ma anche quella sociale e sono le cosiddette “profezie che si avverano da sé”.
Di cosa si tratta? Si tratta del potere generatore dl realtà che i timori, le aspettative, le supposizioni, e le credenze esercitano nei confronti di avvenimenti futuri, i quali si verificano effettivamente solo per il fatto che il loro avverarsi é oggetto di ipotsi e di fervida aspettativa.
Le profezie che si autodeterminano sembrano capovolgere le leggi basilari della realtà: un effetto immaginato produce cause concrete; il futuro e non il passato determina il presente; la profezia dell’accadimento porta all’accadimento della profezia. Nel senso che la profezia stessa è la causa principale dell’evento profetizzato.
Chi per esempio suppone (per un qualsiasi motivo) dl essere disprezzato, assumerà nei confronti degli altri un comportamento permaloso, scostante e diffidente, che finirà per suscitare proprio quel disprezzo che a sua volta diventerà la Prova della fondatezza della sua convinzione.
Il vostro oroscopo nel giornale di oggi vi mette in guardia circa un possibile incidente. Effettivamente poi vi capita qualcosa. L’astrologia è quindi credibile oppure no? Siete sicuri che l’incidente vi sarebbe capitato lo stesso anche se non aveste letto l’oroscopo? Anche se foste convinti veramente che l’astrologia è una spudorata assurdità? A posteriori , ovviamente, non potete saperlo. Si deve al filosofo Karl Popper l’interessante idea secondo cui la terribile profezia che Edipo appresa dall’oracolo si avverò proprio perché egli la conosceva e la fuggiva. Proprio ciò che egli fece per evitarla ne determinò l’avverarsi.
Insomma, il tentativo di scansare un pericolo può provocare, in determinate circostanze, proprio ciò che si cerca di evitare.
Di quali circostanze si tratta? In primo luogo, deve esserci una predizione, nei senso più ampio del termine, dunque una qualsiasi aspettativa, preoccupazione, convinzione o semplicemente un sospetto, che le cose andranno cosi e non altrimenti. Bisogna aggiungere che tale aspettativa può essere provocata o dall’esterno, oppure da una qualsiasi convinzione interiore.
In secondo luogo, l’aspettativa deve essere vissuta non come semplice attesa, bensi come una realtà incombente, per evitare la quale devono essere prese immediate contromisure.
In terzo luogo, la supposizione è tanto più convincente, quante più persone la condividono.
Si ricordi come esempio il ben noto procedimento dei sensali di matrimoni di un tempo in ambiti culturali patriarcali, ai quali toccava l’ingrato compito di suscitare l’interesse reciproco in due giovani che magari non ne volevano sapere l’uno dell’altro, ma che erano destinati al matrimonio dalle loro famiglie per ragioni economiche, sociali, ecc.
Il sensale di matrimoni procedeva perlopiù in questo modo: dapprima si incontrava a quattr’occhl col giovane chiedendogli se aveva già notato che la ragazza di nascosto l’osservava in continuazione. Analogamente diceva alla ragazza. Questa profezia, spacciata come fatto, spesso non tardava ad avverarsi. Insomma la profezia dell’evento porta all’avverarsi della profezia, con risultati spesso anche paradossali.
Ma le profezie che si realizzano da sé hanno anche un effetto addirittura “magico”, realmente creativo se non miracoloso.
Un esempio vero è quello dell’undicenne Angela, affetta da una malattia debilitante che aveva colpito il suo sistema nervoso. Non era in grado di camminare e prevedevano che avrebbe trascorso il resto della vita su una sedia a rotelle.
La ragazzina non si lasciò scoraggiare. Lì, distesa sul suo letto d’ospedale, annunciava a chiunque l’ascoltasse che sicuramente un giorno sarebbe tornata a camminare. Fu trasferita in un ospedale specializzato nella riabilitazione, furono utilizzate tutte le terapie applicabili ai suo caso. i medici erano affascinati dai suo spirito indomito. Le parlavano di visualizzazione, di vedersi camminare. Se non altro, questo le avrebbe fornito almeno la speranza e qualcosa di positivo da fare nelle lunghe ore di veglia a letto. Angela ce la metteva tutta anche nella visualizzazione, immaginandosi con convinzione di muoversi, muoversi, muoversi!
Un giorno, mentre con tutta la volontà immaginava le sue gambe di nuovo in movimento, sembrò avvenire un miracolo: li letto cominciò a muoversi per la stanza! Angela urlò: «Guardate cosa sto facendo! Guardate! Guardate! Mi sono mossa, mi sono mossa!». Naturalmente nello stesso momento urlavano tutti nell’ospedale e correvano al riparo. La gente urlava, le attrezzature cadevano e i vetri si rompevano. Era uno dei tanti terremoti di San Francisco.
Ma non è necessario dirlo ad Angela, perché è convinta di essere stata lei. E adesso, pochi anni più tardi, è tornata a scuola. Niente stampelle, niente sedia a rotelle.
(di Pasquale lonata)