Una aureola per due
La straordinaria normalità della prima coppia di sposi innalzata insieme sugli altari, i Beltrame-Quattrocchi.
Quello che dice alle famiglie d’oggi
(da “Città nuova” del 25 ottobre 2001 di Nedo Pozzi)
Il 21 ottobre Giovanni Paolo II ha realizzato un altro suo sogno personale: innalzare agli altari una coppia di sposi che si siano fatti santi “insieme”. Perché santi sposati ce n’erano già; pochi, ma c’erano. Ma per rendere più credibile questa via “normale” alla santità, ci voleva qualcuno, anzi una coppia che, senza prendere sublimi ed eroiche “scorciatoie” ( tipo martirio, acclamazione popolare, famiglia reale, fughe nell’eremo, vedovanza in convento, eccetera), superasse i rigori degli attuali processi ecclesiastici e soprattutto desse l’esempio di una vera storia d’amore tra un uomo e una donna vissuta fino in fondo come Dio vuole. E l’ha trovata: una coppia normale e Borghese (socialmente parlando) ma santa, un fuoco sotto la cenere: Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi.
Luigi, di origini friulane ma nato nel 1880 a Catania dove il padre era consigliere di prefettura, si laureò in legge a Roma e fece brillante carriera nell’avvocatura di stato. Arrivò ad essere anche consulente legale dell’Iri, della Banca d’Italia e dei principali istituti di credito nazionali.
Maria Corsini nacque a Firenze nel1884. Il padre era colonnello dei granatieri del regio esercito, e in tale veste fu trasferito a Roma, dove Maria completo gli studi umanistici ed esordi non ancora ventenne come scrittrice di saggistica letteraria e pedagogica.
Pubblicò l’ultimo lavoro nel1955, a 71 anni!
Sul finire dell’Ottocento Roma era un posto affascinante per gli italiani colti. Era la nuova capitale, grondante storia, arte e bellezza, ma era soprattutto percorsa dal fremito di una societa giovane che incomincia una nuova esperienza intellettuale e civile. Niente di meglio per accomunare nell’avventura le famiglie “forestiere”, subito inclini a frequentarsi.
Cosi Luigi e Maria si conoscono, si “notano”, si innamorano. Il marzo 1905 si fidanzano; il 25 novembre dello stesso anno si sposano in Santa Maria Maggiore.
Dopo quattro anni avevano già tre figli. Ma di che radicalità evangelica fosse la loro vita di sposi, comincia a rivelarlo un dramma sfiorato nel 1914: Maria si scopre incinta di una quarta creatura, ma la gravidanza non procede bene. Dopo vari consulti, il più famoso ginecologo di Roma ordina il ricorso all’aborto «per salvare almeno la madre» . La ferma opposizione di Maria e Luigi e l’eroico “sì” di lei «a tutto ciò che Dio vorrà», si concluse con la nascita di Enrichetta, che non abbandonò mai i genitori curandoli fino alla loro morte.
Per la cronaca, il primogenito Filippo è diventato don Tarcisio, un sardote; la seconda, Stefania, monaca benedettina col nome di Madre Ceia; il terzo, Cesare, trappista, noto come padre Paolino.
Maria e Luigi avevano in cuore la vocazione alla santità. Anche il loro giovane amore, ardente e appassionato, era vissuto con una trasparenza totale, in una comunione senza ombre.
Forse che una toscana «colta e birichina», può lasciar passare qualcosa a un siculo-friulano dotto in legge? E viceversa? Ognuno scolpiva e rivelava nell’altro, amandolo, il suo dover essere.
Una coppia Borghese, abbiamo detto, ma non chiusa. Casa Beltrame era a Roma considerata un “ambulatorio non-stop” per anime e corpi. Pionieri del volontariato, fondatori dello scautismo laziale, i loro nomi sono legati alla nascita di mitiche realta dell’associazionismo famigliare, come “Rinascita cristiana” e “Fronte della famiglia”.
Ma tutto sorgeva e si alimentava da una comunione sponsale normale nelle espressioni, straordinaria nella profondità: «. . .E tutto questo a poco a poco – ricorda Maria in un suo scritto -, con continuo accrescimento di luce, che è calore, carità, vita. Tutto in comune, con scambio costante di valori effettivi ed affettivi, con un ‘unica vita di aspirazioni e di mete.
Vita fatta di ansietà e cure, di timori e raccomandazioni, di tenerezze reciproche, che non sono sentimentalismi, bensì un mondo recinto che dalle abissali profondità e sconfinate estensioni, pur restando tra i due, sa irradiare di fuori amore e luce… Filo per filo, la trama in funzione dell’ordito, l’ordito ragione della trama. . . » .
La crisi della famiglia che stiamo soffrendo e anzitutto crisi d’identità, mancanza di motivazioni ideali. La nostra quotidianita è inscritta, inoltre, in un sistema ostile che ci divide e distrae, sollecitando le nostre individualità. La storia di Maria e Luigi, avvolti come tutti da tanti problemi e lusinghe, ci offre un ‘altra chiave di lettura del matrimonio, dove l’amore umano con tutta la sua gioiosa bellezza nasce da una sorgente infinita ed eternamente vi ritorna; dove l’amore genitoriale non cessa di seguire e dialogare coi figli partiti uno dopo l’altro nei momenti difficili della guerra, aiutandoli in tutti i modi.
Per saperne di piu e conoscerli meglio, segnaliamo tre preziosi volumi puntualmente editi dalla nostra editrice.
PER CONOSCERE MARIA E LUIGI
Attilio Danese, Giulia Paola Di Nicola, Un’aureola per due. Maria Corsin e Luigi Beltrame-Quattrocchi. Vita, ideali, riflessioni, impegni ed esperienze della prima coppia innalzata sugli altari, raccolti e narrati da due noti studiosi di scienze e spiritualita del matri’monio.
Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi, Lettere d’amore. Dal campo base alia vetta.
Tracce di amore e di santità quotidiana nella corrispondenza privata di due sposi, legati in una singolare crescita spirituale comune. ,
Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi, Lettere d’amore. Diaogando con i figli. Come realizzare comunione di vita e aiuto reciproco se tre figli su quattro decidono di uscire di casa.
Uno spaccato familiare umanissimo e concreto, visto ero, come dice il card. Martini nella presentazione, «dai tetti in su».