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IL CASTELLO

Il Castello di Miramare, come ogni castello che si rispetti, è avvolto da un’aura di fiaba e leggenda.

Si narra che l’Arciduca Massimiliano d’Asburgo, sorpreso da una mareggiata al largo del golfo di Trieste, abbia trovato rifugio nel porticciolo di Grignano. Il giorno dopo, passata la tempesta e il pericolo, Massimiliano venne colpito dalla straordinaria e selvaggia bellezza di questo sperone di roccia carsica, privo di vegetazione e affacciato sul mare aperto. Conquistato decise che lì, dove mare e terra si univano, sarebbe sorto il castello, che Massimiliano sognava potesse diventare il nido d’amore per lui e sua moglie Carlotta, principessa del Belgio. Purtroppo la nomina a Imperatore del Messico interruppe il loro sogno d’amore: Massimiliano infatti dovette subire l’opposizione dei sostenitori repubblicani che ne ordinarono la fucilazione nel 1867. Una volta rimasta vedova Carlotta perse la ragione e trascorse i suoi ultimi anni in Belgio, cedendo alla follia.

La triste storia dei due innamorati diede vita alla leggenda secondo la quale chi dimora nel Castello perisce prematuramente di morte violenta in terra straniera. La storia riporta diversi esempi di casi in cui la maledizione si è avverata: il Duca Amedeo d’Aosta che risiedette nel castello mentre comandava il 29º Reggimento Artiglieria di Gorizia, morì nell’ospedale militare di Nairobi, prigioniero degli Inglesi; il generale tedesco Friedrich Rainer, che vi dimorò durante la Seconda Guerra Mondiale, venne processato per crimini di guerra e condannato a morte.

L’unico che diede credito alla leggenda fu il colonnello americano Bowman che, durante le operazioni di liberazione della città, preferì dormire in una tenda allestita nell’aiuola davanti al Castello.


IL PARCO

Il Parco, nelle intenzioni di Massimiliano, da sempre appassionato di botanica, doveva essere una stazione sperimentale di rimboschimento e di acclimatazione di specie botaniche rare, e risulta essere una complessa unione di natura ed artificiosità.

La progettazione del parco venne affidata sempre a Carl Junker, mentre per lo studio della parte botanica Massimiliano si rivolse inizialmente al giardiniere Josef Laube, e successivamente ad Anton Jelinek. Per la realizzazione vennero importate grosse quantità di terreno dalla Stiria e dalla Carinzia e diversi vivaisti, soprattutto del Lombardo veneto, procurano una ricca varietà di essenze arboree e arbustive, moltissime di origine extraeuropea.