Il cervello umano è “multi-strutturale” o “multi-dimensionale”, per cui non possiamo nemmeno lontanamente paragonarlo a un computer.
I filosofi teorizzano l’esistenza di un “centro di appercezione” che in realtà non è localizzabile, ma è quasi orientato alla trascendenza.
Per scrutare a fondo la nostra mente abbiamo bisogno di potentissimi “microscopi” interiori. Con essi potremmo navigare tra lontani ricordi ed infinite tracce mnestiche che non sono svanite nel nulla, perché hanno lasciato un segno profondo nel nostro modo di provare emozioni, di
pensare, di ragionare e di valutare.
Le tre classiche parti principali del cervello sono tra loro così strettamente collegate che per poterle davvero analizzare in profondità per comprenderne l’intero funzionamento, dovremmo utilizzare un diverso approccio epistemologico, ancora da scoprire.
La scienza sta progredendo, ma c’è moltissima strada da percorrere.
Personalmente non escluderei il fattore “anima” come punto di riferimento della ricerca, anche se sembra azzardato. Però spesso l’intuizione funziona perché precede la razionalità e la può perfezionare.
Veramente il nostro cervello è un sistema. Molto complesso, ma sempre un sistema. Personalmente sono convinto che tutto il cervello è sempre dinamico, anche se certe zone sono più attive delle altre quando effettuiamo determinate operazioni.
Anche se gli strumenti di cui disponiamo oggi per controllare l’attività cerebrale riescono a individuare le zone più coinvolte, non è detto che le altre siano completamente inerti.
Infatti si parla di sinestesie per quanto riguarda la percezione, di inconscio relativamente al funzionamento della mente, di emozioni e sentimenti per indicare la nostra risposta affettiva ecc.