Come suggerisce il nome Castelmonte, il santuario appare somigliante ad un castello, posto sulla vetta d’un monte. In realtà si trova sulla cima d’un colle alto 618 metri suI livello del mare, nella catena delle Prealpi Giulie. La via d’accesso passa per Cividale, da cui dista 8 km. mentre Udine si trova a circa 25 km. ed il confine di stato con la Slovenia passa per il sottostante fondovalle, lungo il torrente Judrio. Molti santuari devono i loro inizi ad una apparizione della Vergine, oppure al verificarsi d’ un prodigio straordinario, oppure ad un voto emesso dalla popolazione in presenza d’una epidemia o altro pericolo. Nulla di tutto questo per il nostro santuario: il piu antico del Nord-Est e probabilmente uno dei piu antichi della cristianità. Una tenace tradizione faceva risalire il santuario di Castelmonte ai primi secoli della Chiesa e precisamente al periodo immediatamente successivo al Concilio di Efeso del 431, in cui venne solennemente proclamata la divina maternità di Maria, suscitando una vasta diffusione del culto verso la Vergine. In verità, la cosa non pareva affatto inverosimile: sia perché il santuario si trovava nella sfera del Patriarcato d’ Aquileia che, finite le persecuzioni, aveva dimostrato una forte vitalità; sia perché la stessa Aquileia era caratterizzata da singolare fervore mariano, per influsso del cristianesimo bizantino; infine perché Cividale, a cui Castelmonte e strettamente legato, fin dal secolo IV era sede d’una vivace comunità cristiana. Ma la tradizione antichissima non pareva appoggiarsi ad alcun documento; perciò si poteva pensare che fosse nata dall’istintiva tendenza d’ogni popolo o regione a nobilitare i propri natali. Nel 1962, mentre si scavava per allargare la cripta o chiesa inferiore del santuario, vennero alla luce due tratti di pavimento in cocciopesto, risalenti almeno al secolo VI, indubbia prova che già a quel tempo la cima del colle era abitata. Doveva esserci una guarnigione romana, ossia un posto di avvistamento militare nel periodo delle invasioni, che nella regione cominciarono sul finire del IV secolo: i goti di Alarico nel 402, gli unni di Attila nel 452, i longobardi di Alboino nel 568, ed infine le infiltrazioni slave che, dal secolo VII al secolo IX, vennero a spegnersi a ridosso di Castelmonte. Così si spiega perché gli slavi, arrivati sin qui a quell’ epoca, abbiano chiamato Castelmonte (Staragora) ossia Monte Antico, appunto perché lo trovarono già abitato da tempi remoti. A mezza costa fra Cividale e il santuario si eleva il cocuzzolo del Monte Guardia, il cui nome richiama anch’esso alla mente un posto di sentinella sulle vallate del Natisone. Un esperto di topografia antica, in base a documenti e a reperti archeologici, ha potuto ricostruire una via romana risalente al I secolo avanti Cristo. Essa partiva da Aquileia e conduceva al Norico (Austria), toccando Forum Julii (Cividale) e proseguendo per le valli del Natisone e dell’Isonzo. In particolare, la strada romana correva lungo la sponda sinistra del Natisone presso la località di Carraria; poi proseguiva sulla direzione d ‘un largo sentiero che conduce verso la località di Ponte San Quirino: l’ attuale rettilineo ripropone il tracciato dell’ antica via. Presso quest’ultima località sono state scoperte tracce di solchi carrai incise profondamente nella roccia. Un cippo sepolcrale dei Fabii, proveniente dalla zona, e conservato nel museo archeologico di Cividale. A guardia del ponte sorgeva un fortilizio del quale rimangono ancora dei ruderi. La presenza assai prossima d ‘una strada romana avvalora la convinzione che anche sulla vetta strategica di Castelmonte ci sia stato, almeno dai tempi delle invasioni da Est, un posto di vedetta. Perciò, soldati cristiani da Cividale avrebbero portato lassù i segni della loro fede, come avrebbero esternato la loro devozione mariana mutuata dalla Chiesa-madre di Aquileia in contatto con l ‘Oriente. Di epoca anteriore o contemporanea (il problema storico non e ancora chiarito) al sorgere del santuario mariano e il culto speciale prestato all’ Arcangelo Michele. La sua presenza a Castelmonte, legata anche ad una antica e graziosa leggenda, era vista come il simbolo del trionfo cristiano sugli dei della mitologia pagana. C’e da aggiungere che i longobardi, giunti nel cividalese nel 568, avevano scelto come patrono speciale del loro esercito S. Michele, diffondendone la venerazione. Una statua lignea dell ‘ Arcangelo, rivestito d’ armatura e vittorioso suI sottostante demonio, e ancora oggi visitata con interesse dai pellegrini che scendono nella cripta: il nucleo piu antico del santuario. L’isolata postazione militare divenne poi un borgo abitato da famiglie, per attrezzarsi infine a castello, munito di torri e di mura difensive. Già dai tempi dei longobardi e dei franchi, ossia dal VI al IX secolo, i devoti accorrevano a folle quassù, tanto che nelle adiacenze del santuario c ‘ era un Malbergium , ridotto ora al toponimo Moldiaria, ossia un luogo di convegni popolari per I’ amministrazione della giustizia. Per Cividale e per l’intero Friuli il santuario appariva come un presidio sicuro e vittorioso, una rocca circonfusa da segni manifesti della protezione di Maria.
da: BADAN U. (a cura), Castelmonte. Guida storica illustrata del Santuario, Castelmonte 1993.