La visione scientifica frattale tenta di spiegare la discontinuità e la sensazione di caos relativa alle apparenti asimmetrie della natura.
Ma cos’è realmente la complessità?
Essa è relativa ad una unità di elementi che ha qualche funzione in sé o al di fuori di sè. Osserviamo una cellula, ad esempio.
All’interno ci sono asimmetrie ed agglomerati interconnessi. A prima vista ci sembra incomprensibile il fatto che tutte queste interconnessioni che notiamo abbiano qualche scopo, ma poi, addentrandoci nel mistero riusciamo a comprendere qualche funzione secondaria che è alla base di quelle primarie.
La coscienza umana emerge da una moltitudine di complessità introiettate col tempo ed interconnesse, quelle che T. de Chardin denominava “psichismo”.
Nella nostra mente una moltitudine enorme di input sostanzialmente complessi (tracce mnemoniche e mnestiche, percezioni, reazioni bio-chimiche, emozioni, mono-idee ecc) formano la complessità cosciente.
Il nostro cervello si è evoluto grazie alla complessificazione: il che significa riduzione e concentrazione nello spazio di elementi sempre più asimmetrici e funzionali acquisiti nel tempo…
Questa dinamica è stata trasferita dal progresso umano anche nell’ambito digitale: computer sempre più complessi grazie alla riduzione spazio-temporale…