dal Messaggero Veneto del 19/07/2002
Bella la Carnia se ci fosse il mare…
Si diceva una volta: bella la Carnia se il primo paese non fosse Amaro! Oggi invece quel primo paese della Carnia, quella vera, si è talmente trasformato che il detto popolare potrebbe tranquillamente essere capovolto: lì infatti ci sono lo svincolo autostradale, il Fella che dà ossigeno al Tagliamento, un ponte che doveva crollare invece dura come quello nuovo, la polizia stradale, supermercati, uno enorme in costruzione che darà l’ultima mazzata ai piccoli negozi dei paesi sparsi più su, centri artigianali, industriali, di ricerca tecnologica, l’Agemont: in sostanza un centro motore distaccato del centro del cuore, ormai agonizzante, di quella parte estrema della regione Friuli.
Ora il sindaco di Amaro è preoccupato perché lì attorno si costruisce molto, troppo e troppo in fretta e alcune opere preliminari quali fognature e depuratori non sono all’ordine del giorno. E qui il vizio non si modifica, come sulla Udine – Tricesimo: si lascia costruire all’infinito, negozi – capannoni – negozi europei e poi si piange sul traffico caotico e inquinante, sull’impossibilità di poter vivere e circolare adeguatamente e si inventano fantasiose complanari che non si sa ancora bene se avranno o meno lo spazio per realizzarle.
Anche Pinocchio voleva raccontare la sua storia prima di averla vissuta.
Una volta ad Amaro avevano gli asini, anzi le musce, le carete; c’erano tanti compagni di scuola, i Malagnini, Zoffo, Dell’Angelo mai più rivisti, hanno però perso il treno, lo sbuffo di quel treno lento in salita dal quale si poteva scendere, raccogliere i sassi per la fionda, risalire in corsa e, magari, ripetere l’operazione ancora qualche volta. A differenza dei cividalesi che il treno l’hanno difeso con i denti e ora possono scegliere o il treno o la corriera per arrivare fino a Udine. Ma colpa anche dei tolmezzini che al posto dei binari hanno costruito case, strade, giardini, irreversibilmente. Si saranno pentiti? Non perdonerò mai all’ingegner Angelo Ernano, insigne matematico e politico, vicepresidente della giunta provinciale, insegnante di matematica e di elettrotecnica quel giorno che mi disse che quel treno non servirà più. Forse avevo capito male, ma non c’è più per poter chiarire. E poi quell’altro ingegnere che aveva proposto di costruire nella piana di Amaro una grande centrale elettrica a carbone, forsennata idea.
Bella la Carnia se ci fosse il mare! Quella barca a vela che si misura con le altre nel giro d’Italia non sarebbe ultima! Bravi ugualmente, la prossima volta sarà migliore. Dicevo se ci fosse il mare. Un lunghissimo fiordo fino a Villa Santina. Invece c’erano soltanto boscaioli, carpentieri, muratori, emigranti. E poeti che non si sapeva dell’esistenza, uno di loro anche famoso, pur non avendolo nessuno letto. E anche il Tagliamento, fiume carnico dalla fonte, inquinato. Ma si sapeva, eccome si sapeva, ero ancora bambino, che bisogno c’era di fare tanto polverone? Se si sapeva già? Ma queste faccende qui le risolve la politica o la magistratura? Per intanto ringraziamo quest’ultima.
Giorgio Deotto
Udine
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