13. Come è stato sottolineato spesso, il giornalismo sta attraversando cambiamenti profondi in questo nuovo ambiente. La combinazione di nuove tecnologie e globalizzazione ha « aumentato le capacità dei mezzi di comunicazione sociale, ma ha anche accresciuto la loro esposizione alle pressioni ideologiche e commerciali » 29 e questo vale anche per il giornalismo.
Internet è uno strumento di informazione molto efficiente e rapido. Tuttavia la competitività economica e la presenza giorno e notte del giornalismo on-line contribuiscono anche al sensazionalismo e alla diffusione del pettegolezzo, alla mescolanza di notizie, pubblicità e spettacolo, e a una diminuzione, almeno apparente, delle cronache e dei commenti seri. Un giornalismo onesto è essenziale per il bene comune delle nazioni e della comunità internazionale. Questi problemi evidenti nella pratica del giornalismo su Internet esigono una soluzione rapida da parte dei giornalisti stessi.
Un problema per molti è l’incredibile quantità di informazioni su Internet, di gran parte delle quali non ci si preoccupa di controllare se siano giuste e appropriate. Siamo preoccupati anche per il fatto che gli utenti di Internet utilizzano la tecnologia che permette di creare notizie su comando, semplicemente per fabbricare barriere elettroniche contro idee poco familiari. Ciò non sarebbe salutare in un mondo pluralistico nel quale è necessaria una crescente comprensione reciproca fra le persone. « Sempre più, la tecnologia permette alle persone di raccogliere informazioni e servizi, creati unicamente per loro. In questo vi sono vantaggi reali, ma inevitabilmente sorge una domanda: il pubblico del futuro sarà costituito da una moltitudine di persone che ascoltano uno solo?… Che cosa ne sarebbe della solidarietà, che cosa ne sarebbe dell’amore in un mondo così? ».30
14. Oltre alle questioni concernenti la libertà di espressione, quello dell’integrità e dell’accuratezza delle notizie e della condivisione di idee e informazioni è un’altra serie di motivi di preoccupazione generati dal libertarismo. L’ideologia del libertarismo radicale è sbagliata e dannosa, soprattutto per legittimare la libera espressione al servizio della verità. L’errore sta nell’esaltare la libertà « al punto da farne un assoluto, che sarebbe sorgente di valori… Ma in tal modo l’imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di « accordo con se stessi ».31 Questo modo di pensare non lascia alcuno spazio alla comunità autentica, al bene comune e alla solidarietà.
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IV
RACCOMANDAZIONI E CONCLUSIONE
15. Come abbiamo visto, la virtù della solidarietà è la misura del servizio che Internet presta al bene comune. È il bene comune che crea il contesto per considerare la questione etica: « I mezzi di comunicazione sociale vengono usati per il bene o per il male? ».32
Molte persone e gruppi hanno responsabilità in questa materia. Tutti gli utenti di Internet sono obbligati a utilizzarlo in un modo informato e disciplinato, per scopi moralmente buoni. I genitori dovrebbero guidare e supervisionare l’uso che i loro figli fanno di Internet.33 Le scuole e altre istituzioni e programmi educativi dovrebbero insegnare l’uso perspicace di Internet quale parte di un’educazione mass-mediologica completa, che includa non solo l’acquisizione di abilità tecniche — prime nozioni di informatica e tutto ciò che si supporta ad essa — ma anche l’acquisizione della capacità di valutare in modo informato e sagace i contenuti. Coloro le cui decisioni e azioni contribuiscono a forgiare la struttura e i contenuti di Internet hanno il dovere di praticare la solidarietà al servizio del bene comune.
