Propongo l’articolo di una scrittrice con alcune mie annotazioni (in corsivo)
LA FINE DEL LIBERO ARBITRIO (© Marisa Haltiner)
Sappiamo che nel giardino dell’Eden c’erano diversi alberi, tra i quali l’Albero della Vita e l’Albero della Conoscenza del bene e del male. Per quest’ultimo c’era il divieto di mangiarne i frutti.
Sappiamo che Adamo ed Eva lo fecero e così diedero inizio al “Libero Arbitrio” umano.
(Adamo ed Eva possedevano il libero arbitrio sin dalla loro creazione, altrimenti non avrebbero potuto commettere il peccato originale. Se pensiamo che all’inizio non avevano il libero arbitrio, neghiamo il peccato originale perché non può esserci peccato senza la piena avvertenza ed il deliberato consenso, anche se la materia è grave)
All’atto di questa scelta è probabile che ci sia stato il famoso Big Bang, un’esplosione atomica causata dalla separazione dalla volontà del Padre.
(opinabile…)
Dopo avere scelto il libero arbitrio, Nostro Padre, Amore Assoluto, ci ha protetti da noi stessi vietandoci l’accesso all’Albero della Vita, allo scopo di non rendere eterno l’errore.
Egli ha inoltre messo dentro di noi i mezzi necessari per ritrovare la giusta via: l’intuizione, lo Spirito di Verità, l’Amore incondizionato, tutti strumenti di Bene. Scegliere di mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza del bene e del male, è stata una ribellione, mossa dal desiderio di “decidere da sé”, di non seguire la volontà di Dio Padre, ma di fare questa durissima scuola di conoscenza del bene e del male sulla propria pelle e quella dei propri figli….
Abbiamo visto purtroppo quale catastrofe ha provocato questa ribellione e questa separazione…la creazione di un mondo che è l’opposto del bene…un mondo che si è dimostrato ispirato da uno “spirito maligno di separazione e di guerra”, anziché dallo “Spirito di Unione e di pace divino”.
Tutta la nostra civiltà sembra mossa da questo “Spirito di separazione”, che non vuole il nostro bene….
(Ma nel frattempo agisce anche lo Spirito di Unione nell’Amore e nei Sacramenti. Spirito che procede dal Padre e dal FIGLIO e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato)
Tutto tende a separarci. Se osserviamo bene anche la maggior parte delle scoperte della civiltà moderna tendono a dividere gli esseri umani: il tv, il pc, l’iPhone, l’auto, tutte cose che sembra che ci uniscano invece ci separano in quanto isolano i nostri corpi e impediscono di parlarci, di guardarci negli occhi, di sorriderci, impediscono la comunicazione delle anime. (C’è anche l’aspetto positivo relativo alle opportunità delle nuove forme di comunicazione da considerare…)
Anche se le nostre città sono superaffollate, ognuno di noi scorre accanto agli altri, ignorandoli, tutti sono concentrati sui loro interessi e non sulle persone… Ma la più grande separazione sono „le nostre menti”…i pregiudizi, i razzismi, le ideologie, le religioni, la politica, ecc..E queste separazioni nelle famiglie, tra le città, tra i paesi, tra i gruppi politici, tra le religioni.. hanno sempre portato alla guerra. Eppure il Padre, Amore Assoluto, ha accettato questa ribellione e da allora sta aiutando i figli a crescere nella conoscenza e nella sofferenza, per avvicinarsi dì nuovo a Lui. Se all’origine c’è stato un desiderio sbagliato, il desiderio di separarsi dalla Sua volontà, possiamo correggerlo!
Egli non si è mai separato da noi, infatti si è nascosto proprio dentro di noi, nella nostra anima. E nella Sua misericordia, sta aiutando la nostra anima a svegliarsi, a prendere coscienza della separazione e a desiderare di annullarla con tutte le sue forze. “Ma lo Spirito di separazione e di guerra continua a parlare dentro le nostre menti!”…pertanto è bene raccogliersi in sé stessi prima di prendere delle decisioni, cercare la propria anima e la sua intuizione, cercare lo Spirito di Verità e di Unione dentro di noi, sono proprio queste le luci che ci illuminano la strada del ritorno.
La fine del libero arbitrio è auspicata da Gesù nella bellissima preghiera “Padre Nostro”, quando dice: “Sia fatta la Tua Volontà”.
