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p. Ermes Ronchi

XIV domenica Matteo 11, 25-30

Quello che mi incanta è Gesù che si stupisce di Dio.

È una cosa bellissima questo Gesù che si lascia sorprendere da un Dio sempre fantasioso e inventivo nelle sue trovate, che spiazza tutti, perfino suo figlio.

È Luca che racconta così quel momento: In quella stessa ora Gesù esultò di gioia, pieno di Spirito Santo e disse: ti rendo lode Padre: hai rivelato queste cose ai piccoli e le hai nascoste ai grandi.

Che cosa era successo? Gesù vive un brutto momento: aveva sperato che tutti, ma soprattutto i più attenti alla Sacra Scrittura, scribi e sacerdoti, rabbini e farisei, i migliori di Israele, avrebbero compreso il suo messaggio e l’avrebbero seguito… Invece è successo esattamente il contrario.

È un periodo di insuccessi, tira una brutta aria: Giovanni è arrestato, Gesù è contestato duramente dai rappresentanti del tempio, i villaggi attorno al lago dopo la prima ondata di entusiasmo e di miracoli si sono allontanati (ed ha appena levato il suo lamento: guai a te, Corazim, guai a te Betsaida…), è rifiutato da una generazione che non esista a definire “di bambini”(Mt 11, 16): è venuto Giovanni che non mangia e non beve e dicono: è un indemoniato; è venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve e dicono: ecco un mangione e un beone, amico di pubblicani e peccatori.

Siete come bambini che non sanno a che gioco giocare.

Ed ecco che in quell’aria di sconfitta, si apre davanti a Gesù uno squarcio inatteso, un capovolgimento improvviso che riempie Gesù di gioia: Padre, ti benedico, ti rendo lode, ti ringrazio.

Attorno a Gesù il posto sembrava rimasto vuoto, si erano allontanati i grandi, i sapienti, la gente per bene, ed ecco che il posto lo riempiono i piccoli: pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani, i preferiti da Dio.

Ti ringrazio, Padre, perché hai parlato a loro, e loro ti hanno capito.

Ho capito anch’io che tu scommetti su coloro sui quali la storia non scommette, sui deboli sbalzati a terra dal convoglio troppo rapido, e indifferente, e crudele della storia.

Beati voi, poveri! I piccoli sono le colonne segrete della storia; i poveri, e non i potenti, sono le colonne nascoste, le pietre vive del mondo nuovo.

Gesù che non se l’aspettava, si stupisce di Dio; è bellissima questa meraviglia che lo invade e lo senti felice, e non si lamenta più, e non c’è più aria di fallimento.

Adesso anche Gesù cambia visione del suo ministero, cambia modo di vedere le cose, è felice per questa nuova logica che è controcorrente, contromano, e molto più bella.

Mi piace tanto questo Gesù, che non si esalta per i successi, che non si deprime per qualche sconfitta: lui si apre al nuovo, a una nuova strada.

La teologa Dorothee Soelle dice di Gesù che è l’uomo più felice perché è dotato di un’immaginazione fuori dal comune. Grazie alla sua immaginazione, scopre l’agire di Dio, scopre nel fondo dell’altro angosce e speranze, e inventa come risposta parole e gesti di vita, quelli che l’amore ci fa chiamare «miracoli».

 

Hai rivelato queste cose ai piccoli… di quali cose si tratta? Nozioni, concetti? Non sono cose per i piccoli, ma per quelli che si credono i primi della classe.

Un piccolo, un bambino capisce subito l’essenziale: se gli vuoi bene o no.

In fondo è questo il segreto semplice della vita. Non ce n’è un altro, più profondo.

I piccoli, i peccatori, gli ultimi della fila, le periferie del mondo hanno capito che in questa rivoluzione della tenerezza sta il segreto di Dio. Voi valete più di molti passeri, ha detto l’altra domenica, voi avete il nido nelle sue mani.

 

Ma poi non basta, Gesù fa un ulteriore passo avanti.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Gesù ha capito la logica di Dio e si inserisce, cominciando dagli ultimi della fila, dai bastonati della vita, stanchi e oppressi.

Non è difficile Dio: sta al fianco di chi non ce la fa, porta quel pane d’amore di cui ha bisogno ogni cuore umano stanco… E ogni cuore è stanco.

Venite, vi darò ristoro. E non già un catechismo, o nuove regole, ma il conforto del vivere. Due mani su cui appoggiare la vita stanca e riprendere il fiato del coraggio.

