Tutto il dinamismo percettivo avviene nella mente, si dice. I sensi sono solo un suo prolungamento, ma la centrale di elaborazione si trova nella mente?

Indubbiamente non possiamo sapere se nel cervello c’è un centro di elaborazione spazio-temporale ben preciso, il quale dovrebbe coordinare il tutto.

Ci sono un’immensità di dati acquisiti nel tempo sedimentati nella memoria che possiamo far riaffiorare al momento opportuno, ma gran parte di essi sono immersi nell’oceano dell’inconscio e sono organizzati a strati in base al tipo di visione del mondo che avevamo nei diversi periodi della nostra vita.

A livello neuro-anatomico la scienza è ancora agli inizi, ma sta facendo progressi da gigante.

Attualmente la nostra attività mentale filtra i ricordi e le percezioni in base alla struttura di pensiero che ci siamo preparati più o meno consapevolmente nel tempo.

Il linguaggio, ad esempio, ha una valenza diversa da quello acquisito ed elaborato precedentemente, anche se impercettibilmente. Esso dipende dai nostri contatti sociali, dalle nostre letture, dai nostri interessi e da tutto ciò che emotivamente ci ha coinvolti, tenendo conto anche della inevitabile decadenza psico-fisica che subiamo.

Così è per i ragionamenti, per la nostra capacità critica ed il discernimento.

Se troviamo sempre interessante comprendere i nostri contenuti mentali, allora è facilitata l’auto-consapevolezza, la quale è alimentata dalla pura osservazione interiore non inquinata dall’emotività o dal continuo tentativo compulsivo ad auto-giudicarci. In questo modo, anche se invecchiamo, la vita interiore non finirà mai di stupire e questo giova anche alla salute psico-fisica

 

 

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a cura di http://mondocrea.it