Gesù diceva:
Voi siete il sale della terra…
Voi siete la luce del mondo. (Mt.5,13)

Parole forti, da non prendere sottogamba.
Se chi appartiene a Cristo diventa sale, vuol dire che dona sapore all’umanità. Assaporare significa assimilare con il gusto e rendere più piacevole la vita. Gesù, però, si propone crocifisso.
Che gusto potrebbe esserci in una vita crocifissa come quella del maestro? La ragione qui non regge. La comune mentalità potrebbe dire che è tutta una sciocchezza senza senso. Come posso assaporare la vita nel dolore? Perché tante rinuncie immediate?

In effetti il Vangelo predica molte rinuncie, persino alla propria vita. Un filosofo mondano potrebbe indubbiamente obiettare che la felicità basata sulle rinuncie terrene è impossibile ad ottenere perché è contro la stessa natura umana. Ma qui c’è la logica dello spirito che cozza contro quella della carne. Lo spirito è apertura, è affrancamento dai determinismi, tende alla libertà.

I desideri della carne, invece, tendono all’immediata soddisfazione ma offuscano quelli dello spirito che è proiettato oltre ai sensi.
Il sapore della vita, allora, non si ottiene esclusivamente nell’immediatezza dei piaceri carnali, perché essi sono piuttosto dominati dalle pulsioni di morte. Tutti sanno che il principio del piacere oscilla tra una restrizione e la liberazione di qualche forma di energia.

Il piacere spirituale ha un’altra logica: si basa sull’equilibrio interiore che dona la capacità di assaporare con più intensità e lucidità ciò che esiste. Non è una rinuncia masochistica ai sensi, è invece una valorizzazione dell’esistenza attraverso la giusta canalizzazione dell’energia che non viene dispersa, ma utilizzata per assaporare realmente la vita dello spirito.

Gli stessi mistici evidenziano una forma di regressione dal punto di vista umano perché la loro vita è piena di rinuncie talmente pesanti che agli occhi umani appaiono dei grossi fallimenti (come il fallimento della croce). Ma esse costituiscono la corda tesa dell’arco che dovrà proiettare in avanti la freccia dello spirito.
Chi appartiene a Cristo diventa luce. Ciò presuppone che senza Cristo il mondo è nelle tenebre.

Anche queste parole non sono da prendere sottogamba. Chi crede in Cristo diventa luce per gli altri: vuol dire che vede e fa vedere la verità. Ma gli occhi umani vedono un uomo crocifisso, dopo essere stato torturato. Che verità è mai questa? Dio si propone con paradossi per la nostra mente.

Dobbiamo saper vedere, quindi, oltre il Crocifisso. Vedere più che con gli occhi, con il cuore per decifrare la legge dell’amore nell’umiltà. Chi è puro interiormente (solo lo spirito può concederlo) vede ciò che gli altri non vedono ed addita agli altri il senso della vita ed i segreti del vero amore.

Ed il più grande dei segreti è proprio la Resurrezione.

Pier Angelo Piai