Come dice in questa pagina quella grande donna che fu sorella Maria di Campello sul Clitunno:

superiore all’affetto non c’è nulla.

Val più una goccia di affetto che un mare di spiritualità.

Tutti abbiamo debiti d’amore

e quelli dovranno passare sempre innanzi ai così detti interessi spirituali.

Di un segno di affetto ha estremo bisogno l’animo umano.

Si pensa a dare il pane. Sì.

Ma chi domanda pane può non averne bisogno estremo;

di questo pane ha invece bisogno ogni cuore stanco…

E ogni cuore è stanco”.

Gesù è il racconto della tenerezza di Dio per i cuori stanchi.

Se io che predico il vangelo, non sono di conforto a chi ascolta, non è vangelo vero quello che predico. Non è Cristo quello che io annuncio, perché nominare Cristo deve equivalere a confortare la vita.

Se non confortano sono parole e gesti che non vengono da lui, anzi sono la tomba della risposta di Dio.

Invece là dove le domande dell’uomo e la bellezza e la tenerezza di Dio si incontrano, lì esplode la vita.

 

E continua: Imparate da me che sono mite e umile di cuore, cioè imparate dal mio cuore. Il maestro della vita è il cuore.

Imparate dal mio modo di amare, delicato e indomito. Se ascolti per un minuto il cuore, scrive il mistico Rumi, farai lezione ai sapienti e agli intelligenti!

Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: è musica, è buona notizia.

Gesù venuto a cambiarci l’immagine di Dio. Non più un dito accusatore puntato contro di noi, ma due braccia aperte. Venuto a rendere leggera e fresca la religione, a toglierci di dosso pesi. Una fede liberante.

Un liberatore di energie creative e perciò amato dai piccoli e dagli oppressi della terra.

Prendete su di voi l’amore, che è un re leggero, un tiranno amabile, che non colpisce mai ciò che è al cuore dell’uomo, non vieta mai ciò che all’uomo dà gioia e vita, ma è instancabile nel prendersi cura, nel rimettere in cammino, nel dare respiro.

Cos’è l’amore? E’ ossigeno. Ossigeno puro. Alla mia vita quando manca l’aria, alla vita che è in debito di ossigeno, alla vita che si è fermata, il vangelo di Gesù è ossigeno, è respiro. Allora, se ascolti e impari il cuore del vangelo, chiunque ti incontrerà troverà respiro, troverà ristoro per la sua vita.

 

Vorrei imparare a benedire di nuovo, ogni giorno.

Ad ogni mattino benedire i piccoli e i bambini,

mettermi alla loro scuola,

imparare dal loro cuore vero.

 

Vorrei imparare a dire grazie,

a dire bene di te e del mondo,

a stupirmi della vita, che mi ha dato tanto:

e che il lamento non prevalga mai sullo stupore.

 

Grazie per le sconfitte che non mi hanno buttato giù,

per i successi che non mi hanno dato alla testa.

Grazie per le persone che hai messo accanto a me,

nelle loro mani, nello sguardo, nel sorriso

ho visto il racconto della tua tenerezza.

 

Vorrei imparare dal tuo cuore, Signore,

ad amare nel solo modo possibile,

dolce e forte, umile e fiero:

 

instancabile nel curare,

nutrire, confortare, dare ristoro,

rimettere in cammino la vita.

 

E ti benedico, Padre, per il tuo figlio Gesù,

pienezza d’umano, stupore di te,

ristoro alla vita e cuore di luce.

Amen.

 

attende la vita là dove si è fermata e la rimette in moto.

rimettere in moto la vita, là dove si era fermata

vivificare, dare ristoro.

 

prendetevi cura, con tenerezza e serietà, di voi stessi, degli altri e del creato, diffondete la combattiva tenerezza di Dio, iniziando dai piccoli, che sono le colonne segrete della storia, le colonne nascoste del mondo. Prendersi cura di loro, come fa Dio, è prendersi cura del mondo intero.

 

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Gesù viene e porta il ristoro della vita, mostra che è possibile vivere meglio, per tutti; che il vangelo è il sogno di rendere più umana e più bella la vita.

non è venuto a portare un sistema di nozioni, quelli dal cuore semplice lo sanno bene. Dio al fianco dei piccoli,

 

 

questa geneUn brutto periodo. Ma gesù non si lamenta, cambia modo di vedere e giunge a rendere lode al padre. La sittuazione si mette male e Gesù capisce che questa è la volontà di Dio.

Gesù si stupisce di Dio, bellissimo.

Se il posto resta vuoto chi lo occupa? i piccoli, quelli che si stupiscono di Dio sono gli ultimi, i pitocchi.

