dal Messaggero Veneto del 13/03/2002

La rappresentazione (su testo di Bevilacqua e Corgnali) sarà replicata a Gradisca, Tolmezzo e Gemona

La vita di San Luigi domani in concerto drammatico nel duomo di Udine


UDINE – Vocazione, missione, eredità. Tre tempi, tre passaggi di una vita di passione raccontati attraverso la suggestione di immagini, suoni, danza, parole.
Tutto questo farà parte di uno spettacolo: E non chiedere niente, il titolo di una poesia di padre David Maria Turoldo per raccontare la vita di San Luigi Scrosoppi. Scritto da Giuseppe Bevilacqua e Duilio Corgnali, il concerto drammatico, ospitato domani alle 20.45 nel duomo di Udine, vuole, attraverso un percorso evocativo, raccontare l’intima essenza di un uomo; che è poi la sua vera altezza espressa nella sobrietà dei gesti, nell’amore, nella ricchezza di una vita vissuta nella nudità. Nessuna retorica, dunque, nessun passaggio edificante nel senso clericale per raccontare San Luigi Scrosoppi, soltanto la parola misurata, la musica misurata, e l’umiltà di fronte alla grandezza del mistico, di colui che raggiunge l’assoluto annullando se stesso in Dio.

E come nel mistico, dove la mediazione della ragione per certe altezze non ha alcun senso, anche questo spettacolo intende raccontare un santo senza la mediazione del racconto vero e proprio, ma attraverso la suggestione della poesia (quella di Turoldo) di una corrispondenza immaginaria del Santo a uomini del nostro tempo, del corpo nei suoi movimenti, della musica e della luce.

«La tecnica è quella dello zoom – spiega don Duilio Corgnali – puntato su alcuni particolari per coglierne la trama più nascosta, i lineamenti plastici dell’uomo, la rugosità del volto del santo. La vita di padre Luigi intesa come canto della santità, come canto fermo, direbbe Turoldo, in rapporto al quale le altre voci della vita formano il contrappunto: il cantus firmus di Dio. E noi, richiamati a confronto vitale, e noi, credenti o non credenti, interpellati sulla grande, ultima e ineludibile questione della vita». Un incontro equilibrato di arti, dunque, nel tentativo di comunicare al pubblico il senso dell’impulso interiore della grazia, la predicazione, la pietà, il rinnovo della fede e l’esempio, che sono la vita di Luigi Scrosoppi.

Tutto questo, nella visione assolutamente laica del regista Giuseppe Bevilacqua, che definisce lo spettacolo un impegno teso a «dare voce ha chi ha dato voce ai più poveri dei poveri, a chi si è fatto muto per i senza parole della società, dare figura alla memoria di un uomo dall’intenso rigore interiore intriso di dolcezza, energico slancio, mansuetudine. Evocare, pur nel frammento, la bellezza della vita di grazia».
E passiamo agli artisti impegnati in questo spettacolo corale: sulle musiche originali suonate all’organo dall’autore Silvio Donati, reciteranno Luciano Virgilio, Giuseppe Bevilacqua e Bruna Del Zotto. Sarà presente, inoltre, il coro femminile San Giacomo di Pasian di Prato diretto dal maestro Stefania Zanon. Per quanto riguarda le parti figurali vedremo impegnata la giovane Emanuela Galliussi.

L’impianto scenico e le immagini sono state curate da Mara Udina, i costumi da Sandra Giuseppini mentre, il disegno luci, da Alberto Bevilacqua. Prodotto dal Centro Servizi e Spettacoli di Udine e promosso dal Comitato promotore padre Luigi Scrosoppi, lo spettacolo seguirà quattro tappe: dopo la prima al duomo di Udine replicherà, sempre alle 20.45, il 16 marzo nella chiesa di Santo Spirito di Gradisca d’Isonzo, il 15 aprile nel dtuomo di Tolmezzo e, infine, il 22 aprile nel duomo di Gemona.
Lucia Burello
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