dal Messaggero Veneto del 7/12/02

Un distretto artigianale per la pietra piasentina
Cividale, è la richiesta degli operatori alla Regione. Presentato ieri il nuovo marchio comunitario


CIVIDALE. Il Consorzio produttori della pietra piasentina punta a conquistare i galloni di Distretto artigianale e intanto presenta il marchio collettivo comunitario “Pietra Piasentina”, unico in Italia. Il prestigioso risultato, frutto di quattro anni di “sofferenze” tra i canali della burocrazia europea, certifica l’autenticità del prodotto garantendo la provenienza, caratterizzazione geologico stratigrafica, costituzione petrografica, proprietà fisico meccaniche e composizione chimica. Insomma le rigide normative comunitarie attestano quello che migliaia di committenti in tutto il mondo stanno verificando dal lontano 1965, anno in cui 20 soci unirono le forze con lo scopo di tutelare e promuovere il prodotto Pietra Piasentina nel mondo e raccordare ed assistere le ditte produttrici.

Oggi le aziende che lavorano la particolare pietra, composta quasi interamente da carbonato di calcio ed estratta nella ristretta area che va da Castelmonte a Attimis, sono 8 e danno lavoro a 130 occupati con un indotto di almeno tre volte superiore. Dalla cava, ce ne sono di attive nei comuni di Torreano, Faedis, San Leonardo e San Pietro al Natisone, le aziende passano al prodotto finito in laboratori dalla superficie di circa 15 mila metri quadri. Canada, Svizzera, Cina, Giappone, Stati Uniti, solo per citarne alcuni, conoscono i prodotti che escono dalle aziende del cividalese.

«Il marchio comunitario è una conquista – spiega il presidente del Consorzio, Mario Laurino – e certifica la qualità del nostro prodotto che non ha eguali in tutto il mondo e viene esportato ovunque. La nostra professionalità viene garantita ora attraverso un marchio che è l’unico nel settore.» Ma la certificazione comunitaria è solo un traguardo, importante, per lo sviluppo del Consorzio che guarda con impazienza al futuro, che dovrebbe riservare l’importante novità della costituzione del Distretto artigianale della Pietra Piasentina.

«La creazione del Distretto – ha precisato il commendator Laurino – ormai è in dirittura d’arrivo e potrà garantire un’ulteriore sviluppo del comparto.»
Gli imprenditori della pietra piasentina, insomma, vogliono il Distretto, conviti che la creazione dell’istituzione garantisca quegli strumenti indispensabili allo sviluppo, primo fra tutti la certezza delle normative ambientali per quanto riguarda lo sfruttamento delle cave. «Esiste il problema delle autorizzazioni – spiega il direttore del Consorzio, Damiano Galliussi – attualmente le autorizzazioni per lo sfruttamento delle cave hanno una durata limitata senza così nessuna garanzia per il loro sfruttamento nel tempo. Gli imprenditori si trovano allora in difficoltà nell’investire su nuovi macchinari per l’estrazione dal costo elevato temendo di non ammortizzare la spesa.»

La caratteristica delle aziende che si occupano della lavorazione della pietra, infatti, è quella di utilizzare limitati quantitativi di materia prima, ma di avere la continua disponibilità della stessa. Senza questa lo sviluppo del Consorzio è impossibile; i margini di crescita, infatti, ci sono eccome.

«Abbiamo la possibilità di crescere velocemente – spiega Laurino – sviluppando nuove tecnologie e puntando sull’innovazione, possiamo contare sulla scuola di scalpellini del Centro di Formazione professionale di Cividale che ci mette a disposizione manodopera qualificata. Insomma, il mondo intero ci sta cercando per avere i nostri prodotti».
Come dire, un tempo il Friuli esportava gli scalpellini in tutto il mondo, ora esporta i prodotti creati dagli scalpellini che a Cividale (Centro di formazione professionale) vengono a imparare l’arte da mezzo mondo.

Antonio Simeoli
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