Tutto potrebbe essere imperniato su queste tre domande:

 

1) Perché esiste qualcosa invece del nulla?

2) Che senso ha ogni forma di esistenza?

3) È necessaria l’esistenza di qualcosa?

 

1) Innanzittutto affermare che esiste qualcosa invece del nulla è una contraddizione intrinseca. “Qualcosa” è, “nulla” non è. Stranamente nel linguaggio prendiamo in considerazione il termine “nulla” dandogli un orientamento vagamente “esistenziale”. Di per sé il concetto che comprende il termine “nulla” è assolutamente esclusivo, pertanto questi non dovrebbe esistere, perché con esso intendiamo “non essere”, situazione che non ha senso nominare. Tutto ciò che è, anche nella nostra mente, è e basta. Noi diciamo “nulla” per convenienza, perché con questo termine sintetizziamo efficacemente il “non essere” concettualizzato. Ma denominandolo “nulla” in qualche modo lo facciamo rientrare nel mondo degli esistenti, se non altro perché è presente nella nostra mente come concetto, il concetto del “non-essere”. Qualsiasi attività mentale rende esistente un “quid” anche se immaginario, cioè non riscontrabile con la realtà percepibile dai cinque sensi. Quando diciamo “nulla”, quindi, entriamo in contraddizione perché vorremmo esistente ciò che non può esistere. Chiedersi perché esiste qualcosa invece del nulla è una forma di iper-neoplasmo concettuale che non aggiunge nulla alla nostra attività mentale.

2) In base a ciò che si è sinora detto, chiedersi il senso di ogni forma di esistenza implica un nesso di causa-effetto negli interrogativi correlati. Implicitamente ci chiediamo da dove viene e dove va qualcosa che riteniamo esistente. Siccome ogni esistente “è” quello che è “hic et nunc” ed il divenire è una nostra lettura mentale di eventi nel dispiegarsi del tempo, chiedersi il senso di ciò che esiste non può ottenere una risposta esaustiva perché essa è la stessa domanda sul senso eclissata al suo orizzonte. Tutto a noi pare diveniente, ma stranamente in questa attività dialettica non ci accorgiamo che ogni vera forma di esistenza è concentrata nell’istante atemporale, la quale, anche se ha in sé potenziali tendenze, è quella che è ora e non quello che sarà poi.

3) Chiedersi se è necessaria l’esistenza di qualcosa è un’altra forma di elucubrazione mentale che richiede l’interrogativo opposto ed un orientamento epistemologico. Cosa intendiamo per necessità esistenziale? Può esistere qualcosa che non è necessario? Necessario per chi o cosa? Se esiste qualcosa, significa che già per il fatto che esista è necessario: è immerso nel piano esistenziale. Ciò che esiste non può piombare nel nulla perché è e basta, quindi è già in sé necessario.

 

Pier Angelo Piai