di p. Andrea Panont

https://it.zenit.org/articles/linseguitore/

 

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Questo me lo confidava uno dei miei migliori amici: Ho sempre pregato di essere santo, perfetto, di buon esempio in famiglia…e ho chiesto mille cose belle per la mia vita e quella degli altri.

Ma mi trovo sempre a terra, sorpreso dalle mie debolezze e umiliato da incoerenze che mai mi sarei aspettato da me…Perché?

Allora, come si fa tra amici che si confidano il profondo, gli ricordo che la vita è una corsa verso la “nostra” santità. Il perfezionismo è però una corsa che, a nostra insaputa, tende a portarci fuori strada.

La buona volontà “nostra” si rivela una corsa ricca di presunzione; si trasforma in una ricerca dell’io che si rivela una fuga da Dio. Ma Lui, per nostra fortuna, ci insegue e non demorde.

Nella fuga spesso percorriamo una strada irta di insidie, ostacoli e trabocchetti seminati da Dio stesso. Finché arriva la provvidenziale caduta. Grazie a quel trabocchetto, ci troviamo fermi, disarmati e feriti nell’orgoglio.

Disarcionati dalla presunzione, costatiamo chi siamo. Si curva su di noi l’Amore-Samaritano che ci dice: “T’aspettavo al varco della tua fragilità”. Poi anche si congratula: “Finalmente ti sei fermato; finalmente ti vedo disarmato; finalmente ti lasci dire ciò che da tempo volevo rivelarti.

E’ vero da sempre che ti voglio bene – Ti amo così come sei – Smettila di voler essere diverso e migliore – Ora, liberato dal tuo io, vinto dal mio amore, correrai con me. Mi lascerai vivere in te e correre con te.”.