Gli psicologi suppongono l’esistenza di una psiche inconscia, sebbene molti scienziati e filosofi neghino la sua esistenza, argomentando che ciò implicherebbe l’esistenza di due personalità all’interno dello stesso individuo.

È un fatto, l’esistenza di certi eventi che noi durante tutta la vita non abbiamo registrato consapevolmente. Sono accaduti ma sono stati assorbiti tramite i cinque sensi senza la partecipazione della nostra conoscenza consapevole.

Noi possiamo prendere coscienza di questi avvenimenti solo in un momento di intuizione, o tramite un processo profondo dl pensiero, o nei dormivegila, o sotto forma di un sogno, oppure interrogati sotto trance ipnotica.

Di regola, l’aspetto inconscio di ogni evento si rivela a noi con maggior frequenza nei sogni, dove esso appare non come pensiero razionale ma sotto forma di immagine simbolica.

È sulla base di questa evidenza che gli psicologi suppongono l’esistenza di una psiche inconscia, sebbene molti scienziati e filosofi neghino la sua esistenza, argomentando che ciò implicherebbe l’esistenza di due personalità all’interno dello stesso individuo.

Ma è proprio una delle più drammatiche caratteristiche dell’uomo moderno il fatto che egli soffre dl questa divisione della propria personalità. Non si tratta assolutamente dl un sintomo patologico: è un fatto perfettamente normale che può essere osservato ovunque e in ogni tempo.

Per esempio ciascuno di noi potrebbe ricordare occasioni in cui, guidando lungo una strada che conosceva perfettamente, era così assorto in una conversazione o ad ascoltare lo stereo, aveva cioè la mente conscia così occupata, che non si è neppure accorto dei segnali stradali che solitamente nota lungo li percorso o forse di un ristorante; eppure non sì è dimenticato di girare ai casello giusto dell’autostrada e non ha provocato tamponamenti.

Ebbene, la parte di noi che guidava è l’inconscio.
In letteratura lo scrittore Stevenson nel 1888 ha immortaiato questa divisione della personalita con il famoso: il dottor JekyIl e mlster Hyde”.

Questa situazione è un sintomo della condizione generale di incoscienza che costituisce l’innegabile eredità comune di tutto il genere umano.
L’uomo ha sviluppato la “coscienza” con lento e lungo processo, e questa evoluzione è tutt’altro che completa. Chiunque nega l’esistenza dell’inconscio suppone dl fatto che la nostra attuale conoscenza della psiche sia totale.

Ma così non è. Allo stesso modo di come non è pensabile che noi si conosca ormai tutto ciò che c’è da conoscere dell’universo naturale! La nostra psiche è parte della natura e i suoi enigmi sono Infiniti.

Coloro che affermano che l’inconscio non esiste denunciano un antiquato “misoneismo”, cioè la paura e l’odio irragionevole per il nuovo e per le cose sconosciute.
Dico antiquato perché li misoneismo presso i popoli primitivi era diffusissimo, in loro esisteva un profondo e superstizioso timore delle cose nuove.

E l’uomo “civile spesso reagisce verso le idee nuove più o meno nello stesso modo, erigendo barriere psicologiche capaci di proteggerlo dall’emozione di fronteggiare realtà insolite. Ecco perché la psicologia, scienza abbastanza giovane che cerca di affrontare il problema dell’inconscio, si è trovata inevitabilmente di fronte a una fortissima reazione misoneistica.

Per concludere, ecco un caso citato da Jung, esempio illuminante dell’eslstenza dell’inconscio.
Un professore stava facendo una passeggiata in campagna con uno dei suoi allievi, tutto assorto in un’impegnativa conversazione; improvvisemente notò che i suoi pensieri venivano interrotti da un imprevisto flusso di ricordi della sua prima infanzia. Non riusciva a spiegarsi questa distrazione. Propose all’allievo di tornare indietro fino al punto in cui era cominciata la sua fantasticheria. Giuntovi, avvertì un odore di oche e istantaneamente si rese conto che era stato proprio questo i liberare il flusso delle memorie. Da ragazzo egli aveva vissuto in una fattoria in cui si teneva un allevamento di oche, e il loro odore caratteristico gli aveva lasciato un’impressione permanente, anche se dimenticata.

La percezione era stata subliminale poiché l’attenzione era impegnata altrove e lo stimolo non era stato abbastanza forte da distoglierla e da raggiungere direttamente la coscienza.
Tuttavia esso aveva riportato in superficie ricordi “dimenticati” e accantonati nell’inconscio.

Pasquale Ionata (Cittanuova)