Dalla terza di copertina:
Gabriele Ingegneri, Storia del santuario di Castelmonte, Castelmonte 2002, 448 p. ill.

Il santuario della Madonna di Castelmonte, sopra Cividale del Friuli, da oltre un millennio richiama devoti offrendosi come punto di incontro delle nazioni italiana, austriaca e slava.
La lunga storia della chiesa, degli abitanti e delle istituzioni che vi fecero riferimento, iniziata da una presenza difensiva romana e cresciuta intorno alla devozione all’arcangelo san Michele e soprattutto alla Vergine Madre, viene ripercorsa con l’aiuto della ricca documentazione dell’Archivio del Capitolo del duomo di Cividale, che ne fu proprietario dal 1253 agli inizi del secolo XX.

I frati cappuccini, addetti alla cura del santuario dal 1913, nell’avvicinarsi del 90′ anniversario della loro presenza, sono lieti di offrire quest’opera di conoscenza e riflessione sul passato e di auspicio di pacífica convivenza tra i popoli europei ed extraeu-ropei, per la particolare devozione che vi portano i friulani emigrati in tutto il mondo, sotto la materna guida di Maria Santissima


A una quarantina d’anni dalla pubblicazione della storia del santuario di monsignor Guglielmo Biasutti, in prossimità del 90° anno di affidamento alla cura dei cappuccini, esce una nuova storia del Santuario della Madonna di Castelmonte, sopra Cividale del Friuli, intesa a recuperare tante nuove acquisizioni della ricerca storica, prima fra tutte la data della costruzione della statua venerata.

L’opera vuole ricostruire la storia del santuario, caro al cuore delle genti del Friuli Venezia Giulia, ma anche a quelle della Slovenia, dell’Au-stria e dell’intera Italia, che da oltre un millennio vi si incontrano pacificamente.

Le notizie vanno dai tempi romani, con tracce di una fortificazione, inserita nel sistema di difesa dei confini orientali del-l’im-pero, ai nostri giorni, passando attraverso la dominazione patriarcale, veneziana, austriaca e infine italiana.

Si ripercorrono le vicende degli edifici, della chiesa, del borgo e delle strade, delle persone che vi abitarono e vi lavorarono, dai patriarchi che lo visitarono ai canonici del capitolo del duomo di Cividale che lo amministrarono, ai cappellani che vi risiedettero a servizio del santuario e dei fedeli, ai sagrestani che ne assicurarono il regolare andamento quotidiano.

Fonte di informazione sono soprattutto i documenti del preziosissimo Archivio del Capitolo del duomo di Cividale, che ne fu proprietario e gestore dal 1253 al 1913, quando al santuario entrarono i frati cappuccini.

Al di sopra di tutti si ricorda la presenza materna e protettrice di Maria, venerata qui come Madre di Dio e della chiesa, centro di tanti sentimenti e di tanta devozione di chi cerca sostegno nelle vicende a volte tormentate della vita terrena, ma anche una guida per il cammino verso il cielo.