Maria ss.ma Madre di Dio
OTTAVA DEL NATALE
Giornata mondiale della Pace – Anno 2018
p. Ermes Ronchi
Num 6,22-27; Lc 2, 18-21
È un dono, è un regalo entrare in un nuovo anno. Un regalo immeritato il tempo che ci è offerto da vivere. Siamo qui per dire per l’anno trascorso ‘grazie’; per l’anno che si apre ‘sì, come tu vorrai’.
Signore, nell’anno trascorso abbiamo incontrato persone, per ogni relazione sbagliata o fallita, perdono, ma per ogni amicizia che è iniziata ti diciamo grazie
-ti ringraziamo Signore.
Ogni giorno sono nati in noi pensieri, per quelli negativi e ostili, perdono, per quelli invece luminosi e affettuosi, ti diciamo grazie,
Signore abbiamo detto un mucchio di parole, per quelle cattive, che hanno fato soffrire, perdono, per quelle che forse hanno fatto bene a qualcuno, grazie, preghiamo
Omelia
All’inizio dell’anno, la prima parola che Dio ci rivolge è un augurio, bello come pochi: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli.
Voi benedirete… è un ordine, è per tutti: in principio, per prima cosa, tu benedirai. Che lo meritino o no, quelli buoni e anche i meno buoni, prima di ogni altra cosa ‘tu benedirai i tuoi fratelli’. Lo farai subito, come primo gesto. Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.
Cosa vuol dire benedire? Per capirlo dobbiamo risalire alla prima, alla madre di tutte le benedizioni, nella Genesi: “Dio benedisse l’uomo e la donna dicendo: crescete e moltiplicatevi!” La benedizione è una energia che scende da Dio, una forza che proviene dall’alto, entra in me e si esprime in due azioni: crescete e moltiplicatevi
- perché io cresca in umanità, sia sempre più umano e sensibile e sognatore, accrescimento di umanità, incremento d’umano;
- per una forza di nascite, l’uomo e la donna non sono esseri mortali, ma esseri natali, che non finiscono mai di nascere del tutto e di far nascere cose belle; siamo moltiplicatori di vita
E come si fa a benedire? Dio stesso insegna le parole, e sono quelle e non altre, e sono bellissime. Le seguiamo ad una ad una, dalla prima lettura:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Ti benedica, venga in te, su di te portando energia di vita e di nascite.
Ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai. In ogni strada che prenderai. Dio per te, come canta il salmo, sarà roccia e nido, castello sicuro e strada nel cuore. Non sarai mai solo.
Faccia risplendere per te il suo volto
E ti faccia grazia.
Un Dio che ha il volto luminoso. Non il Dio degli effetti speciali, non il Signore che dà le leggi e ed emana sentenze, ma colui che regala luce. Luce interiore, per vedere dove andare, per non cadere;
luce che non fa violenza mai alle cose, si posa come una carezza, risveglia i colori e fa godere la bellezza;
luce per conoscere, per incontrare gli altri senza più paura.
Dio ha un volto di luce, perché ha un cuore di luce.
Il Signore ti faccia grazia. Vuol dire:
si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni, mi farà ripartire da ogni stanchezza. Non pretende che io non cada mai, ma mi aiuterà a rialzarmi, facendomi grazia, sempre.
Al Salmo abbiamo cantato: Il Signore ci benedica con la luce, la benedizione di Dio per l’anno che viene non è né salute, né ricchezza, né fortuna, né lunga vita, non sono i beni materiali, le tante cose, ma molto semplicemente è la luce.
Luce interiore per vedere in profondità le cose,
luce per scegliere la via da percorrere,
luce per poter gustare bellezza e incontri.
La benedizione di Dio sono accanto a noi persone dal volto e dal cuore luminosi che emanano bontà, generosità, bellezza, pace.
Terza piccola strofa della benedizione biblica:
Il Signore rivolga a te il suo volto
E ti conceda pace.
Rivolgere il volto a qualcuno è come dire: tu mi interessi, mi piaci, sei importante per me e mi giro verso di te.
Cosa ci riserverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: il Signore si girerà verso di me, sarà ancora più vicino.
E se io e mi farò cadrò e mi farò male,
Dio si piegherà ancora di più su di me.
