Il Duomo
Nella zona centrale della città, sul luogo in cui il Patriarca Callisto, con la sua veduta a Cividale nel 737,
edificò il Battistero, incorporandolo nella chiesa di S. Giovanni Battista, si erge uno degli edifici più rappresentativi della città: il maestroso Duomo.
L’edificio, imponente ed elegante, è uno dei più interessanti monumenti del Friuli.
Fu iniziato nel 1458 da Bartolomeo delle Cisterne da Capodistria.
La costruzione fu proseguita dai veneziani
Pietro e Tullio Lombardo nei decenni del 500.
La facciata del Duomo appare nettamente divisa in due parti: quella inferiore, successiva al 1553, dovuta a
Bartolomeo delle Cisterne, è massiccia e pesante, appena mossa, in alto, da due occhi a cui corrispondono, in basso, due piccole porte e il portale gotico.
La parte superiore della facciata è dovuta a Pietro Lombardo.
Nel complesso, l’insieme ha un suo slancio insolito e ampie e chiare superfici che si offrono alla luce.
Il portale centrale, scolpito a Venezia nel 1465 da Jacopo Veneziano, testimona il perdurare del gusto gotico nella città lagunare di quegli anni.
L’interno del Duomo
Varcata la porta d’ingresso del Duomo, il visitatore è colpito dal senso solenne e unitario dell’ impianto architettonico. Nonostante la presenza dell’elemento gotico, è evidente la chiara misurabilità degli ambienti rinascimentali.
Lo spazio interno è armoniosamente scandito dalle imponenti colonne che suddividono l’interno in tre ampie navate.
La pala d’argento
L’area sopraelevata del presbiterio, che ebbe la sistemazione definitiva solo nel 700, accoglie l’Altar Maggiore che contiene uno dei gioielli dell’arte orafa italiana.
La Pala d’Argento del Patriarca Pellegrino II che fu esposta a Parigi nel 1953, alla mostra dell’arte del Medioevo.
È un’opera imponente: in spessa lamina d’argento sbalzata e dorata a fuoco, posta su un supporto ligneo. Nel trittico centrale, la Vergine in trono col bimbo benedicente è tra i Santi Michele e Gabriele; negli altri scomparti vi sono le figure di Santi con accanto, punzonato, il loro nome.
Tra essi, lo stesso Pellegrino II che volle fare, alla fine del XII secolo, questo munifico dono alla città natale.