16. Bisognerebbe evitare una censura a priori da parte dei Governi. « La censura dovrebbe quindi venire applicata in casi estremi ».34 Internet non è esente più di altri mezzi di comunicazione sociale dall’osservanza di leggi giuste che si oppongano a espressioni di odio, alla diffamazione, alla frode, alla pornografia infantile e non e ad altri illeciti. Il comportamento criminale in altri contesti lo è anche nel ciberspazio e le autorità civili hanno il dovere e il diritto di applicare queste leggi. Potrebbero rendersi necessari anche nuovi regolamenti per affrontare reati più strettamente legati a Internet quali la diffusione di virus, il furto di dati personali memorizzati su disco rigido, ecc.
Una regolamentazione di Internet è auspicabile e in linea di principio l’auto-regolamentazione è il metodo migliore. « La soluzione ai problemi nati da questa commercializzazione e da questa privatizzazione non regolamentate non consiste tuttavia in un controllo dello Stato sui media, ma in una regolamentazione più importante, conforme alle norme del servizio pubblico, così come in una maggiore responsabilità pubblica ».35 I codici etici dell’industria svolgono un ruolo utile, sempre che siano presi sul serio, coinvolgano i rappresentanti del pubblico nella loro formulazione e nella loro applicazione, e, oltre a offrire un positivo incoraggiamento ai comunicatori responsabili, prevedano sanzioni appropriate contro le violazioni, inclusa la censura pubblica.36 A volte, le circostanze richiedono l’intervento dello Stato: per esempio costituendo commissioni di vigilanza sui mezzi di comunicazione che rappresentino ogni movimento di opinione nell’ambito della comunità.37
17. Il carattere transnazionale e di collegamento di Internet e il suo ruolo nella globalizzazione richiedono una cooperazione internazionale per stabilire modelli e meccanismi volti alla promozione e la tutela del bene comune internazionale.38 A proposito della tecnologia dei mezzi di comunicazione sociale, così come di molte altre cose, « l’equità a livello internazionale è necessaria ».39
È necessaria un’azione risoluta nei settori pubblico e privato per eliminare il « digital divide ».
Molte questioni difficili, legate a Internet, esigono un consenso internazionale: per esempio, come garantire la riservatezza di individui e gruppi osservanti della legge senza impedire ai funzionari incaricati di applicare la legge e di garantire la sicurezza di esercitare la sorveglianza dei criminali e dei terroristi? Come tutelare i diritti d’autore e di proprietà intellettuale senza limitare l’accesso delle persone a materiale di pubblico dominio? Come definire il concetto stesso di « pubblico dominio »? Come creare e mantenere disponibili a tutti gli utenti di Internet le informazioni in varie lingue? Come tutelare i diritti delle donne a proposito dell’accesso a Internet e di altri aspetti della nuova tecnologia informatica? In particolare, la questione di come eliminare il « digital divide » fra i ricchi e i poveri di informazioni richiede un’attenzione seria e urgente nei suoi aspetti tecnico, educativo e culturale.
Oggi esiste un « senso crescente di solidarietà internazionale » che offre in particolare al sistema delle Nazioni Unite « l’opportunità unica di contribuire alla globalizzazione della solidarietà, fungendo da luogo di incontro per gli Stati e per la società civile e da punto di convergenza dei vari interessi e delle varie necessità… La cooperazione fra le agenzie internazionali e le organizzazioni non governative contribuirà a garantire che gli interessi degli Stati e dei diversi gruppi all’interno di essi, per quanto legittimi, non vengano invocati o difesi a detrimento degli interessi o dei diritti di altri popoli, in particolare dei meno fortunati ».40 A questo proposito auspichiamo che il Summit Mondiale della Società Informatica, che si svolgerà nel 2003, offra un contributo positivo al dibattito su tali questioni.
