(dal giornalino: IL PONTE  Nr.11 di Giugno 3013)


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Cividale del Friuli è conosciuta dappertutto per le bellezze storiche, architettoniche e naturali.

Da anni è meta di turisti, anche stranieri, che vengono a visitare i luoghi storici da poco entrati sotto la tutela dell’Unesco, degustare i piatti tipici e godere della bellezza e del refrigerio offerti
dal fiume Natisone.

Ma Cividale ha anche voluto dare spazio ai “tempi moderni” e offrire non solo attrazioni turistiche
ormai usurate, ma nuovissimi percorsi per raccontare l’entusiasmante trasformazione avvenuta recentemente.

Ve li offriamo suggerendo all’Amministrazione comunale di inserirli nella “Guida turistica” della città.


PRIMA TAPPA

   

Si parte da un sito ristrutturato nei primi anni 90’, quando, grazie ad un mutuo previdentemente concesso dalla Regione, si decise di costruire il sontuoso Palazzetto dello sport sulle rovine della “vecchia fabbrica Italcementi”.

Il Palazzetto, con un parcheggio antistante di centinaia di posti macchina sempre occupati, ha un’originale copertura a cupola ed ospita un campi di gioco, gradinate e spazi coperti interni.
E’ sempre affollato e c’è la fila per poterlo affittare!

Anche il prospiciente edificio occupato da palestre e centri di fitness è utilizzato da centinaia di cittadini che se ne servono per ricostruire il proprio corpo.
Poiché il complesso è una risorsa per la cittadinanza e per i turisti, l’Amministrazione comunale non ha rinunciato a pagarlo due volte per renderlo disponibile.

SECONDA TAPPA

Proseguendo per cento metri dopo il Palazzetto si può sostare davanti alla stupenda statua dell’alpino, posizionata al posto di uno squallido acero campestre, nello spazio antistante il muro di pietra piasentina della nuova stazione dei treni.

La statua con tanto di squillante motto di brigata è a grandezza naturale e leggenda vuole che un vero alpino sia stato preso a modello. Si può notare la mitraglietta tenuta con la mano sinistra, simbolo di pace.
Un altro fulgido esempio di come la scultura possa richiamare i più nobili sentimenti umani!

TERZA TAPPA

Alle spalle dell’alpino si erge la nuova Stazione ferroviaria, altro splendido esempio di architettura moderna che contrasta con la povertà della vecchia stazione, da adibire a museo dei ricordi.
Nello spiazzo antistante il muro inpietra piasentina si può praticare il “Qi Gong”.

QUARTA TAPPA


Con le spalle al muro della stazione, si può osservare il capolavoro della nuova skyline cividalese, la futura sede della Banca di Cividale.

Un bianco edificio, apparso sulle migliori riviste nazionali ed internazionali di architettura, con superficie esterna zigzagante e ricoperta di vetri riflettenti che si eleva per tre piani e che si offre agli appassionati di fotografia d’architettura.

Il maestoso albero in vetrocemento all’ingresso dell’Edificio rappresenta il ferreo radicamento che la Banca ha con il suo territorio.

E sciocchi e incompetenti sono coloro che hanno ribattezzato l’Edificio “dentiera” ed hanno paragonato l’albero ad una astronave di Star Trek!

Il complesso è infatti perfettamente in linea con la tradizione dell’architettura medievale cividalese, che caratterizza il centro, e si incunea con un abbraccio perfetto nella viabilità futuristica che lo circonda, con ben tre grandi rotatorie dirigenziali, per dimostrare che anche Cividale è all’altezza dei tempi, non solo Remanzacco!

QUINTA TAPPA

Il percorso, già ricco di contenuti monumentali di straordinaria bellezza, presenta alcuni tratti di interesse più prettamente sportivo, come, in particolare, l’attraversamento della strada che separa la stazione dall’originale cubo di cannicciato rosso e grigio che ospita un modernissimo supermercato,
attraversamento che si compie su eleganti strisce pedonali la cui posizione a ridosso della rotonda non mancherà di mettere simpaticamente alla prova le abilità podistiche dei visitatori.

SESTA TAPPA

Proseguendo per via Foramitti, sulla destra, c’è una vasta area ancora interessata da lavori edili e dal piano stradale emerge un solitario, enorme, stupendo carapace di cemento il cui utilizzo è la bellissima sorpresa che sicuramente i costruttori ci riserveranno.

SETTIMA TAPPA

Con una camminata alla nordic walking per una stradina in salita si arriva al resort del Castello dove lo sguardo abbraccia a valle la placida bellezza della pianura friulana, a monte i picchi dell’anfiteatro montano e, sotto i piedi, il recente sbancamento della collina adiacente, poi giustamente condonato. Una sosta nell’area fitness darà l’energia necessaria per continuare la visita.



OTTAVA TAPPA

Allacciato il caschetto ed inforcate le biciclette noleggiate ai turisti, purtroppo difficili da reperire perché sempre in uso, con il vento in faccia si scende dal Castello e ci si ferma ad un piccolo rivo. Sulla sinistra emerge dall’acqua la grande ruota motrice del mulino Scarbolo sapientemente
mantenuto come un tempo dagli attuali proprietari, gentilissimi e disponibilissimi per visite.

NONA TAPPA

Si prosegue per Via Piave dove si può ammirare il grande torrione veneto e il leone con il libro aperto. L’insieme è ombreggiato da una foltissima edera e nel fossato galleggiano anatre plastificate ed altro. Dei due torrioni ne rimane uno restaurato e dei tre leoni non è visibile neanche uno!

DECIMA TAPPA

Proseguendo si incontra la dismessa caserma degli alpini, futuro moderno centro residenziale.
Il vecchio ingresso reca le vestigia della vecchia cappella conventuale. Ops! si sentono
colpi di moschetto, che siano i divertimenti dei fantasmi di tanti alpini partiti e non più tornati
dalle varie campagne di conquista italiche?
No, sono gli spari del vicino Tirassegno Nazionale.

UNDICESIMA TAPPA

Forzando sui pedali e dopo aver attraversato la statale tra i piacevoli spostamenti d’aria delle auto in corsa, ci si ferma al rosso casale Leicht e sedendosi sull’erba si può ammirare uno dei più folli e selvaggi paesaggi della forra del Natisone. Ci si può anche permettere di sognare ad occhi aperti e di intravedere, nel tremolio estivo, un arcobaleno il cui arco di bianchissimo cemento congiunge le due sponde.
Il terzo ponte cividalese? Nel riprendere la bicicletta si rimane folgorati dallo splendido edificio legoland, il quinto punto commerciale in due chilometri.

DODICESIMA TAPPA

Camminando sostenendosi alla bicicletta si entra in Borgo Brossana, borgo antichissimo di calma, tranquillità e saggezza umana. Un rugo scorre argentino a lato di una monumentale croce, pegno della città per una epidemia di peste. E proprio dopo due passi ci si affaccia sulla Piazzetta San Biagio, un campo
veneto, arricchita dalla facciata della chiesetta appena restaurata con il recupero dei pochi affreschi
sopravissuti alle intemperie e all’incuria umana, dalla panoramica passerella di uscita del
Tempietto Longobardo, causa dell’entrata in sito Unesco, dal suono melodioso delle roste del Natisone,
dal continuo chiacchiericcio di maggiolini, oche, merli e dall’ingresso al contestatissimo ”Orto delle Orsoline”.

(continua nel prossimo numero)