(Il libero arbitrio di ogni uomo non potrà finire, anche se la nostra volontà coincidesse con quella di Dio)
Il desiderio profondo e sincero di essere guidati dal Padre, anziché seguire la propria mente e la propria “volontà egoista”, sono un grande aiuto per ritrovare la giusta via. Non c’è cosa più sacra dell’ammissione umile e profonda di avere fatto un errore. E non c’è cosa più bella della coscienza di essere amati, perdonati e aiutati dall’Amore Infinito.
(© Marisa Haltiner) Gennaio 2019
ALCUNE PRECISAZIONE DI PADRI DELLA CHIESA:
http://www.unionecatechisti.it/Testi/Padri/TeologiaP/11.htm
Il significato del divieto del frutto
Il Signore, nella sua bontà, volendo fin da principio insegnare all’uomo che il suo stesso creatore era artefice di tutte le cose visibili, gli mostrò, attraverso un piccolo comandamento, di essere lui il Signore.
Pertanto, come un padrone generoso che metta a disposizione di qualcuno una grande e magnifica abitazione, conservandone tuttavia per sé una piccolissima parte onde preservare il suo diritto di proprietà ( mentre l’altro si rende conto di non essere lui il proprietario dell’edificio, ma di godere del favore e della beneficenza di quel signore ); non diversamente anche nostro Signore, donando all’uomo tutta la realtà visibile e concedendogli di vivere nel paradiso e di godere di tutto quanto vi si trovava, gli comandò tuttavia di astenersi da un unico albero, dopo aver stabilito un grave castigo in caso di trasgressione.
Dio fece questo affinché l’uomo, sedotto a poco a poco nell’animo, non ritenesse che le cose che cadevano sotto i suoi occhi si muovessero spontaneamente e si inorgoglisse della propria dignità, ma si rendesse conto di avere un Signore, grazie alla cui generosità godeva di tutte le altre cose.
Ciò nondimeno, dal momento che l’uomo cadde in grave rovina, comportandosi sconsideratamente insieme con la sua donna nel trasgredire il precetto per aver gustato di quell’albero, Iddio lo chiamò « l’albero della conoscenza del bene e del male ».
Tale denominazione, perciò, non è dovuta al fatto che, prima di allora, l’uomo e la donna avessero ignorato il bene e il male.
Giovanni Crisostomo, Omelie sul Genesi, 16
Il bene dell’obbedienza
L’uomo era sottoposto a un comandamento; aveva udito dal Signore Dio le parole: « Non toccare ».
Che cosa? Quest’albero
Ma, che cosa è quest’albero? Se è buono, perché non debbo toccarlo?
Se è cattivo, che cosa ci fa qui in paradiso?
Senza dubbio è in paradiso perché è buono; ma non voglio che tu lo tocchi.
Ma perché non debbo toccarlo?
Perché voglio che tu sia un obbediente, non un contestatore ribelle …
Qui è tutta la questione …
Non poteva Dio mostrare in modo più perfetto quanto sia grande il bene dell’obbedienza, che proibendo qualcosa che non era cattiva.
Lì si dà il premio solo all’obbedienza, e solo la disobbedienza viene punita.
É buono, ma io non voglio che tu lo tocchi.
Solo non toccandolo eviterai la morte …
E se lo toccherai, sarà forse quell’albero diventato così cattivo da farti morire?
É la disobbedienza che ti ha sottoposto alla morte, poiché tu hai toccato una cosa proibita.
Per questo quell’albero fu chiamato « albero della conoscenza del bene e del male »).
Non perché il bene e il male pendessero dai suoi rami come pomi, ma, qualunque fosse quest’albero, di qualsiasi genere fossero i suoi frutti, esso venne chiamato così perché l’uomo, che non aveva voluto discernere il bene dal male obbedendo al precetto divino, avrebbe dovuto discernerlo per sua esperienza personale.
Toccando cioè quello che gli era stato proibito si sarebbe procurato il supplizio …
Che cosa gli mancava? Perché volle toccare l’albero, se non perché volle approfittare al massimo della sua libertà e perché gli sembrò gustoso infrangere l’ordine ricevuto?
Volle scuotere ogni potere a lui superiore e diventare come Dio, poiché a Dio non comanda nessuno …
Dove è ora? É sicuramente prigioniero, se grida: O Signore, chi è simile a te?
Agostino, Esposizioni sui Salmi, II, 70,7