Ci sono tanti modi per onorare i defunti. Una di queste è conservarne
la memoria in modo che vengano ricordati anche nelle preghiere. Ci sono
moltissimi defunti, purtroppo, che dopo un po’ non vengono più
ricordati da nessuno.

Il nostro sito dedica a loro pagine munite di testo e foto.

Il testo potrebbe essere costituito da una biografia (elaborata da me
personalmente su indicazione dei parenti o da altri) e da una o più
foto che possono riguardare alcuni aspetti salienti della loro vita
terrena.
D’accordo con i parenti o gli amici, si potrebbero aggiungere anche
delle frasi che esprimono in qualche modo alcuni aspetti positivi della
loro personalità e invitino alla riflessione ed alla preghiera.

ECCO COSA DICE IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA RIGUARDO AI DEFUNTI:

957 La comunione con i santi.
“Non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo d’esempio, ma più
ancora perché l’unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata
dall’esercizio della fraterna carità. Poiché come la cristiana
comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo,
così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla
fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso
Popolo di Dio”: [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 50]

Noi adoriamo Cristo quale Figlio di Dio, mentre ai martiri siamo
giustamente devoti in quanto discepoli e imitatori del Signore e per la
loro suprema fedeltà verso il loro re e maestro; e sia dato anche a noi
di farci loro compagni e condiscepoli [San Policarpo di Smirne, in
Martyrium Polycarpi, 17].

958 La comunione con i defunti.
“La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa
comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi
tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la
memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di
pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” ( 2Mac 12,45 ),
ha offerto per loro anche i suoi suffragi” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 50]. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma
anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.

959 Nell’unica famiglia di Dio. Tutti noi che “siamo figli di Dio e
costituiamo in Cristo una sola famiglia, mentre comunichiamo tra di noi
nella mutua carità e nell’unica lode della Trinità santissima,
corrispondiamo all’intima vocazione della Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II,
Lumen gentium, 50].

III. La purificazione finale o Purgatorio

1030 Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono
imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza
eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una
purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare
nella gioia del cielo.

1031 La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli
eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha
formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei
Concilii di Firenze [Cf Denz. -Schönm., 1304] e di Trento [Cf ibid. ,
1820; 1580]. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi
della Scrittura, [Cf ad esempio, 1Cor 3,15; 1031 1Pt 1,7 ] parla di un
fuoco purificatore:

Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c’è,
prima del Giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la
Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo
Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello
futuro ( Mt 12,31 ). Da questa affermazione si deduce che certe colpe
possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo
futuro [San Gregorio Magno, Dialoghi, 4, 39].

1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per
i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: “Perciò [Giuda Maccabeo]
fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero
assolti dal peccato” ( 2Mac 12,45 ). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha
onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in
particolare il sacrificio eucaristico, [Cf Concilio di Lione II: Denz.
-Schönm., 856] affinché, purificati, possano giungere alla visione
beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le
indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:

Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono
stati purificati dal sacrificio del loro padre, [Cf Gb 1,5 ] perché
dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro
qualche consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e
ad offrire per loro le nostre preghiere [San Giovanni Crisostomo,
Homiliae in primam ad Corinthios, 41, 5: PG 61, 594-595].
1Cor 3,15

[14]Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne
riceverà una ricompensa; [15]ma se l’opera finirà bruciata, sarà
punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.

Testi biblici citati:

1Pt 1,7

[6]Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò
afflitti da varie prove, [7]perché il valore della vostra fede, molto
più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova
col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di
Gesù Cristo

Mt. 12,31

[31]Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata
agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.
[32]A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la
bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo
secolo, né in quello futuro.

2 Mc.12,45

(Giuda Maccabeo) Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa
duemila dramme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto
un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile,
suggerito dal pensiero della risurrezione. [44]Perché se non avesse
avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato
superfluo e vano pregare per i morti.
[45]Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro
che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua
considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il
sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.

Gb 1,5
[5]Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li
mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva
olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava:
«Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore».
Così faceva Giobbe ogni volta.

Un particolare molto importante : il gran numero
di visite giornaliere di questo sito è dovuto anche al fatto che è
molto visibile nei motori di ricerca mondiali ed italiani.

Per contatti:
e-mail:[email protected]