Lui sarà il mio confine di cielo,
curvo su di me come una madre,
perché non gli deve sfuggire un solo sospiro,
non deve andare perduta una sola lacrima.
Qualunque cosa accadrà quest’anno Dio sarà chino su di me,
con un dono di luce.
E ti conceda pace: La pace, miracolo fragile, che abbiamo infranto anche quest’anno mille e mille volte, in ogni angolo della terra. La pace, dono e conquista. Sogno cento volte infranto, ma di cui non ci è concesso stancarci.
È la giornata della pace, questa notte si sono tenute molte manifestazioni e preghiere, la marcia della pace a Sotto il Monte… Com’è che non riusciamo a vivere insieme senza ucciderci? Quale è l’alternativa? Quella del vangelo: Amatevi altrimenti vi distruggerete. Il vangelo è tutto qui.
Ho ricevuto da un amico un bellissimo augurio-proposito che allargo a voi tutti: non regaliamo cose, “Per quest’anno regaliamo relazioni umane!” (Adriano Sella). C’è una povertà relazionale ancora più grave di quella materiale. E che dice questo: Il più bel regalo per gli altri siamo noi e non le cose. E questo regalo non è in vendita nei negozi. E si fa concreto con relazioni ricche di calore umano, gratuite, vive. Regaliamo relazioni umane. Non hanno prezzo, ma esigono che tiriamo fuori il meglio di noi. Ci fanno diventare migliori.
Otto giorni dopo Natale il Vangelo ci riporta a Betlemme, perché il Natale non è facile, è una conquista lenta: Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori.
Lo stupore della fede. Davanti a Dio nella piccolezza: che è la forza dirompente del Natale: “tutti vogliono crescere nel mondo, ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere re. Ogni re vuole essere ‘dio’. Solo Dio vuole essere bambino” (L. Boff). Essere come te.
Maria custodiva e meditava nel suo cuore. Maestra di stupore. Custodire è il verbo che salva il passato e meditare è il verbo che salva il presente. Maria medita, vuole tenere insieme gli estremi: una stalla e sopra di essa una moltitudine di angeli, un Bambino che piange al suo seno e il Verbo che era presso Dio.
Custodiva nel suo cuore! Perché la storia di un figlio è scritta prima di tutto nel cuore di sua madre.
Custodiva la Bella Notizia. Che è questa: Dio ha un cuore di carne e conosce il desiderio umanissimo di amare e di essere amato.
L’augurio è che possiamo tutti restituire tempo al cuore.
E come oggi ricomincia da capo il grande ciclo dell’anno e il tempo ridiventa nuovo, così anche noi iniziamo da capo la nostra avventura
verso più pace, verso meno violenza, meno fango, meno sangue.
Verso più relazioni umane. Buon anno, allora, buono della bontà di Dio.
Lui ti benedica e ti custodisca,
illumini per te il suo volto,
si chini su di te
e ti dia tutta la sua pace!
LA BENEDIZIONE DELLA CASA
Benedici ogni casa, Signore.
Il sacrificio fedele dell’amore,
la poesia dei gesti quotidiani,
la risurrezione di ogni alba,
i risvegli accanto a chi amo,
l’amore racchiuso dentro una carezza.
Benedici ogni casa,
quando la sera accoglie in sé le vite,
quando al mattino si offre alla luce,
quando accoglie ospiti e pellegrini e amici
attorno alla tavola, tuo primo altare.
Benedici ogni casa,
che sia nido e vela,
profumata di pane e di fatica,
i suoi miracoli, i suoi misteri,
l’amore sotto ogni silenzio,
la speranza sotto ogni paura.
Benedici la mia casa, Signore,
anche nei giorni in cui
allo slancio subentra la stanchezza
e la fatica sembra scolorire la gioia.
Benedici gli occhi semplici sulle cose,
il cuore che respira l’infinito,
l’istante che brilla nell’eterno
e l’eterno che abita l’istante.
Benedici me, Signore,
con la presenza dei miei cari
E possa tu benedire loro
con la mia presenza.
Benedizione gaelica
Possa la strada venirti incontro
Possa il vento soffiare alle tue spalle
Possa il sole splendere caldo sul tuo volto
La pioggia cadere leggera sui tuoi campi
E fino a quando non ci incontreremo di nuovo
Possa il Signore tenerti
Nel palmo della sua mano.
Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.