dak Messaggero Veneto del 18/05/2002

La mostra sarà inaugurata alle 11 nel salone del Parlamento nel castello dove troveranno posto i dipinti. La grafica sarà a San Francesco


Sarà inaugurata oggi, alle 11, la mostra Giuseppe Zigaina: dipinti, disegni, incisioni 1944-2002, realizzata dai Civici musei di Udine, in collaborazione con la Banca Popolare di Vicenza. Coordinata da Giuseppe Bergamini, direttore dei Civici musei udinesi, la rassegna esplora l’intera carriera del maestro cervignanese, considerato a pieno titolo una delle più notevoli personalità artistiche italiane.

L’esposizione, che sarà visitabile fino al 30 giugno, è articolata in due parti, una dedicata alla grafica, Disegni e incisioni 1947-2001, l’altra alla pittura, Dipinti 1944-2002, e nasce dalla collaborazione con Michael Semff, direttore della Staatliche Graphische Sammlung di Monaco di Baviera e Peter Weiermair, direttore della Galleria d’arte moderna di Bologna.

È una dedica che Udine rivolge a Zigaina con una doppia esposizione, formula già collaudata in più di un’occasione. Per la prima volta un’antologica del maestro amico di Pier Paolo Pasolini celebrerà la sua arte a 360 gradi, valorizzando sia la sua opera pittorica – sintetizzata da una ventina di tele nel prestigioso Salone del Parlamento del Castello di Udine – che la sua produzione grafica, che sarà esposta in una selezione di straordinaria qualità nel suggestivo spazio dell’ex chiesa di San Francesco. Più di cento saranno le incisioni e i disegni che faranno parte di questo secondo percorso perché la sua attività di incisore, iniziata nel 1965, è quella che evidenzia di più il modo del tutto particolare con cui l’artista affronta oggetti e concetti del suo discorso creativo.

Non a caso Bergamini definisce il disegno in Zigaina come “arte dell’anima”.
La volontà è quella di tracciare una sintesi di una carriera che in quasi mezzo secolo ha lambito tutte le tendenze più vive e moderne della pittura e della grafica, restando però sempre refrattario ad abbracciare qualsiasi dogma: la sua parabola si è mossa infatti dagli anni Quaranta a oggi all’insegna di un progettato e consapevole isolamento, caratteristica di un ingegno volontariamente solitario.

I temi portanti della duplice mostra sono la potenza del segno, l’immersione nell’inconscio personale e collettivo, la capacità di assimilare i simboli e lo spirito più autentico del Friuli per riannodarli all’universale onda dell’emozione pittorica. E così questa scorribanda che va dai capolavori neorealisti come Biciclette e falci e il vero e proprio ciclo dei Braccianti sul Cormor fino ai recenti Girasoli e a Mio padre tra le nuvole (solo per citare alcune fra le opere in esposizione), non sarà solo un itinerario alla scoperta dell’avventura artistica di un poliedrico ingegno, ma avrà anche il valore di un piccolo viaggio all’interno dell’eredità ideale della tradizione friulana.
L.B.

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