Nel mondo Interiore di ognuno dl noi c’è una straordinaria molteplicità e varietà spesso fatta di dissonanze e paradossi: impulsi, tendenze, idee, emozioni…
Entrando nel mondo Interiore di ognuno dl noi ci si accorge di una straordinaria molteplicità e varietà spesso fatta di dissonanze e paradossi: impulsi, tendenze, idee, emozioni, che sembrano lontanissimi gli uni dagli altri, eppure vicinissimi perché tutti albergano in un solo individuo.
Per cui questo individuo può di momento in momento alternare sentimenti d’amore con quelli d’odio; passare dall’egocentrismo più sfrenato ad un genuino altruismo, dalla disperazione all’estasi, dal pregiudizio alla intuizione liberatoria. Proprio questa paradossale vicinanza dl stati diversi è caratteristica della condizione umana.
C’è una storiella zen che bene illustra tale polarità psichica:
un vecchio monaco e un samurai si Incontrano.
Questi dice al primo: «Parlami del paradiso e dell’inferno».
Il vecchio guarda per alcuni istanti la figura possente del samurai e il suo volto assume un’espressione dlsprezzo:
«Fatti in là e lasciami la strada sgombra, soldato sporco e puzzolente».
Il samurai, offeso, diviene rosso di collera, gli occhi sprizzano lampi e la mano sguaina la spada; egli si avventa con la spada sollevata verso il monaco, Il quale lo osserva con calma, e poi dice: «Questo è l’inferno».
La spada del samurai si abbassa lentamente e il suo volto è pervaso dallo stupore. Con il cuore ancora in tumulto egli capisce che il vecchio monaco ha rischiato la sua vita per mostrargli questa verità. Sente dentro di sé un’ondata di gratitudine e il suo volto diviene lo specchio dì questo sentimento.
Allora il vecchio monaco dice: «E questo è il paradiso».
Il tormento, la rabbia, l’invidia, la paura, la tristezza sono vicinissimi, dentro di noi, a tutto ciò che ci apre e ci dà vita: l’amore, la gioia, la gratitudine.
Sono vicinissimi perché, tra uno stato e l’altro, per quanto immensamente diversi, la distanza è solo di un attimo.
Fra l’amore e l’odio, fra la gioia e la tristezza, sembra che ci siano anni luce di lontananza: sembrano universi alieni. Quando si è in uno dei due stati l’altro è inconcepibile.
Eppure il passaggio dall’uno all’altro di questi universi alieni può essere, come nel caso del samurai, e come per tutti noi, improvviso e spontaneo.
Ed è proprio la famiglia la scuola per eccellenza dei sentimenti misti; tutti sanno del contrasti che esistono fra genitori e figli, falli di risentlmenti, rancori, ribellioni, ecc.; oppure dei contrasti tra fratelli fatti dì invidia, gelosia, rivalità, ecc.
La cosa importante che non bisogna mai dimenticare è che non esiste odio nell’amore bensi può esistere l’amore anche nell’odio, e che il conflitto più acuto può essere risolto e arrivare alla conciliazione. Non meravigliamoci del conflitto presente fra persone che si vogliono bene. Ma non facciamoci ingannare: la generale esperienza dice invece che è l’amore che viene per primo e poi viene l’odio.
Cerchiamo di raffigurarci in che modo gli uomini si comportino gli uni nei confronti degli altri dai punto di vista affettivo.
Secondo la celebre parabola dl Schopenhauer sui porcospini, nessuno di noi sopporterebbe un’unione troppo Intima con i propri simili: «In una gelida giornata invernale, i porcospini di un gruppo si serrarono gli uni con gli altri per proteggersi dal freddo col calore reciproco. Ma dolorosamente punti dalle spine, non tardarono a discostarsi di nuovo. Costretti a riavvicinarsi dal freddo persistente, provarono un’altra volta Il fastidio delle spine, e questo alterno riavvicinarsi ed allontanarsi durò finché non ebbero trovato una giusta distanza in cui erano al riparo da entrambi i mali».
Insomma un buon rapporto si avvale certamente dell’unità ma anche della distinzione.
Ma tornando alla polarità psichica, che fare? Come prima cosa, consiglierei di assumere un atteggiamento dl accettazione di fronte agli elementi negativi che potrebbero evidenziarsi in un rapporto, poiché si tratta dl qualcosa di molto normale e spontaneo, senza colpa di nessuno.
Ripeto, tutti i rapporti affettivi intimi, più o meno lunghi, tra due persone, come i rapporti coniugali, le amicizie, ecc., lasciano un residuo dl sentimenti ostili o quanto meno sfavorevoli.
Come secondo consiglio, inviterei ad essere consapevole dell’unità tra amore e odio, nel senso che gli opposti non possono esistere l’uno senza l’altro.
Un modo semplice per evidenziare quest’unità della polarità, è quello di ammettere l’esatto opposto di ciò che ora, consapevolmente, volete, desiderate, o vi augurate.
Se sentite di disprezzare profondamente qualcuno, siate consapevoli dl quella parte di voi a cui invece quella persona piace.
Nei momento in cui sarete veramente consapevoli dei vostri opposti, sia dei sentimenti positivi che di quelli negativi nei confronti di qualsiasi situazione, molte tensioni relative a quella situazione si allenteranno.
Comincerete a vedere che le battaglie tra voi e gli altri, in realtà, sono battaglie tra voi e I vostri opposti proiettati. Inizierete ad accorgervi che le vostre sofferenze non sono qualcosa che l’ambiente provoca in voi, bensì qualcosa che state facendo a voi stessi quale sostituto in proporzioni esagerate dl ciò che vorreste realmente fare agli altri; gli altri sono soltanto delle occasioni per irritarvi.
La conclusione è che i sentimenti negativi, se vengono ignorati, minimizzati o repressi a forza, danneggiano innanzitutto il rapporto in questione: al contrario, se vengono riconosciuti, accettati ed espressi con dignità al fine di cogliere i loro opposti, allora si curano le ferite e si intensifica il rapporto in maniera autentica e creativa.
di Pasquale lonata