VII domenica C Luca 6,26-37

 

OMELIA (di p. Ermes Ronchi)

 

Domenica scorsa Gesù aveva proiettato nel cielo della pianura umana il sogno e la rivolta del vangelo, beati voi poveri, guai a voi sazi, oggi pronuncia il primo dei suoi “amate”.

E di colpo mette davanti a una scalata durissima: amate i vostri nemici.

E io, come voi, penso che non ce la faremo mai, che è un progetto troppo esigente per noi piccoli, impossibile.

Ma io credo a Gesù. E mi sono domandato: Come possiamo fare per non guardare questa pagina come si guarda un film, là sullo schermo, a distanza, senza potervi entrare?

Forse ci può aiutare una frase: fate, agite come volete che gli uomini agiscano verso di voi.

Come vorrei che agissero con me? chi vorremmo avere attorno?

Vorremmo gente che ci perdoni quando abbiamo sbagliato, che abbia pazienza quando siamo irritanti; che ci dia un’altra possibilità se non ce l’abbiamo fatta la prima volta; io desidero gente che non reagisca ai miei scatti d’ira, alle parole brusche, che tenga in poco conto i miei difetti, e nessuno che mi maledica e qualcuno che preghi per me, e poter contare sul mantello di un amico…

Gente così vogliamo tutti, voglio un padre così, un coniuge così, un amore così ciascuno spera di trovare nel cuore del suo uomo della sua donna.

Questo io cercherò di dare agli altri. Allora vedi chiaro che questa di Gesù è l’unica strada: “amate i vostri nemici, benedite, date”; è l’unica strada perché un futuro ci sia, un futuro bello tra le persone. L’altra strada porta alla guerra infinita: Amatevi altrimenti vi distruggerete. A una distanza…

Se questo vangelo ci pare impossibile, facciamo una prova, leggiamolo all’incontrario, secondo quello che a noi pare possibile, secondo ciò che accade:

in quel tempo Gesù disse: odiate i vostri nemici; fate del male a quelli che vi odiano, maledite quelli che parlano male di voi; vendicatevi di quelli che vi trattano male, se uno ti colpisce con uno schiaffo tu coprilo di colpi, a chi ti chiede qualcosa, non dargli assolutamente niente e mandalo via…

Ma è vivere questo? Quale bambino potrebbe crescere con una madre così? Che non lo perdona mai? Un fratello che calcola tutto ciò che ti ha dato e rivuole tutto al millimetro, ma che fratello è? Un marito, una moglie vendicativi e senza perdono: se l’altro è arrabbiato perché farlo anch’io? Se l’altro ti ha fatto del male, perché farlo anche tu?…così’ non si vive.

Abbiamo tutti un disperato bisogno di essere abbracciati, perdonati. Di trovare uno che ci accolga senza calcoli, e uno da accogliere senza paura e senza misurare. L’amore non è un optional sulla terra. È necessario per vivere.

Quella di Gesù, che ci appare esagerata, è invece l’unica strada realistica per aprire un futuro tra le persone, e che sia di fiducia, di relazioni creative, di avanzamenti, una crescita di umanità e non di violenza e di inganni.

Amatevi altrimenti vi distruggerete tutti. Perché la notte non si sconfigge con altra tenebra; l’odio non si batte aggiungendo odio alle bilance. La violenza non si disinnesca con una dose di maggiore violenza.

Ma Gesù vuole eliminare il concetto stesso di nemico. Tutti attorno a noi, tutto dentro di noi dice: fuggi da Caino, allontanalo, rendilo innocuo.

Poi viene Gesù e ci sorprende: avvicinatevi ai vostri nemici, e capovolge la paura in custodia amorosa, perché la paura non libera dal male.

E indica otto passi della sua strada, attraverso l’incalzare di verbi concreti: quattro rivolti a tutti: amate, fate, benedite, pregate;

e quattro indirizzati al singolo, a me: offri, non rifiutare, da’, non chiedere indietro. Passi concreti, amore di mani, di tuniche, di prestiti, di gesti.

Offri l’altra guancia, disinnesca la violenza, sii disarmato, non incutere paura, mostra che non hai nulla da difendere, neppure te stesso, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico. Offri l’altra guancia altrimenti a vincere sarà sempre il più forte, il più armato, e violento, e crudele.

Fallo, non per passività morbosa, ma prendendo tu l’iniziativa, riallacciando la relazione, facendo tu il primo passo, ricominciando, dando fiducia.

Via altissima. Ma il maestro non convoca eroi nel suo Regno, atleti dello spirito chiamati a imprese impossibili. E infatti ecco il regalo di questo vangelo: come volete che gli uomini facciano a voi così anche voi fate a loro. Ciò che desiderate per voi fatelo voi agli altri: prodigiosa contrazione della legge, ultima istanza del comandamento è il tuo desiderio.

Il mondo che desideri, costruiscilo. “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Gandhi).

Ciò che desideri per te, ciò che ti tiene in vita e ti fa felice, questo tu darai ai compagni di vita, in modo asimmetrico, minoritario, unilaterale. Lascia l’eterna illusione del pareggio del dare e dell’avere. E se i realisti ti diranno di stare con i piedi per terra, non credergli: sono questi i piedi ben piantati sulla terra dell’uomo; e quelli che ci vorrebbero come loro, verranno, è già successo, verranno a mangiare il pane dei nostri sogni. Siatene certi, è già accaduto. Verranno a mangiare il pane dei sogni del vangelo.

Ed ecco cinque parole con cui Gesù ci porta alla radice della morale evangelica: Siate misericordiosi come il Padre. Questa è la roccia su cui si fonda l’intera costruzione dell’etica cristiana, avere viscere di madre e di padre: fate così perché così fa Dio! Niente di meno di questo. Passa nel mondo con viscere di madre!

Tutto il vangelo di Luca è una variazione su questo tema della misericordia. Addirittura che previene la nostra colpa. Ci ha già perdonati, in anticipo, di essere come siamo; e mi commuove pensare che la misericordia di Dio mi anticipa, il tempo della misericordia è l’anticipo, libera misericordia, che mi ha già avvolto, prima ancora che io domandi perdono, è il colore dell’aria, è il respiro di Dio, il cuore di Dio.

E a noi che abbiamo fatto tanta fatica per imparare a perdonare, ad amare, ci sarà dato un giorno di amare con il cuore stesso di Dio.

 

PREGHIERA ALLA COMUNIONE

 

Donami amore,

che come il vento del mattino

ripulisca le ombre del cuore e addolcisca gli occhi.

Donami amore,

che aggiunga speranza quando la speranza dispera

e mi liberi dalla luce ingannevole che brucia e non riscalda.

 

Donami amore,

nella mia paura dell’altro, nel passato che mi riassorbe,

nella fatica del perdonare, mentre tu attendi la mia fioritura.

Donami amore,

per amici e per nemici,

che raccolga tutte le preghiere strappate al cuore

e tutte le vie incapaci di ritrovarsi.

 

Donami amore,

che riduca la distanza in cui mi trovo dalle altre creature,

origine del mio male e delle mie amarezze.

Donami amore! (don Gigi Verdi)