Ci sono molte ipotesi e scoperte incredibili relative all’esistenza del MULTIVERSO
Se però diveniamo più profondamente consapevoli del dinamismo della nostra mente, scopriremmo cose ancora più sbalorditive.
La nostra mente ricostruisce il mondo che noi giudichiamo “esterno” attraverso la percezione sensoriale. Tutto ciò che percepiamo è in qualche modo raccolto da un centro di appercezione, altrimenti non ne avremmo coscienza.
Questo centro di appercezione non ha un’unica sede nel nostro cervello come immaginiamo spontaneamente. Lo chiamiamo “centro di appercezione” per facilitare la comunicazione, ma esso consiste in un trans-dinamismo il quale è di natura opposta ai contenuti mentali che elaboriamo.
Ne sono una riprova i ricordi e le immaginazioni. Se questo “centro” fosse della stessa natura dei nostri contenuti mentali, noi non potremmo esserne coscienti. Rispetto a questi contenuti esso è tutt’altro, per cui è un “vuoto” dinamico che appartiene ad una dimensione che supera qualitativamente la spazio-temporalità.
In effetti la stessa cognizione dello spazio-tempo è dovuta a questo centro di appercezione soggettivo che per sua natura si distacca sempre da ciò che è oggettivo (proprio per captarlo coscientemente).
Ammettendo come vera e possibile l’esistenza di questo centro di appercezione per ognuno di noi, in base al ragionamento sinora effettuato, dovremmo considerare più in profondità gli infiniti universi che pullulano nella nostra coscienza dal momento del nostro concepimento. Diveniamo così consapevoli che ciò che denominiamo “tempo” è un infinito succedersi di infiniti stati di coscienza.
Questo perché il tempo è mentalmente frazionabile in infinitesimi ed ogni infinitesimo è una nuova visione del mondo. In effetti nulla di ciò che percepiamo o immaginiamo è esattamente uguale al precedente od al successivo, fatto dimostrabile dai micro-mutamenti esterni e quelli interni inevitabili, ed anche dal mutamento continuo della nostra visione del mondo, pure se in maniera impercettibile…
Si può allora dedurre che la vera dimensione esistenziale è quella relativa all’istante, dove lo spazio-tempo si dissolve e la nostra visione della realtà è inabissata nell’Eterno, il cui sguardo abbraccia tutto l’esistente perché è Lui il vero soggetto che non muta mai: “Io sono Colui che sono”