Da un testo di p. Albino Candido (Diario di un pellegrino carnico)

Creare il silenzio vuol dire buttarci in Lui, con le ansie, le inquietudini. Metterle nel Suo cuore. Allora succede che il posto di quell’ansia, di quell’inquietudine viene occupato da Lui. Allora nasce il silenzio interiore.

Lasciarsi aspirare. Dove c’è Lui c’è tutto. Non manca nulla. È vero. Tutto si riduce a un atto di fede sottile sottile dove più giunge l’occhio di Dio…

La fede bisogna che sia fede sottile, sottile come un ago che raggiunge le trame più fitte dell’anima, penetri nell’ordito più complesso delle mie azioni, delle mie intenzioni.

Una fede che tenga conto delle pagliuzze di pensiero e di sentimento. Una fede che non trascuri nulla; una fede che doni tutto anche la polvere, il pulviscolo di me stesso.

Ma una fede che si curi soltanto d’una cosa: di amare, anche contro voglia, anche contro tutto. L’interlocutore c’è sempre. È sempre pronto a porsi in ascolto.

15-16 Novembre 1979

Da un testo di p. Albino Candido (Diario di un pellegrino carnico)

 

 

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