Alle elementari si insegna filosofia (dal Messaggero V. del 4/10/97)
Sta per nascere un Istituto friulano per far comprendere la materia ai bambini

La filosofia s’imparerà dalle elementari. Non s’insegnerà la storia del pensiero, ma si cercherà di lasciare discutere i ragazzi. Infatti, sta per nascere a Udine un Istituto friulano per la filosofia con i bambini e gli adolescenti, che farà capo alLa Società filosofica italiana.

E’ una prospettiva innovativa per la nostra provincia, che avrà così occasione di divenire uno dei centri italiani guida nella formazione e nella ricerca in questa nuova prospettiva filosofica molto sviluppata nella didattica americana e austriaca, ma ancora poco conosciuta in Italia.

Sempre più spesso si sentono genitori e insegnanti concordi nel lamentare la difficoltà di comunicare con gli adolescenti che sembrano in difficoltà a esprimersi con il linguaggio, abituati come sono a seguire passivamente per ore la televisione, o l’andamento di un videogame al computer, o comunque a comunicare tra Ioro con un linguaggio sintetico, gestuale, sommario.

Eppure chi quotidianamente è a contatto con gli adolescenti, nel ruolo di genitore o di insegnante, sa che essi sono dotati di delicata sensibilità e intuizioni profonde e disarmanti. A queste “saltellanti illuminazioni” del pensiero adolescente, si rivolge l’esperienza del fare filosofia a scuola con i ragazzi della scuola media (ed elementare).

Non insegnare la storia della filosofia così come viene fatto nei licei, cioè insegnare “il pensiero degli altri”, bensì fare filosofia, cioè costruire riflessioni di tipo filosofico e imparare ad argomentarle e a esprimerle in modo chiaro e corretto.

Questo progetto didattico, sviluppato in Austria e negli Stati Uniti, si sta sperimetnando da una decina di anni anche in alcune scuole italiane – tra le quali, nella nostra provincia, la scuola media Marconi di Rivignano e, da un paio d’anni, la scuola media Divisione Julia di Fagagna e le scuole elementari facenti capo alla Direzione didattica di Codroipo – e sta dando risultati sorprendenti per l’entusiasmo con il quale gli alunni vi partecipano, per la profondità delle loro riflessioni, per le ripercussioni estremamente positive nello sviluppo generale del ragionamento e delle capacità comunicative scritte e orali.

L’insegnante sceglie testi adatti ad approfondimenti di tipo filosofico, li propone alla classe, che in questo ambito funziona come una comunità di ricerca, cioè come un gruppo di lavoro dove tutte le opinioni espresse hanno la stessa dignità; dove non ci sono risposte giuste o sbagliate; dove l’insegnante non fornisce spiegaziom che vengono invece raggiunte da ognuno secondo il proprio ragionamento.

Viene dato così spazio a quel pensiero intermittente tipico dei bambini e degli adolescenti, che raramente trova occasione per essere espresso e correttarnente comunicato, in particolare nella forma scritta.
Così, per un’ora la settimana, l’insegnante non parla, ma ascolta; non fornisce spiegazioni, ma le richiede ai suoi alunni; non cerca una soluzione, ma chiarisce che ogni problema può essere affrontato in mille modi diversi; evita di dare giudizi e consigli; lascia emergere e idee, reazioni, domande.

L’alunno, invece, si sforza di essere attivo; impara ad ascoltare le opinioni di tutti; non ironizza su chi la pensa in modo diverso dal suo perché sa che tutte le opinioni hanno lo stesso valore; si sforza di esprimersi con chiarezza in modo completo e corretto per farsi capire da tutti, tranquillo del fatto che le sue riflessioni servono ad arricchire la discussione in classe, non a essere valutate con un giudizio.