Pradamano, 13 gennaio 2002

Il mobbing in Italia: una violenza perversa e silenziosa.

Nel nostro Paese vi è scarsa percezione dei pericoli e manca, soprattutto, una Qualità di Sistema che attui azioni di valida prevenzione e di difesa, in modo da porre tutti cittadini in condizioni di sicurezza. Basti pensare come, oggi in Italia, si stia diffondendo sempre più velocemente il mobbing, ovvero il terrore psicologico sul posto di lavoro e non solo lì e come, questo, non venga gestito.

Sono molte le persone che non lo conoscono e che, purtroppo, subiscono le conseguenze di questa violenza perversa e silenziosa. Il mobbing in Italia è molto diffuso, avvelena la vita delle persone e tutto il tessuto sociale, compresa la famiglia.

Esso, infatti, è sotterraneo come gramigna, è maculato come la pelle del leopardo ed è un fenomeno quasi sconosciuto e sottovalutato. Da studi fatti nel Paese, esso si presenta a due livelli. Inizia da una situazione anomala, così chiamata “condizione zero” e poi, può facilmente degenerare nel così detto : “doppio mobbing”.

La “condizione zero” è una situazione iniziale, presente solamente nel nostro Paese, dove, in molti posti di lavoro i rapporti interpersonali tra colleghi, superiori e sottoposti, sono legati da una conflittualità quasi “fisiologica” generalmente accettata.

Da questa subdola situazione, si può facilmente passare al mobbing reale, incrementandola e facendola diventare molto lesiva per quelle persone che saranno le vittime. Tra la “condizione zero” e la prima fase del mobbing non c’è quasi mai una distinzione netta e pertanto, esso può avanzare, indisturbato, velocemente, entrando a far parte delle “regole del gioco”. Generalmente, dalla condizione zero” si arriva al “doppio mobbing”, quando, la famiglia, non assorbe le negatività e non dà più, al suo componente in crisi, l’aiuto e la comprensione necessarie.

La persona trovandosi bersagliata sul lavoro e privata dell’aiuto famigliare diventa, allora, un mobbizzato. Da anni, sono ferme in Parlamento delle proposte di legge sul mobbing, mentre, nel Paese aggressività, violenza e terrore psicologico avanzano inesorabilmente.

Persone senza scrupoli e senza regole morali, per gestire i loro interessi sul lavoro, nella scuola, nel sindacato, nelle varie istituzioni, attuano il mobbing in modo subdolo o manifesto e rimangono impunite.

Che fare ? Al più presto bisognerebbe informare e far conoscere alla gente comune questo, e promulgare rapidamente una legge valida che attui la prevenzione e permetta, ai cittadini di aprire gli occhi e di capire questa violenza perversa e silenziosa onde potersi difendere. Migliorerebbe, così, la qualità della vita.

Eugenio Di Barbora
Pradamano

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