Non quelli in gamba, i preparati, i dottori… ma gli ultimi.

Rende lode al padre perché la logica di Dio va in tutt’altra direzione rispetto al mondo.

Vorrei avere la capacità di non fermarmi alla sconfitta, ma aprirmi

Dopo aver sottolineato Gesù fa un ulteriore passo in avanti.

 

Quando siamo toccati dalla sconfitta alcuni si arrabbiano, lui no. Non è il clan degli sfigati che chiama.

Chiede di prendere su di se il suo giogo, cioè la logica del dono.

I bastonati dalla vita

 

Ti rendo lode, Padre…il vangelo registra uno di quegli slanci improvvisi che accendevano di esultanza e di stupore gli incontri di Gesù: i piccoli lo capiscono, capiscono il segreto del vivere. Rappresentano l’uomo senza qualità che Dio accoglie nelle sue qualità.

Perché hai rivelato queste cose ai piccoli… Le cose rivelate non si possono recintare in una dottrina, non costituiscono un sistema di pensiero. Gesù è venuto per mostrare, per raccontare la rivoluzione della tenerezza di Dio (papa Francesco), nucleo originario e freschezza perenne del suo vangelo.

Questa rivoluzione della tenerezza, Dio al fianco dei piccoli, è la vera lingua universale, l’unica lingua comune ad ogni persona, in ogni epoca, su tutta la terra.

 

l’umanizzazione è il grande segno della spiritualità autentica. Nominare Cristo, parlare di vangelo, celebrare messa deve equivalere a confortare la vita affaticata, altrimenti sono parole e gesti che non vengono da lui. Le prediche, gli incontri, le istituzioni, devono diventare racconti d’amore, altrimenti sono la tomba della domanda dell’uomo e della risposta di Dio.

Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Gesù: quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o asservire, fonte di libere vite.

Da me che sono mite e umile di cuore… Imparate dal mio modo di essere, senza imposizione e senza arroganza. Imparate dal mio modo di amare, delicato e indomito. Il maestro è il cuore. Dio stesso non è un concetto: è il cuore dolce e forte della vita.

Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero, dolce musica, buona notizia. Il giogo, nel linguaggio della bibbia, indica la Legge. Ora la legge di Gesù è l’amore: prendete su di voi l’amore; prendetevi cura, con tenerezza e serietà, di voi stessi, degli altri e del creato, diffondete la combattiva tenerezza di Dio, iniziando dai piccoli, che sono le colonne segrete della storia, le colonne nascoste del mondo. Prendersi cura di loro, come fa Dio, è prendersi cura del mondo intero.

 

 

Tutta la bibbia racconta il sogno di rendere più umana, più bella la vita. L’umanizzazione è il grande segno della spiritualità autentica.

Gesù: un uomo senza poteri eppure regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o indurire. Un re libero dell’infinita libertà dell’amore.

L’uomo che rivela la tenerezza combattiva (papa Francesco) di Dio che sceglie gli stanchi e gli oppressi, li ama, sta dalla loro parte. Imparate da me, che sono mite e umile di cuore: imparate dal mio modo di essere senza imposizione, senza arroganza. Chi è mite non si impone, non schiaccia con la sua superiorità, non ti costringe minacciando castighi. Ma ti fa risalire dai tuoi Egitti interiori.

Imparate dal mio modo di amare, delicato e indomito. Il maestro è il cuore. Se ascolti per un minuto il cuore, scrive il mistico Rumi, farai lezione ai sapienti e agli intelligenti!

Dio stesso non è un concetto: è il cuore dolce e forte e caldo della vita.

«Prendete il mio giogo sopra di voi. Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero». Il giogo nel linguaggio della bibbia è la legge. Ora la legge di Gesù è l’amore: il prendersi cura, con tenerezza e serietà, di sé, degli altri e del creato, diffondere attorno a sé la combattiva tenerezza di Dio.

Prendete su di voi l’amore, che è un re leggero, un tiranno amabile, che non colpisce mai ciò che è al cuore dell’uomo, non vieta ciò che all’uomo dà gioia e vita, ma è instancabile nel generare, curare, vivificare, dare ristoro.

Il mio giogo è dolce e il mio peso leggero,

I piccoli sono le colonne segrete della storia, i poveri sono le colonne nascoste del mondo.

Imparate da me… Il mestiere di vivere si impara, imparando il cuore di Dio, come appare in Gesù.

Scrive san Gregorio Magno: Impara il cuore di Dio dalle parole di Dio.

Ermes Ronchi