18. Come abbiamo detto più sopra, un documento allegato al presente, “La Chiesa e Internet”, tratta in maniera specifica dell’uso che la Chiesa fa di Internet e del ruolo di quest’ultimo nella sua vita. Desideriamo sottolineare che la Chiesa cattolica, insieme ad altri organismi religiosi, dovrebbe essere attivamente presente su Internet e partecipare al dibattito pubblico sulla sua evoluzione. « La Chiesa non pretende di imporre queste decisioni e queste scelte, ma cerca di dare un aiuto reale indicando i criteri etici e morali applicabili in questo campo, criteri che si troveranno sia nei valori umani sia nei valori cristiani ».41
Internet può offrire un prezioso contributo alla vita umana. Può promuovere la prosperità e la pace, lo sviluppo intellettuale ed estetico, la comprensione reciproca fra i popoli e le nazioni su scala globale.
Può anche aiutare gli uomini e le donne nella loro continua ricerca di autocomprensione. In ogni epoca, inclusa la nostra, la gente si pone sempre le stesse domande fondamentali: « Chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perché la presenza del male? Cosa ci sarà dopo questa vita? ».42 La Chiesa non può imporre le sue risposte, ma può e deve proclamare al mondo le risposte che ha ricevuto. Oggi, come sempre, offre l’unica risposta totalmente soddisfacente agli interrogativi più profondi della vita: Gesù Cristo, che « svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione ».43 Come il mondo contemporaneo, quello dei mezzi di comunicazione sociale, di cui Internet fa parte, è presente, 0in maniera imperfetta e tuttavia autentica, dentro i confini del Regno di Dio e posto al servizio della parola di salvezza. Tuttavia « l’attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell’umanità nuova che già riesce a offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo ».44
Città del Vaticano, 22 febbraio 2002, Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo.
John P. Foley
Presidente
Pierfranco Pastore
Segretario
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(1) Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale Aetatis Novae sulle Comunicazioni Sociali nel XX anniversario della Communio et progressio, n. 4.
(2) Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, La Chiesa in Internet.
(3) Cfr Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica nelle comunicazioni sociali, n. 5.
(4) Ibidem, n. 21.
(5) Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 26; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1906.
(6) Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 38.
(7) Giovanni Paolo II, Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 2, 27 aprile 2001.
(8) Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in America, n. 20.
(9) Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, n. 3, 10 gennaio 2000.
(10) Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 2.
(11) Ibidem, n. 3.
(12) Pontificia Commissione delle Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale sui mezzi di comunicazione sociale, Communio et progressio, n. 19.
(13) Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico, n. 4.
(14) Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, n. 43.
(15) Etica nelle Comunicazioni Sociali, n. 2.
(16) Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Pornografia e Violenza nei mezzi di comunicazione: una risposta pastorale, n. 20.
(17) Ecclesia in America, n. 56.
(18) Giovanni Paolo II, Messaggio per la Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2001, n. 11.
(19) Ibidem, n. 16.
(20) Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni, n. 4, 24 gennaio 1999.
(21) Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXI Giornata Mondiale delle Comunicazioni, 1997.
(22) Etica nelle comunicazioni sociali, n. 22.
(23) Ibidem, n. 11.
(24) Novo millennio ineunte, n. 47.
(25) Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2001, n. 10.
(26) Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 47.
(27) Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 59.
(28) Communio et progressio, nn. 25, 26.
(29) Giovanni Paolo II, Discorso in occasione del Giubileo dei giornalisti, n. 2 del 4 giugno 2000.
(30) Etica nelle comunicazioni sociali, n. 29.
(31) Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, n. 32.
(32) Etica nelle comunicazioni sociali, n. 1.
(33) Cfr Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale Familiaris consortio, n. 76.
(34) Communio et progressio, n. 86.
(35) Aetatis Novae, 5.
(36) Cfr Communio et progressio, n. 79.
(37) Ibidem, n. 88.
(38) Cfr Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, n. 2.
(39) Etica nelle comunicazioni sociali, n. 22.
(40) Giovanni Paolo II, Discorso al Segretario Generale delle Nazioni Unite e al Comitato amministrativo di coordinamento dell’ONU, nn. 2 e 3, 7 aprile 2000.
(41) Aetatis Novae, n. 12.
(42) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Fides et ratio, n. 1.
(43) Gaudium et spes, n. 22.
(44) Ibidem, n. 39.
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