Il Ponte del Diavolo
Proseguendo lungo il Corso Mazzini che rifà il percorso dell’antica strada principale romana, detta decumano maggiore, si giunge infine, al Ponte del Diavolo.
Gettato sul fiume Natisone con due campane ed un unico pilastro poggiante su un iniziato verso la metà del ‘400 dall’architetto lombardo jacopo da Bissone.
L’opera fu continuata da Edardo da Villacco e fu completata dal capodistriano Bartolomeo delle Cisterne che lavorò, anche alla costruzione del Duomo.
Nel 1558 il ponte fu terminato. Nei secoli successivi fu ripetutamente restaurato.
All’epoca della disfatta di Caporetto, il ponte fu distrutto e, subito dopo ricostruito in base ai disegni e ai rilievi esistenti, dagli stessi soldati austriaci.
Nel 1938 fu costruito il parapetto attualmente visibile.
Tecnicamente molto arido, il ponte trae il nome “del diavolo” da una suggestiva leggenda che lo vuole costruito in una sola notte dallo stesso Diavolo in cambio dell’anima di un Cividalese, anima che poi non ebbe grazie ad un gustoso imbroglio perpretato dai Cittadini ai danni del Maligno.
Oggi il ponte è il simbolo di Cividale del Friuli, una Città che non può e non deve dimenticare il ruolo di città d’arte che le deriva dal suo passato splendore.